Non catturano lo sguardo con spiccata velleità di protagonismo, ma lo accompagnano quando mira a cogliere l’armonia dell’insieme: le Persicaria assolvono egregiamente il compito di essere elemento riempitivo, mai violento, donando eleganza e leggerezza anche quando non fiorite. Immancabili in aiuole e bordure in compagnia di Anemone japonica, Aster, Isodon, Rudbeckia e graminacee, soddisfano il palato del giardiniere affamato con una nutrita gamma di colorazioni del fogliame pubescente (talvolta con disegni sulla foglia come per Persicaria microcephala ‘Purple Fantasy’ o maculato vedi Persicaria virginiana ‘Painter’s Palette’) e delle spighe florali dal rosa declinato in varie tonalità al bianco, all’arancio, al rosso che al minimo alito di vento creano movimento di colore. 

Persicaria japonica ‘Variegata’

Fiori per una lunga stagione

A seconda delle varietà, fioriscono dall’estate all’autunno inoltrato, prolungando così il periodo di fioritura del giardino, con una notevole persistenza delle spighe sulla pianta. I fiori si materializzano talvolta sotto forma di pannocchie ritte o a coda di volpe, di minuscoli petali colorati lungo flessuosi steli o di nuvole vaporose disseminate tra il fogliame. Le differenti altezze ampliano ancor più l’offerta andando dalla gigante Persicaria virginiana ‘Variegata’, alla tappezzante Persicaria capitata. Di quest’ultima me ne innamorai a Villa Hanbury in un lontano febbraio del 1969. Era in perfetta commistione con Viola hederacea e contemporaneamente fiorite creavano un effetto stupefacente. Volli replicare l’esempio, ma imparai a mie spese che entrambi erano poco rustiche per quelle stagioni fredde del Nord, dove per contro altre persicarie spariscono completamente d’inverno per poi rispuntare più forti e ricche a primavera, grazie alle foglie decidue che preservano le radici dal gelo.  

Persicaria capitata

Terreno sciolto e ombra leggera per una riuscita sicura

Amano terreni sciolti, preferibili agli argillosi, e posizioni di semiombra. È importante che nelle ore più calde il sole non le colpisca direttamente così da evitare bruciature al fogliame. Scegliamo le varietà tenendo conto che alcune specie come la P. filiformis si semineranno con facilità mentre le P. amplexicaulis (ora divenuta Bistorta amplexicaulis) si espanderanno aumentando le ceppaia che andranno divise a marzo per ottenere nuove piante. Le coltivo da più di 50 anni e citare le mie scelte è come chiedere quale sia il figlio prediletto! Posso però sbilanciarmi su un paio di varietà che riscuotono un particolare interesse assicurando ottimi risultati: sono le tappezzanti P. affinis ‘Kabouter’ (anch’essa Bistorta) e quelle di altezze maggiori come la Persicaria amplexicaulis ‘Sauvignon’, una nostra selezione del 1998.

Nuove nomenclature

La mia memoria mi porta anche al ricordo di una Persicaria classificata ora col nome di Fallopia baldschuanica, un tempo molto utilizzata per ricoprire gazebi e pergolati per la sua facilità di crescita e predisposizione ad essere sarmentosa. È così che riesco a dare un senso al mio lavoro di ricerca e selezione di nuove varietà: rapportandomi a un vissuto che non va dimenticato, ma rielaborato e riproposto.

Pier Luigi Priola

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