Chiamate perse

Il 7 dicembre 2018 è stata inaugurata – al Wanted CineClan di Milano, in via Atto Vannucci 13 – la mostra Missed Calls (“Chiamate perse“), dedicata all’artista italiano Motiscause.

Le opere che disegnano il percorso espositivo sono state realizzate con disegni e pittura acrilica su carta e resteranno visibili sino al prossimo 22 febbraio.

L’artista

Ho già avuto modo di parlare di Motiscause – nome d’arte di Michele Rossi (Pisa, 1966) – in 3 precedenti articoli e mi fa davvero piacere segnalare questa sua nuova, intrigante personale.

Non mi dilugherò sulle sue note biografiche (peraltro disponibili nei link precedenti), limitandomi a ricordare la sua formazione con il maestro Bruno Munari e il suo affermarsi a livello internazionale (in primis a Barcellona, ove risiede), che l’ha portato a Shanghai, Madrid e New York.

La sua attività percorre diversi segmenti espressivi, dalla pittura alla scultura, passando per il disegno, le installazioni, il design d’ambiente e il luxury.

Il fil rouge che percorre le distanze immaginarie tra le sue opere è un approccio coerente, che trasforma in tele tutti gli spazi e i materiali utilizzati.

Dal 2012, ha una base operativa nello Studio Motiscause, nella capitale catalana; è un laboratorio espositivo che anima assieme a Francesca Regni (Corinaldo, 1978), esperta d’arte dall’importante curriculum, oltre che curatrice-manager dei suoi progetti.

La mostra

Missed Calls incarna uno stato d’animo fatto d’attenzione per le voci interiori che ci suggeriscono emozioni e spunti originali.

Sono piccoli spostamenti del cuore (mi permetto di citare il grande Giorgio Gaber), vibrazioni sottili ma potenti, talora inascoltate, per disattenzione o perché scomode nel contesto sociale.

Lo slancio creativo dell’artista si dipana tra rotture ed equilibri, in una sequenza di “perturbazioni visive”, che cercano sempre nuove ricomposizioni.

I colori intensi, che si diffondono nelle suggestive campiture, e le geometrie astratte danno corpo a una ricerca che rimanda ad artisti importanti (Alberto Burri, Franz Kline, Emilio Vedova, …).

Il segno è forte e non casuale, benché, a volte, apparentemente destrutturato, come è forte il desiderio di esprimere, il più compiutamente possibile, un universo cromatico in costante divenire.

Lo spazio espositivo

Il Wanted CineClan di Milano (linkato più sopra) è un luogo di aggregazione e uno spazio performativo, dedicato al cinema (con documentari internazionali – spesso in lingua originale, film d’autore o in virtual reality), ai concerti, alle mostre e alle conferenze.

Ringraziamo Francesca Regni per averci cortesemente fornito le immagini che corredano l’articolo.