Parlando di concimazione, la prima, necessaria distinzione è tra concimi naturali e ammendanti. La funzione svolta è diversa e non va confusa. I concimi naturali sono – in sostanza – dei fertilizzanti, apportando sostanze nutritive al terreno e ricostituendo gli elementi di cui il suolo ha bisogno per accrescere la propria fertilità, appunto. Gli ammendanti, invece, vanno semplicemente a modificare/migliorare la struttura del suolo, apportando componenti organici, che vengono decomposti lentamente.

Di seguito, dunque, si analizzano i migliori e più diffusi concimi naturali:

#1. Il compost.

Ha dalla sua il vantaggio di essere sia un concime naturale che un ammendante. Ottenuto dal riciclaggio di rifiuti organici, si caratterizza per un’azione lenta e per la possibilità d’essere impiegato tutto l’anno.
Il compost può essere sparso sul terreno, nei pressi delle radici della pianta; può essere mescolato al terriccio, direttamente nei vasi; o, infine, si può mischiare, in campo aperto, al terreno.

#2. Il guano.

Si tratta di un concime ricavato da giacimenti di deiezioni di volatili. È un concime naturale molto ricco di elementi e per questo motivo va utilizzato con parsimonia, per non ottenere gli effetti contrari rispetto a quelli sperati. Nello specifico, è particolarmente ricco di fosforo, potassio e azoto. Rispetto al compost, ha uno specifico periodo d’impiego, che è la primavera, o comunque durante la fase vegetativa delle piante. La sua azione è molto rapida.

#3. Humus dei lombrichi.

È universalmente riconosciuto come il top di gamma tra i concimi naturali presenti in natura. È ricavato dalle deiezioni dei lombrichi, che vengono raccolte dai terreni di coltura, dove vengono lasciati crescere liberi i lombrichi. I periodi migliori per utilizzare l’humus dei lombrichi come fertilizzante sono la primavera e l’autunno. Si utilizza così come già indicato per il compost.

#4. Letame e stallatico.

Anche in questo caso, parliamo di uno dei migliori concimi naturali, che è possibile utilizzare. Com’è noto, si tratta di feci di animali d’allevamento miste a paglia. È in grado sia di migliorare la struttura del terreno, che di donare fertilità. Per trovarne in grandi quantità, è necessario recarsi presso un’azienda agricola, dove è possibile raccogliere del letame fresco. Dopo, dovrà essere lasciato a maturare per circa un mese, prima di essere utilizzato come fertilizzante. Il miglior periodo d’impiego – a differenza di quelli già visti – non prevede la primavera, ma sicuramente quello che va dall’autunno all’inverno. Ci si può aspettare un’azione lenta, dopo averlo semplicemente sparso sul terreno.

#5. Letame pellettato.

Le caratteristiche sono le stesse del letame fresco ed ha dalla sua una maggiore praticità d’utilizzo. I pellet di letame si trovano già maturi e si utilizzano – al contrario del letame fresco – nel periodo primaverili. È sempre una regola aurea, ovviamente, (così come per tutti gli altri sistemi di concimazione naturale), quella di affidarsi ai dosaggi indicati dal produttore.

Si citano, in conclusione, due tipi di concimi naturali meno utilizzati ma comunque da tenere in considerazione: la Pollina, ottenuta dalle deiezioni di polli e avicoli, ed il sangue di bue, ricavato dalla lavorazione industriale della radice di barbabietola, ottenendo la cosiddetta melassa di barbabietola.

 

Via IdeeGreen