Traggo spunto da una Mahonia nervosa ancora impressa nella mia memoria per sferrare un ennesimo j’accuse verso l’abbandono di un’antica pratica: il garzonato, caduto ahimè in disuso quando sarebbe invece indispensabile per l’apprendimento di arti e mestieri di cui si deve trasmettere sapere ed esperienza de visu. La figura del ragazzo di bottega non è più contemplata e la formazione alla professione si limita a brevi periodi di tirocinio che a poco servono. 

Un grappolo di frutti in autunno con le foglie che iniziano a colorarsi.

La lettura di libri e manuali di giardinaggio è necessaria, ma da sola non sostituisce il lavorare fianco a fianco con un bravo e capace giardiniere. Io ebbi questa fortuna in giovane età e al tempo non ne attribuivo la giusta importanza, ignorando che ciò che apprendevo con occhi e mani era capitalizzare il mio futuro. Anzi, a volte mi interrogavo sul perché fosse necessario assecondare certe assurde pretese del mio maestro…come quando il buon Gorian mi spedì in Germania alla ricerca di un’infinità di piante tra cui quella Mahonia…ancora mi chiedo se fra me e lei fosse davvero lei quella più “nervosa”!

Col passare del tempo capii l’importanza di scegliere non solo la varietà di pianta più appropriata, ma che anche il singolo esemplare andava soppesato a costo di sacrificare tempo ed energie. Non avrebbe dato lo stesso risultato qualsiasi altra Mahonia magari più facilmente reperibile, come poteva essere l’asiatica japonica o l’aquifolium, di origine nord americana.

Foglie di M. aquifolium ‘Atropurpurea’
© Vivai Torsanlorenozo

Il genere Mahonia, della famiglia delle Berberidaceae, comprende una sessantina di specie. Rusticissime e sempreverdi, trovano svariati inserimenti grazie anche alle altezze che vanno dai 30 cm ai 5 metri. È dunque utilizzata come pianta tappezzante la M. repens, come esemplare singolo la M. ’Charity’ o la M.’Buckland’ o come pianta da siepe (adatte a questo impiego sono la maggior parte delle Mahonia). Preferiscono posizioni semi ombreggiate dove il sole non le colpisca direttamente nelle ore più calde, in terreni di buon impasto, ricchi di sostanza organica e soprattutto ben drenati. I parassiti in genere non l’attaccano e le esigenze idriche e di potatura sono minime, nel caso si debba intervenire meglio agire dopo la fioritura così da stimolare la nuova vegetazione. I fiori compaiono in periodi diversi a seconda della specie. 

A marzo, M. aquifolium è una tra le prime piante a fiorire in giardino ricoprendosi di pannocchie giallo oro molto profumate in ottima compagnia del bellissimo fogliame marrone – brunato, poi seguiranno piccole bacche ovali viola – nere. Nella M. japonica la fioritura è un po’ più anticipata. Anche i vari fogliami sono degni di interesse: alcuni assomigliano molto all’agrifoglio con margini spinosi e ondulati, altri sono caratterizzati da eleganti colorazioni e altri ancora presentano sfumature che virano al blu (M. x wagneri ‘Pinnacle’).

Fioritura di M. aquifolium
© Vivai Torsanlorenozo

Non dimentico di citare una fra le più belle varietà dell’intero genere, la M. lomariifolia, anche questa asiatica che sboccia in pieno inverno in racemi dorati di ca. 20 cm. o ancora una delle mie preferite la M. eurybracteata ‘Sweet Winter’ (sin. M. confusa ‘Nari Hira’) già fiorita in novembre con fogliame lineare poco coriaceo e dal portamento morbido.  

In definitiva una tale ampia scelta con specie e varietà dalle spiccate differenti peculiarità ci suggerisce di inserire una Mahonia nella nostra prossima wish list giardiniera!

Pier Luigi Priola

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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