L’opera del Tiziano torna a splendere grazie alle soluzioni di Linea Light Group. Chiesa Arcidiaconale di Pieve di Cadore. É ormai ultimato il restauro della “Pala della Madonna con Bambino tra i santi Tiziano e Andrea e un accolito” di Tiziano Vecellio, collocata presso la Chiesa Arcidiaconale Pieve di Cadore, città natale del grande artista del Cinquecento. Il restauro, promosso e finanziato della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore in occasione del suo ventennale, è iniziato i primi giorni di maggio e si concluso nelle scorse settimane. Il progetto è stato portato avanti in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Βelluno, Padova e Treviso e con l’Arcidiaconato del Cadore con Monsignor Diego Soravia.
«La Fondazione da vent’anni promuove gli studi e le ricerche ma anche la valorizzazione dell’opera del grande Tiziano- afferma Maria Giovanna Coletti, Presidente della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore – grazie al coinvolgimento dei massimi esperti in materia. Lo fa guardando al mondo dal luogo natale di Tiziano, Pieve di Cadore, al quale l’artista – che pure frequentò le corti l’Europa – era profondamente legato, e richiamando nel Cadore e nelle sue terre turisti, ricercatori e amanti dell’arte. Ci sembrava importante dunque festeggiare questo ventennale con un’operazione permanente, che permettesse un ulteriore arricchimento del patrimonio tizianesco. Il restauro della pala, oltre ad aver ridonato l’antico splendore al dipinto, è stato fondamentale per dimostrare che l’opera è interamente di mano del sommo artista. Una straordinaria notizia resa più bella dal godimento dell’opera non solo tornata ai suoi colori originari ma perfettamente illuminata grazie a Linea Light Group cui sono grata per la sensibilità e la lungimiranza nella valorizzazione di un bene culturale straordinario».
Si è trattato di un’importante occasione di recupero e studio di un’opera altamente significativa nella biografia vecelliana, che custodisce anche un autoritratto del maestro. La tela, che nei secoli ha subito ben due furti, è tornata a splendere per l’estate, anche con un nuovo sistema illuminotecnico, grazie a Linea Light Group che ha donato gratuitamente alcuni proiettori per l’illuminazione della Pala stessa e di due opere adiacenti. La preziosa Pala, che soffriva della perdita di spessore del pigmento originario e versava ormai in mediocri condizioni conservative, è stata così valorizzata non solo da un restauro formale – che ha fatto riemergere bellissimi dettagli della veste vescovile, dello sfondo e della croce di Sant’Andrea – ma anche da un nuovo sistema di illuminazione all’avanguardia, che è stato integrato alla perfezione nel progetto illuminotecnico pre-esistente (che risale al 2017), dove tra l’altro Linea Light Group era già presente con diverse soluzioni.
L’azienda di Treviso fondata nel 1976, pioniera nella tecnologia LED e oggi uno dei maggiori player presenti nel panorama illuminotecnico internazionale, ormai da diversi anni contribuisce a livello locale a valorizzare con orgoglio le bellezze del territorio veneto, rafforzando un legame con le proprie origini oggi più saldo che mai. Un percorso nella storia e nell’arte veneta, con tantissime opere che hanno ritrovato luce e colore grazie alle più avanzate tecnologie LED del Gruppo industriale.
Gianni Bolzan, AD Linea Light Group, a tal proposito afferma: «Siamo felici di aver preso parte a questo progetto di grande valore culturale. Ogni giorno ci impegniamo a valorizzare il territorio e il patrimonio artistico veneto tant’è che negli ultimi due anni abbiamo intrapreso con orgoglio diverse iniziative fra cui quella che ha interessato le mura del Castello di Castelfranco Veneto e quella che ha visto protagonista la cappella del Malchiostro nel Duomo di Treviso: questi progetti ci danno modo di mettere in campo conoscenze e know how acquisiti nel tempo, non solo nel settore architetturale ma anche in quello storico-museale e religioso. Per Linea Light Group il territorio è come un forziere di valori, conoscenze, cultura e arte: siamo fieri che – grazie alle nostre soluzioni – quest’opera magnifica, parte della nostra eredità artistico-culturale torni a risplendere». L’intervento illuminotecnico si è focalizzato sull’altare e nelle cappelle laterali, e nello specifico sulla Pala, attraverso l’utilizzo di due proiettori Navata Optus sottoalimentati a 7 W con ottiche Medium Flood da 30° e filtro Honeycomb per il controllo del glaring, della quantità di luce emessa e l’eliminazione dei fasci secondari. Solitamente la potenza nominale di Navata Optus è di 18W, queste soluzioni sono state sottoalimentate (-7W) per rendere la fruizione dell’opera migliore: un livello inferiore di potenza rendere l’illuminazione perfetta per il contesto intimo e mistico della Chiesa; questo particolare settaggio è stato fatto in loco e simboleggia la flessibilità della soluzione Navata Optus.
Posti ai lati della Pala, a un livello leggermente più basso e alloggiati su una preesistente predisposizione, i proiettori Navata Optus sembrano quasi scomparire grazie alla loro dimensione estremamente contenuta che consente di rispettare il contesto valorizzando al tempo stesso l’opera con una luce di altissima qualità. Altri due proiettori Navata Optus con le medesime caratteristiche, sono stati puntati sulle opere nelle cappelle laterali all’altare, a completamento dell’illuminazione. La gamma Navata offre un range ottico aggiornato che permette di valorizzare l’architettura per esempio di un luogo di culto rispettandone il contesto. Le dimensioni ridotte del corpo lampada sembrano quasi scomparire e i fasci correttamente orientati andranno a valorizzare cupole, volte, pareti oppure creeranno dei veri e propri percorsi di luce. Il sistema Navata include, nel proprio parco accessori, basi con dimensioni estremamente contenute per offrire al progettista tutti i benefici della flessibilità che rendono Navata unico nel suo genere. Le basi con alimentatore integrato sono state studiate per permettere di posizionare i diversi corpi illuminanti della collezione Navata in tutti i contesti architettonici complessi, garantendo un posizionamento stabile al 100% e un puntamento fisso del proiettore installato. Nonostante le dimensioni ridotte, la base del proiettore alloggia configurazioni On/Off, DALI2 e DALI PUSH.
Oltre alla base standard, il portfolio di Linea Light Group offre – sempre della famiglia Navata – anche una soluzione “micro” (di appena 52x32mm con un’altezza di 20mm) con alimentatore remoto, studiata per permettere di posizionare i diversi corpi illuminanti della collezione Navata in quei contesti architettonici angusti o incavati, come per esempio cornicioni, gole o anfratti, e di dimensioni ancora più ridotta. Tutte le varianti Navata sono disponibili in tre differenti finiture: bianco, nero e sabbia, e consentono di implementare diversi filtri ottici per il controllo dell’emissione luminosa e del glaring. Le soluzioni Navata Optus utilizzate per l’illuminazione della Pala, grazie ai diodi LED Fidelity, studiati da Linea Light Group in collaborazione con Cree proprio per l’illuminazione di opere d’arte, vantano un’altissima resa cromatica (CRI98).
Partendo dall’assunto che la miglior luce è quella che meglio valorizza l’oggetto illuminato, ne incentiva gli aspetti vincenti, incrementa l’interesse in chi lo osserva, la sinergia tra Cree e Linea Light Group ha permesso di perfezionare sorgenti inedite, con l’obiettivo di fornire la luce ideale per ogni applicazione, che sia un ufficio, un museo oppure un’attività commerciale. All’origine di questa importante novità vi è l’accurata disamina dei nuovi metodi di misurazione della luce, nello specifico in merito alla fedeltà nella rappresentazione del colore in tutte le sue sfumature. Nasce così il diodo Fidelity, tecnologia LED principalmente utilizzata negli ambienti di culto, museali e negli spazi retail più prestigiosi dove la necessità è portare il colore nella sua reale dimensione.m Grazie a questi elementi l’esito finale è spettacolare, frutto dell’ingegno di un grande Maestro che con il suo lavoro ha arricchito il patrimonio artistico dell’umanità, e di Linea Light Group che ha messo il proprio know-how tecnico a servizio di questa immensa eredità.
Linea Light Group
Nel 1976 era Minulamp, specializzata in componenti per lampadari; poi, grazie all’unione con altre realtà venete, nel 1985 nasce l’attuale denominazione, Linea Light Group. Ad inizio Duemila l’azienda trevigiana è tra le prime realtà in Europa a specializzarsi nella tecnologia LED, risposta perfetta alle esigenze di efficienza energetica, efficacia nell’illuminazione, fedeltà dei colori e versatilità progettuale. L’esperienza accumulata negli anni ha permesso di acquisire un know-how all’avanguardia con design Made in Italy, elettronica interamente realizzata in-house e un reparto R&D composto da 85 professionisti dedicati. Con 3 stabilimenti produttivi, 15 filiali nel mondo e 550 dipendenti, Linea Light Group oggi si distingue per una mission attenta alle peculiarità e alle esigenze dei partner locali in un’ottica “Think Global, Act Local”, garantendo una copertura globale e offrendo un servizio personalizzato e puntuale, in tutto il mondo. L’azienda è così riuscita a sviluppare un approccio al mercato volto a dare massimo respiro alle idee, restituendo il potere della creatività a chi progetta, in ogni modo, con ogni mezzo. linealight.com
La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore
La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, nata nel 2003 su iniziativa della Magnifica Comunità di Cadore, promuove la ricerca sull’opera e sulla figura del grande Pittore. Si avvale di un consiglio scientifico internazionale. Ha sede nella cinquecentesca Casa di Tiziano detto l’Oratore. I progetti si distinguono per tematiche e metodologie adottate, contribuendo a rinnovare ed arricchire gli studi sull’artista, nonché sull’organizzazione del lavoro nella sua bottega, una fabbrica di immagini vera e propria per la quantità di opere commissionate. I progetti del Centro Studi non sono solo di ambito tizianesco, ma comprendono temi culturali legati al Cadore, con attenzione alla rigenerazione urbana mettendo in campo pratiche di coinvolgimento di giovani destinatari di corsi di formazione. L’esito delle ricerche viene pubblicato in quattro linee editoriali: Tiziano e l’Europa, i Quaderni, i Saggi monografici, la rivista Studi Tizianeschi. La sua biblioteca, specializzata e aperta al pubblico, comprende alcune edizioni rare e ne è parte un’importante collezione di stampe che testimonia la fama di Tiziano dal XVI al XX secolo. La Fondazione non ha scopi di lucro e non rilascia dichiarazioni di autenticità a scopo economico o commerciale. Tutti i progetti sono possibili grazie ai finanziamenti provenienti da istituzioni pubbliche e private, nonché da quote associative e donazioni di privati cittadini.