Questa è una lettura che porta in cima alle folte chiome verdi degli alberi. A guidarci Pietro Maroè, scrittore per l’occasione ma arboricoltore, perito forestale, tree-climber professionista e anche fondatore di SuPerAlberi nella vita di tutti i giorni. Il suo libro La timidezza delle chiome – Rizzoli, 2017 – porta in primo piano il tema della cura e della salvaguardia degli alberi che ci circondano e di cui, troppo spesso, ci dimentichiamo
Arboricoltori, di padre in figlio
Pietro è il figlio di Andrea Maroè, uno dei primi arboricoltori e tree-climber italiani. Cresciuto con la passione degli alberi e la voglia di emulare un genitore che, fin da quando è piccolissimo, gli insegna ad arrampicarsi e perdersi tra le fronde, ascoltando le necessità di questi giganti verdi, oggi Pietro – come racconta nel suo primo libro – si occupa della cura della salvaguardia degli alberi monumentali di tutto il mondo grazie anche alla sua associazione SuPerAlberi.
Gentilezza d’animo e competenza tra le righe de La timidezza delle chiome
Passione e competenza, ma anche molta gentilezza d’animo e altruismo. È questo ciò che traspare dalle pagine de La timidezza delle chiome, per trasmettere una corretta informazione sugli alberi e sulle loro necessità a tutti coloro che si approcciano alla lettura del saggio edito Rizzoli. Conoscere i processi degli alberi significa imparare a “concepire le reali possibilità che ti offre la vita, con misure e parametri diversi”. Le piante, infatti, a differenza di noi uomini, svegli, veloci e con una vita breve, hanno evoluzioni lente, della durata di una stagione o di centinaia di anni. Si scopre così, che anche le piante possono provare stress e risentono di ogni decisione che l’uomo attua nel loro habitat.
Il fenomeno della crown shyness
Per il suo primo libro Marcoè non ha scelto un titolo casuale: la timidezza delle chiome è anche quel fenomeno ben conosciuto in natura noto con il termine di crown shyness. Le chiome degli alberi si avvicinano ma non si toccano, creando uno spazio ben preciso tra un albero e l’altro, quasi intimidite dalla presenza reciproca. Ecco allora che lo sguardo umano che guarda verso l’altro trova davanti a sé il ricamo perfetto di Madre Natura.
In cima al verde, dove tutto cambia
Accanto a Pietro, molti altri appassionati lo seguono nella sua avventura da arboricoltore. In cime a quelli che ormai vengono considerati come dei veri e propri pazienti, ma anche degli amici silenziosi, la visione cambia. Da quelle querce alte più di trenta metri, si osserva il mondo sottostante, rendendosi conto di come noi abitanti del mondo di sotto siamo incapaci di pensare con la misura dei secoli, ma le piante sì: ci vedono passare, ci osservano.