Da cosa nasce cosa – i metodi del design narrati da Bruno Munari

“Da cosa nasce cosa” è quasi un classico, per chi si occupa di design. Scritto da Bruno Munari e pubblicato da Laterza, è uscito, per la prima volta, nel 2010.

Da allora, grazie all’apprezzamento dei lettori, si sono susseguite diverse edizioni, con copertine rinnovate (la più recente – “fresca di stampa” – è di quest’anno).

Non è un libro per iniziati, ma una collezione organizzata di appunti, che partono da un assunto: la progettazione non è un talento di pochi; una scintilla di creatività alberga in ognuno di noi.

È un concetto che appare banale, ma l’operazione divulgativa ha tutt’altro carattere; Bruno Munari usa una narrazione leggera ed empatica, per mostrarci i percorsi che portano dall’idea all’oggetto.

Trasformare un’intuizione in qualcosa di tangibile, accompagnando il pensiero con un movimento della mano, per disegnarne i confini, diventa quasi un gesto di libertà.

Il metodo proposto non è complesso. Parte dalla definizione del problema e da un’analisi  attenta dei dati disponibili, per solleticare quelle intuizioni che riescono a “rimodulare i pezzi”.

Seguono consigli su come scegliere i materiali, assemblare le componenti e sperimentare con cura e gusto ludico, per eliminare gli inevitabili difetti.

Il design nasce sicurmente dall’amore per la cultura e dalla conoscenza del “già proposto”, ma il testo di Munari scorre piacevolmente, senza troppe nozioni, perché, al centro, c’è il suo sguardo sul mondo.

L’autore

Bruno Munari è nato nel 1907 e ha attraversato quasi tutto il XX secolo.

È stato un artista multidisciplinare: designer, fotografo, pittore, scultore e autorevole esponente del futurismo milanese, a cavallo tra gli anni ’50 e i ’60.

Ha scritto testi tecnici e divulgativi, usando, con linguaggi diversi, lo spirito empatico di “Da cosa nasce cosa”, all’insegna del suo interesse per i giochi e per il mondo dei bambini.

Sarebbe riduttivo cercare di riassumerne il percorso creativo, venato di poesia, in poche righe, quindi ci limitiamo a elencarne, in parte, i riconoscimenti.

Ha ricevuto 3 volte il Compasso d’Oro dell’ADI (più una alla carriera), la medaglia d’oro della Triennale di Milano, il premio Lego per i contributi ai giochi dei bambini, la laurea honoris causa, in architettura, a Genova, il premio della Japan Design Foundation

Anche questo elenco sarebbe lungo, ma i titoli non erano così importanti per l’uomo che volle concepire le macchine inutili, oggetti di pura sperimentazione sui temi della percezione.

Per i credits, le immagini della galleria sono tratte dal sito web di Laterza, dov’è possibile reperire le altre opere di Munari.