Franco Grignani: alla scoperta dell’innovazione novecentesca

Designer, pittore e architetto italiano, Franco Grignani ha lasciato un profondo solco in Italia in materia di sperimentazione tecnico-grafica, soprattutto grazie agli studi sulla Psicologia della forma. Una mostra antologica a lui dedicata aiuta a fare il punto sulla complessità della sua ricerca polisensoriale e polisettoriale: il suo modo di intendere fotografia, grafica e arte sono infatti al centro dell’esposizione del m.a.x. museo di Chiasso fino al 15 settembre.

Curata da Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini, l’esposizione è stata costruita con le testimonianze di numerosi colleghi svizzeri che hanno collaborato con Grignani ed è il risultato della ricerca effettuata sull’Archivio di famiglia, sui Fondi del Museo della Fotografia Contemporanea MUFOCO di Cinisello Balsamo e Aiap – Associazione italiana design della comunicazione visiva.

Franco Grignani, Grandangolare, 1965, tecnica mista su cartone Schoeller, 75 x 104 cm, Collezione privata, © Matteo Zarbo
Franco Grignani, Grandangolare, 1965, tecnica mista su cartone Schoeller, 75 x 104 cm, Collezione privata, © Matteo Zarbo

Suggestioni grafiche nella mente dell’osservatore

L’accurata selezione di trecento tra opere e materiale di archivio – in parte inediti – permette dunque un’esplorazione a tutto tondo della carriera di Grignani, dalle prime prove sperimentali fotografiche all’anticipazione di quella che sarebbe diventata Optical Art, passando per i risultati eccezionali ottenuti nel campo della grafica pubblicitaria.

Tra i marchi con cui infatti collaborò ci furono Fiat, Pirelli, Arnoldo Mondadori Editore: emerge tra tutti Pura Lana Vergine, di cui nel 1963 disegna uno dei loghi più stimati nel panorama italiano. Si tratta di quell’icona dalla forma unica, che modella sinuose linee bianche e nere in un concept che richiama immediatamente alla mente un’idea concreta di morbidezza.

Franco Grignani, Progetto per il Marchio Pura Lana Vergine (Progetto prescelto), 1963, assemblaggio fotografico su cartoncino, 43 x 31.5 cm, Archivio privato, © Matteo Zarbo
Franco Grignani, Progetto per il Marchio Pura Lana Vergine (Progetto prescelto), 1963, assemblaggio fotografico su cartoncino, 43 x 31.5 cm, Archivio privato, © Matteo Zarbo

Dall’astrattismo geometrico ai processi della percezione visiva

Il celebre logo è l’emblema di tutta l’attività di Grignani, un precursore che ha scavalcato le definizioni del genere all’inseguimento di un’idea totale dell’arte, intesa a catturare i processi della percezione visiva e la natura nascosta delle forme.

Così, per esempio, la sue prove pittoriche si basano su forme virtuali realizzate attraverso l’intervento diretto sull’immagine tramite torsioni, rotazioni, accelerazioni e deformazioni. Oppure giocando con la visione attraverso ricostruzioni ai margini del campo visivo o nuove prospettive, come la riflessione su vernici, metalli o specchi deformanti. Sono i famosi traumi allo spazio, come li definì Gillo Dorfles, che rivoluzionarono le speculazioni artistiche della seconda metà del Novecento.

Tutta la ricerca di Grignani, in fondo, è racchiusa nella sua aspirazione alla polisensorialità totale, rifuggendo la piattezza della conformità:

Ciò che mi fa paura è l’ovvio, la banalità, il già fatto, il non senso.

La rassegna vanta collaborazioni con diverse istituzioni italiane, come il Museo della Seta di Como, che esporrà uno dei due foulard di seta realizzati per l’occasione, e NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, che ospiterà una serata di approfondimento sulla figura dell’artista poliedrico.