Lunedì 7 giugno 2021 aprirà al pubblico la mostra di fotografia “IO | N”, dedicata al maestro della fotografia off-camera Fabio Sandri. Presso il Gaggenau DesignElementi Hub di Milano, la mostra presenterà l’interpretazione del fotografo sul tema del coesistere con gli altri negli spazi. 

La mostra sarà composta da grandi installazioni fotografiche, realizzate senza l’ausilio della macchina fotografica. Il tema si basa sul fotografo che indaga sul rapporto tra l’io e il resto del mondo, ovvero lo spazio in cui è immerso. 

Questa prima mostra di fotografia è parte di un ciclo chiamato “Extraordinario”, ideato da Sabino Maria Frassà per ricominciare a pensare realmente al futuro. Questo ciclo di mostre è organizzato da Gaggenau e Cramu, in collaborazione con DesignElementi. Il filo conduttore dei temi di tutte le esposizioni è la riflessione sul coesistere con gli altri nello spazio urbano, sociale e architettonico.

“Extraordinario” è ispirato agli elementi alla base della storia di Gaggenau: il vetro, il metallo, il legno, la luce e l’invisibilità.

La mostra di fotografia di Fabio Sandri

La mostra è intesa come un percorso – grazie e attraverso lo spazio – di presa di coscienza dell’altro da sé, del Noi (da cui la natura quasi palindroma del titolo Io-Noi). L’arte di Fabio Sandri utilizza proprio la luce come strumento fondamentale della conoscenza, o meglio del disvelamento del reale, e si caratterizza per una concezione plastica del medium fotografico, indagato nella sua essenza, ovvero quale impronta su supporto fotosensibile a contatto diretto con la materialità dei luoghi o quale impronta continua del divenire temporale. Presenza umana e fisicità temporale precipitate nel materiale fotografico, opere in cui si sommano a volte impronte di film a quelle della situazione ambientale in processi aperti di costruzione.

“Per Sandri non esiste alcun grado di separazione tra l’io e l’altro da sé. Chi sono io? Io sono la realtà in cui esisto, mai da solo. Sono quindi anche tutto ciò che è altro da me in questa stanza e nello spazio. Sono a ben pensarci quell’infinito NOI a cui l’artista dà forma e sostanza attraverso la luce” spiega il curatore Sabino Maria Frassà.