La libertà che guida il popolo, di Eugène Delacroix (1798 -1863), è uno dei dipinti chiave del caposcuola del romanticismo francese.

Delacroix era un amico di Théodore Géricault, di cui amava la pittura per “la potenza del fare, la gagliardia e l’audacia”. Anche quest’ultimo era autore di un’altra famosa rappresentazione di gruppo – La zattera della Medusa – comunque diversa, per la sua inerzia, una dinamica opposta all’incedere della Libertà.

Il contesto storico

Fu per celebrare la Rivoluzione che si consumò dal 27 al 29 Luglio 1830 a Parigi, destituendo Re Carlo X e la dinastia dei Borboni, che Delacroix dipinse il celebre quadro.

L’opera, conclusa dall’artista nell’autunno del 1830, fu definita dal critico d’arte Giulio Carlo Argan “il primo quadro politico nella storia della pittura moderna”. Oggi La Libertà che guida il popolo è conservato al Museo del Louvre di Parigi.

La descrizione dell’opera

Al centro del dipinto spicca Marianne, allegoria della libertà e futura personificazione della Repubblica francese. La donna, che appare monumentale e impetuosa, è raffigurata con un abito giallo che le lascia scoperto il seno e l’ascella, dalla quale si intravede una leggera peluria (una vera provocazione per quei tempi).

Zattera della Medusa VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
La Zattera della Medusa di T. Géricault – Creative Commons – Foto @D. Jarvis by Flickr CC BY SA 2.0

Osservando la sua mano sinistra si può vedere che regge un moschetto a baionetta, mentre con la destra alza il tricolore, richiamando i valori che avevano guidato la Rivoluzione francese del 1789: libertà, uguaglianza e fratellanza.

Il rosso, il bianco e il blu della bandiera, si possono riscontrare, seppur limitatamente, anche nell’abbigliamento indossato da una giovane manovale che, speranzosa e a carponi, mani e piedi a terra, rivolge il capo a Marianne.

La figura allegorica, mostrata di profilo, avanza con forza e fierezza, assicurandosi che il popolo la segua. In cima al capo indossa un berretto frigio, altro simbolo rivoluzionario.

Le altre figure nel quadro

Le figure che circondano Marianne simboleggiano diverse tipologie di persone e status sociali. L’uomo vestito di bianco all’estrema sinistra del dipinto può essere identificato come un operaio, così come suggerito dagli abiti che indossa e dalla sciabola che regge in mano, un’arma tipica delle guerre napoleoniche.

Accanto a lui, Delacroix ha dipinto un intellettuale più giovane e di provenienza borghese. L’uomo indossa un cappello a cilindro nero e una camicia bianca. Completano la mise una cravatta e un cappotto nero. A differenza dell’uomo che ha accanto, l’intellettuale regge un fucile da caccia.

Tra gli insorti, Delacroix ha dipinto anche tre vittime, che colloca riverse a terra. Sul lato destro del dipinto, accanto a Marianne, si erge in piedi un altro giovane rivoltoso. Il ragazzo brandisce con violenza due pistole e indossa un berretto di velluto nero, in voga a quel tempo tra gli studenti. Sul suo petto è visibile una tracolla o una borsa da scuola, dove si può notare uno stemma ricamato.

Busto di Eugène Delacroix VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
Busto di Eugène Delacroix – Foto @Y. Jalabert by Flickr CC BY SA 2.0

Le tre giornate

Nel complesso, il dipinto rende brillantemente l’impeto e l’intensità della Rivoluzione delle Tre Giornate di Luglio, nella quale è un popolo variegato a farsi portavoce della Storia, anelando alla libertà.

Collegamenti con altre opere di Delacroix

Il massacro di Scio

Il topic della guerriglia è un tema ricorrente nelle opere di Delacroix, che, nel 1824, espose Il massacro di Scio, ispirato a un tragico episodio della guerra in Grecia per l’indipendenza dalla Turchia.

Su quello sfondo paesaggistico costellato da villaggi in fiamme, risalta un gruppo di prigionieri che attendono rassegnati la deportazione.

Sul lato destro del dipinto è visibile un cavaliere turco con una giovane donna legata al cavallo, in atto di estrarre la scimitarra per abbattere la madre della rapita.

Anche quell’opera impressionò profondamente la contemporaneità, per la grande libertà espressiva, l’uso dei colori brillanti, il tema esotico e l’incuranza della simmetria.

Massacro di Scio di Delacroix VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
Il massacro di Scio di E. Delacroix – @collezione Louvre Foto fmpgoh by Flickr CC BY NC ND 2.0

Il fondale della Libertà

Concludendo l’analisi della Libertà che guida il popolo con l’osservazione del contesto scenografico, è possibile notare la Cattedrale di Notre Dame visibile sul lato destro del dipinto, un’icona storica della città di Parigi. Delacroix ha firmato e datato l’opera in calce al profilo della costruzione.

I cromatismi scuri che virano al grigio hanno la funzione di far risaltare il tricolore francese, esaltando, anche nei toni, l’idea di Patria, concetto già presente nel suo pensiero di dipingere per essa.

La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix – eredità

Con questo articolato dipinto, Delacroix ha suggellato quella che è diventata sia un’immagine determinante del romanticismo francese, sia un’allegoria tra le più importanti e longeve della Rivoluzione.

Popolarità Libertà di Delacroix VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
Popolarita della Libertà di Delacroix – @Museo Louvre Foto I. Merodio by Flickr CC BY NC ND 2.0

Considerata forse troppo sovversiva dai contemporanei, il dipinto ha rappresentato, per le generazioni a venire, un simbolo della Francia repubblicana e di coloro che hanno saputo immolarsi per la libertà.

Laura Pagano

©Villegiardini. Riproduzione riservata

Potrebbero interessare anche: