Dal 26 novembre 2016, a Firenze, sta andando in scena un’esposizione d’arte, che anticipa i tempi su quello che molto probabilmente ci aspetta per i prossimi decenni. Non di certo una novità assoluta ma, sicuramente, ancora una nicchia nel vasto mondo delle esposizioni artistiche. Si sta parlando di Klimt Experience, la mostra che vivrà all’interno del capoluogo del Rinascimento europeo fino al 2 aprile 2017.

Com’è intuibile, si tratta di una mostra dedicata a Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Neubau, 6 febbraio 1918), uno dei maggiori protagonisti dell’arte contemporanea. La peculiarità dell’evento – ospitato dalla Chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte –  è che si tratta di un’esperienza immersiva e multimediale, prodotta  dal Gruppo C&T Crossmedia, società specializzata in installazioni interattive e non solo.

Per l’occasione, sono state selezionate oltre 700 immagini, tutte riprodotte dal sistema Matrix X-Dimension: un’esclusiva dell’evento fiorentino. Quella che viene proposta ai visitatori è un’immersione totale. Innanzitutto, ben 30 proiettori laser trasmettono sui megaschermi dell’installazione oltre 40 milioni di pixel, garantendo una definizione maggiore del Full Hd. In secondo luogo, a complemento di questa esperienza, per l’occasione si è investito nella tecnologia Oculus Samsung Gear VR: siamo all’interno di una tecnologia avanzata di virtual reality, sviluppata dalla società milanese Orwell, la quale letteralmente consente di entrare dentro le opere stesse, perdendosi e fondendosi con ogni dettaglio figurativo e cromatico.

La scelta di Klimt per l’occasione non è, ovviamente, casuale. Gustav Klimt, infatti, assieme ad altri artisti del suo tempo, riuniti intorno al gruppo della Secessione viennese, si è fatto promotore del mito dell’opera d’arte totale, che a inizio secolo significava ricercare una fusione totale tra tutte le arti e produrre, così, qualcosa di innovativo, che potesse permeare l’intera società di creatività e bellezza. Lo spirito della Secessione viennese è ripreso proprio dalla mostra Klimt Experience, in cui l’esposizione di tele di quasi un secolo fa con l’ausilio delle tecnologie contemporanee ricorda molto la meta rincorsa dai dissidenti austriaci di una fusione totale, protesa verso il futuro.

 

 

La possibilità di guardare con occhi completamente nuovi opere come il Bacio, l’Albero della vita, o Giuditta – opere ormai entrate a far parte delle cultura popolare – è stata resa possibile, oltre che da C&T Crossmedia, da The Fake Factory – studio diretto dall’artista e video designer Stefano Fake – e dal curatore, Sergio Risaliti. Da ricordare, poi, il patrocinio del Mibact e del Comune di Firenze.

 

Piero Di Cuollo

Via Santostefanoalponte.it