TESTO DI MARCO BAY / FOTO DI ALESSANDRO BELGIOJOSO

Il progetto realizzato da Marco Bay alla Bicocca di Milano: un parterre formato da lunghe siepi di bosso alternate a campiture di erbe ornamentali che contiene la grande scultura di Fausto Melotti

L’architettura industriale dell’Hangar è l’unica testimonianza sopravvissuta alla trasformazione urbana dell’intero quartiere Bicocca. Quartiere che rimane nella memoria visiva dei quadri di Mario Sironi dove le ciminiere, i grandi capannoni, le strade larghe e vuote sono i protagonisti indiscussi della scena. Hangar Bicocca è un luogo di promozione e divulgazione dell’arte. L’origine del progetto è stata l’apertura all’arte contemporanea di un vasto stabilimento industriale appartenuto al Gruppo Ansaldo e dedicato alla produzione di bobine per i motori elettrici dei treni.
Uno straordinario spazio museale internazionale che  può competere con la Tate Modern di Londra. Il progetto del giardino prende spunto dall’architettura industriale. La pavimentazione in cemento industriale è la medesima impiegata negli interni, con l’avvertenza di una finitura diversa, spazzolata per evitare lo scivolare durante la pioggia; i giunti sono realizzati in fasce di mattoni, quale richiamo alla facciata del corpo basso dell’edificio su via Chiese. Il disegno del giardino è caratterizzato da un bosco curvilineo e da un parterre formale. Un fittissimo e impenetrabile bosco verde, definito come un’ “onda vegetale” per la forma imposta alle piante, protegge il giardino dal disordine del paesaggio urbano e dalla ferrovia lungo la via Sesto San Giovanni. L’elemento vegetale impiegato per chiudere il giardino alla città è il Carpinus betulus, con un impianto di 3500 alberi e con differenti altezze in modo da garantire fin dall’inizio l’effetto di onda naturale; dal boschetto emergono grandi alberi di Sophora japonica assicurando in alcune zone ombra per l’estate. Lo spazio centrale del giardino è dominato da un parterre formale. Un muro in cemento protegge lo spazio e garantisce una lunga seduta perimetrale. Lunghe siepi di Buxus sempervirens si alternano a campiture di erbe ornamentali, queste si alternano in righe precise secondo le varietà: Miscanthus sinesis, Pennisetum alopecuroides, Panicum Virgatum con le loro differenti e soffici infiorescenze sottolineano il disegno del parterre e ondeggiano tra di loro e si fronteggiano con la monumentale elegantissima scultura, in acciaio corten, “La Sequenza” di Fausto Melotti.
In questa stagione il fitto bosco dopo l’oro imposto dal primo autunno ora fino a marzo insegue tutte le sfumature del ruggine della grande scultura.