I genealogisti più generosi fanno risalire le origini dei Contarini alla gens Aurelia Cotta di Roma, la quale, avendo ottenuto la prefettura del Reno, fu poi chiamata Cotta-Reni, o forse Conti del Reno, da cui poi Contarini. Di certo un Marco Contarini fu uno dei dodici cittadini che elesse il primo doge della Serenissima nel 697. Da lì l’appartenenza alle famiglie dette “apostoliche”. 

I Contarini vantano il primato di aver dato ben otto dogi alla Serenissima. Nei secoli si divisero in diciotto rami distinti. Il capostipite della famiglia Contarini di San Beneto è un tale Beneto, vissuto all’inizio del 1400. Suo nipote Domenico fu uno dei più celebri generali della Serenissima, e si deve probabilmente ai suoi nipoti la ricostruzione del palazzo nelle forme attuali. Nel 1527 ottenne da Francesco I di Francia i gigli che in seguito i Contarini di questo ramo portarono inquartati nel loro stemma. L’architettura dell’edificio è tradizionalmente attribuita a Sante Lombardo, figlio del grande Tullio. La bella facciata sullo stretto rio di San Luca è completamente rivestita in pietra d’Istria con incrostazioni di marmi policromi. Nel 1658 Domenico Contarini fu eletto centoquattresimo doge della Repubblica di Venezia. 

La dimora continuò ad arricchirsi di importanti opere d’arte, mantenendo quasi inalterata la struttura cinquecentesca. Nel 1748 il palazzo fu completamente ridecorato dai migliori artisti dell’epoca, per celebrare le nozze tra Giulio Contarini ed Eleonora Morosini. Il piano nobile è forse l’esempio più integro di dimora veneziana della metà del Settecento. 

Tutto è in stile Luigi XV, dai favolosi pavimenti alla veneziana, alle porte con “ferramenta” ancora originali, agli stucchi di Carpoforo Mazzetti Tencalla, agli affreschi di Fontebasso, Diziani e Brusaferro. Alle maestranze dei sopra menzionati pittori si deve l’esecuzione delle tre monumentali panche da androne, le quali, uniche nel loro genere per dimensioni e qualità pittorica, raffigurano entro trompe-l’oeil architettonici gli stemmi dei Contarini di San Beneto e dei Morosini di Santo Stefano. La decorazione, dipinta a olio su tavola, fu sicuramente eseguita durante la ristrutturazione del palazzo del 1748. Le panche si trovavano probabilmente nell’androne dell’edificio, e in tempi più recenti furono spostate sotto la loggia del cortile, purtroppo a contatto con gli agenti atmosferici e le inondazioni. Le panche si trovavano in pessimo stato di conservazione, con sollevamenti diffusi su tutta la pellicola pittorica, rifacimenti vari e pesanti riverniciature incoerenti.

Contarini

Il restauro sostenuto da Venetian Heritage ha permesso di poter ammirare nuovamente questi straordinari arredi settecenteschi. Palazzo Contarini a San Beneto è stato recentemente acquistato dal Comune di Venezia.