È il Nobel dell’Architettura, il premio dei premi a cui tutti i migliori architetti ambiscono. È il Pritzker Prize e quest’anno è stato un indiano ad aggiudicarselo: Balkrishna Doshi, una vita per l’architettura iniziata lavorando accanto a Le Corbusier a Parigi per poi tornare nella sua India per aprire lo studio Vastu-Shilpa.
Pritzker Prize per premiare il talento, la visione e l’impegno
Nato nel 1979 per volontà dei coniugi Pritzker e oggi sponsorizzato dalla Hyatt Foundation, è considerato uno dei principali premi per l’architettura nel mondo. Tale onorificenza viene assegnata ogni anno per onorare un architetto vivente le cui opere hanno dimostrato una combinazione di talento, visione e impegno, e in grado di produrre contributi consistenti e significativi all’umanità e all’ambiente costruito attraverso l’arte dell’architettura.
Riceverlo vuol dire entrare a far parte dell’Olimpo dell’Architettura, nonché ricevere cento mila dollari, un attestato e una medaglia di bronzo riportante l’iscrizione firmness, commodity, delight, i tre principi di tale arte secondo Vitruvio.
Balkrishna Doshi: una vita per l’architettura sociale
Nel 2018 è stato l’anno del primo architetto indiano a ricevere il Pritzker Prize: il novantenne Balkrishna Doshi, nato a Pune da una famiglia coinvolta nell’industria dei mobili da due generazioni, ha studiato alla Sir J.J. School of Architecture Bombay (Mumbai) ed è conosciuto principalmente per il suo lavoro nell’architettura residenziale sociale e per i suoi progetti di case a basso costo in quartieri e città povere o disagiate.
Iniziò a lavorare al fianco di Le Corbusier nello studio di Parigi per poi tornare in India per seguire i progetti del maestro a Chandigarh e Ahmedabad, tra i quali l’edificio per la Mill Owner’s Association Building e la Shodhan House. Nel ’56 Balkrishna Doshi fonda il suo studio Vastushilpa con cui ha firmato oltre 100 progetti, che includono spazi pubblici, istituzioni, gallerie e residenze private. Tra i suoi progetti più famosi il Tagore Memorial Hall di Ahmedabad e il quartiere residenziale di Aranya, un grande complesso di case che può ospitare fino a 80.000 persone nella città di Indore.
La motivazione del Pritzker
Influenzato dalle lezioni degli architetti occidentali che l’hanno preceduto – si legge nelle motivazioni del Pritzker – ha forgiato la sua visione artistica con una profonda riverenza per la vita, la cultura orientale e la forza della natura per creare un’architettura personale, intrecciata con immagini, suoni e ricordi del suo passato. Insieme a un profondo rispetto per la storia e la cultura indiana, tutti gli elementi della sua giovinezza – ricordi di santuari, templi e strade affollate ma anche profumi di lacca e legno del laboratorio di mobili del nonno – trovano modo di esprimersi nella sua architettura.