Come spesso ci capita di sentire, seguire le proprie passioni paga. È la storia di Valentina Grilli che, dopo un tortuoso percorso di studi di impronta scientifica, ha finalmente seguito la sua passione più grande: il disegno. Così oggi trasforma il tavolo da pranzo di casa sua nel piano d’appoggio di tavolozze e colori e condivide le sue opere su Instagram. La scoperta più piacevole? Non solo il successo e l’apprezzamento riscontrato dagli utenti, ma la capacità che l’arte ha ancora di far sgranare gli occhi e affascinare cuori e menti. Celebri i suoi ritratti di cervi, ricordo d’infanzia, che costellano il suo profilo social in grandi e piccole dimensioni. A VilleGiardini Valentina Grilli ha raccontato la sua giornata tipo, narrando del mare magnum di immagini che affollano la sua mente e che teme di perdere prima di riuscire a mettere su tela. Tra disegnatori apprezzati e progetti futuri, ecco la sua interpretazione dell’arte.
Da dove tutto ha inizio
- Ci racconti qualcosa di te? Qual è stato il tuo percorso di studi, come e quando ti sei avvicinata al disegno, di cosa ti occupi nella vita e come si svolge la tua giornata lavorativa tipo?
Mi potrei definire un fiore nel vento: fin da piccola ho sempre disegnato e amato la natura, le piante, il cielo e… gli animali. Questi due grandi amori, scontrandosi e incontrandosi mi hanno permesso di esprimermi, mettendo in figura la mia sfera più intima. Eppure, in gioventù non ho avuto il coraggio di “seguirmi”, di credere nelle mie capacità e nel mio talento; intrapresi un percorso di studi di stampo scientifico, molto sofferto e travagliato, e solo successivamente mi iscrissi a Beni Culturali. Studiare i grandi maestri continuò ad alimentare la parte più vera di me, quella devota all’espressione artistica.
È soltanto da pochi anni che ho iniziato a volermi realizzare come artista e per riuscirci sto investendo tutte le energie e tutto il mio tempo. Quando non scrivo i miei articoli la giornata è dedicata alla pittura o al disegno: la sveglia suona molto presto, per poi passare all’ “incontro“ con l’opera in corso e al dialogo con essa. Spesso, nei giorni particolarmente produttivi, non pranzo nemmeno: e le giornate sembrano volare!
- Sul tuo canale Instagram (@valentina_grilli_artist) pubblichi le tue meravigliose creazioni: disegni talmente veritieri che sembrano uscire dalla carta (o dallo schermo del proprio smartphone in questo caso) per entrare nel mondo quotidiano e farsi accarezzare e osservare da vicino. È principalmente il mondo animale il protagonista delle tue opere, specialmente un cervo – e qualche volta un cerbiatto – a far capolino più spesso.
È vero, i cervi sono i miei animali preferiti e a essi è legato un ricordo della mia infanzia molto speciale: quando ero piccola mi capitava di andare in montagna in compagnia di mio papà a cercarli, sgranavo gli occhi per poterne avvistare qualcuno tra i boschi. La loro innocenza mi ha sempre lasciato senza fiato, sentendola come una caratteristica che ci accomunava. A volte avevamo la fortuna di sentire i branchi correre: un suono meraviglioso a cui sono particolarmente legata.
Valentina Grilli, fautrice di un’arte sospesa
- Come definisci la tua arte?
La mia arte è un’indagine interiore quotidiana, ma se dovessi scegliere un aggettivo per connotarla al meglio credo proprio che la mia scelta ricadrebbe su “sospesa”. Nelle mie opere cerco sempre di lasciare un alone, un’atmosfera in bilico tra realtà e sogno, tra passato e futuro, proprio perché attingo a una dimensione che va al di là della realtà fenomenica.
Quindi, quando si definisce la mia arte “realista”, è assolutamente vero da una parte, e assolutamente errato dall’altra. Forse meglio un “veritiera”, perché cerca/cerco le verità assolute.
Grafite e olio su tela, le tecniche predilette
- Quali sono gli strumenti che utilizzi per i tuoi disegni? Matite o penne, tele in grandi dimensioni o piccole? Hai una tecnica che prediligi?
Sono nel bel mezzo di un periodo di grande sperimentazione! La tecnica che prediligo e che mi riesce senza alcuno sforzo è la grafite. Quando mi approccio a un soggetto con la matita non ho paura di affrontarlo, è una battaglia di cui conosco l’esito… positivo!
Da quattro anni mi sono anche avvicinata moltissimo all’olio. Grazie all’incontro con artisti straordinari come Maurizio Bottoni e Gianluca Corona ho iniziato a dipingere con una tecnica vecchia di 500 anni, complessa ma meravigliosa. È a lei che devo questo senso di verità che alberga nelle mie opere.
Per le dimensioni… grandi! Vedo la tela come un’estensione di me e in più, ho tanto da dire. Più la superficie è grande più mi sento a mio agio, anche se ultimamente sto eseguendo dei piccoli ritratti di animali a penna, committenze private per lo più, e sto imparando ad apprezzare anche questa tecnica.
- Descrivici il luogo in cui lavori.
Il mio studio è la mia casa. Arredata con tanto amore, è stata meditata affinché potesse ospitare la mia attività artistica. L’unico inconveniente è lo spazio: essendo di dimensioni ridotte occupo spesso il tavolo da pranzo per appoggiare tavolozze e colori. Così, per non interrompere il processo creativo, spesso si cena facendo dei pic-nic sul divano, davanti a un bel film. Infine, intorno a me dispongo sempre fiori freschi, coralli, farfalle, delicatamente poste nelle loro teche, e libri.
- Il tuo primo post su Instagram risale al 2014, un anno di grande fermento per i social e – ovviamente – anche i successivi. Come pensi sia cambiata la modalità di comunicazione per artisti come te? Aggiungerei anche per brand come la Staedtler, che spesso tagghi nei tuoi post, che erano dati per morti con l’avvento dell’era digitale e invece hanno saputo rinascere, senza snaturarsi, ma trovando una nuova modalità creativa di comunicarsi?
È da poco che ho ripreso a postare i miei lavori su Instagram. Ho iniziato per scherzo nel 2014 senza crederci davvero e abbandonando questo progetto in corsa d’opera senza considerarne le grandi potenzialità. Solo a dicembre, e solo perché spronata da persone che mi vogliono bene, ho ripreso le fila di questo cammino e progetto. È stato sorprendente tornare e vedere che con un impegno e dedizione costante la pagina iniziava a crescere. Ancor più soddisfacente è stato rendersi conto del fascino che ancora oggi esercita l’arte sulle persone. Instagram è una vetrina incredibile, forse la migliore per farsi conoscere e trovare delle collaborazioni con marchi come Staedler, Old Holland (i migliori colori a olio in commercio) o Fabriano, prodotti ottimi con i quali spero un giorno di poter intraprendere delle collaborazioni: sarebbe un do ut des fecondo per entrambi.
- Il tuo disegnatore preferito?
È una domanda complessa, ma credo proprio Albrecht Dürer: ha rappresentato per primo l’erba selvatica dando dignità a fiori come il tarassaco e i trifogli. Insomma, ha reso speciale l’erba!
Per le atmosfere pittoriche invece direi Andrew Wyeth, un realista americano straordinario che non ha mai rinunciato a quelle situazioni sospese a cui mi ispiro quotidianamente.
- Il disegno a cui sei maggiormente legata?
Una rosa a grafite, il regalo di una persona speciale e un giro di boa per la mia autostima. La vide Gianluca Corona e commentò che si trattava di un capolavoro. Solo allora capii che potevo davvero farcela in questo campo.
Un universo di immagini ancora da trasportare su tela
- Come vorresti suggellare il tuo percorso artistico?
Trovando una galleria seria, che creda nelle mie potenzialità e che mi faccia crescere piano piano. Ne ho due/tre in mente e incrocio le dita affinché prima o poi riesca a entrare nella loro scuderia di artisti.
- Quello che ancora non hai disegnato?
La mia mente è un universo di immagini, ma la mia esecuzione è lenta e ciò fa scaturire la mia più grande paura: temo sempre che tutte le immagini che popolano la mia mente un giorno svaniranno, prima che io sia riuscita a trasportale su tela.
Intanto, da quel mare magnum che abita la mia mente ho già messo in salvo una coppia di cervi con volo di uccelli: ho preparato un bozzetto e quest’estate mi metterò all’opera.