Come realizzare un orto verticale?

Non sai come realizzare un orto verticale? Ecco tutte le dritte utili per crearne uno tutto tuo!

Sicuramente l’esigenza di un orto verticale nasce dai problemi di spazio: probabilmente abiti in una grande città, e l’unico ambiente a disposizione per il tuo orticello è un piccolo balcone che non può accogliere spazi per ortaggi a lunga estensione.

L’ottimizzazione però è possibile: basta organizzare in verticale tutti i contenitori utilizzati per la coltivazione!

Orto verticale: quali piante?

Si parte dalla scelta delle piante: è meglio prediligere erbe aromatiche e ortaggi che non richiedono molto terreno, come i pomodori (crescono in larghezza e non hanno un’estensione pronunciata) e tutti i rampicanti, come zucche e zucchine. Con una piccola attenzione, però: che non intralcino l’esposizione al sole degli altri ortaggi a portamento cespuglioso che hai inserito nel tuo orto.

Da escludere completamente l’idea degli ortaggi perenni, come aglio, rafano e asparagi, perché per essere produttivi hanno bisogno di molte cure e di troppo spazio.

Orto verticale fai da te: l’organizzazione

Una volta stabiliti gli elementi del tuo orto verticale, ecco come organizzarli: procurati uno spazio organizzativo che si sviluppi in altezza, come gli scaffali. In commercio ne esistono di ogni varietà e prezzo, dalla plastica al legno, persino in ferro.

Inserisci il tuo scaffale nel luogo più soleggiato del balcone e prepara un’incerata o un telo resistente che possa essere utilizzato nella stagione delle piogge. Organizzare lo scaffale è un gioco da ragazzi: vasetti o contenitori ad hoc per l’orto verticale sono venduti in ogni negozio specializzato, come questo in polietilene.

Oppure puoi utilizzare il sistema delle fioriere a cascata: fissa al muro delle assi di legno per formare una rete e inserisci le tue fioriere in modo che l’acqua di irrigazione possa defluire in quelle sottostanti.

Con lo stesso sistema puoi riciclare anche i bancali (o le pedane) in legno, un’idea lanciata dalla blogger Fern Richardson e che ben si addice alla natura stessa dell’orto verticale: la sostenibilità ambientale e, perché no, l’autoproduzione.