Nel quartiere Koenji di Tokyo, House NA dell’architetto Sou Fujimoto è uno scenario di vita domestica alternativa e contemporanea che celebra il “quieto dinamismo” del popolo giapponese.

“Il legame tra la città, l’architettura, l’arredamento e il corpo”

House NA. Sou Fujimoto, 2011, Tokyo © 準建築人手札網站 Forgemind ArchiMedia (CC BY 2.0)
Plastico di House NA. Sou Fujimoto, 2011 © 準建築人手札網站 Forgemind ArchiMedia (CC BY 2.0)

Completata nel 2011, House NA di Sou Fujimoto si inserisce nel tessuto urbano della città di Tokyo come un volume trasparente, esaltato dalla compattezza degli edifici all’intorno. La casa è stata costruita su un lotto costretto e di dimensioni ridotte che, usando un’immagine richiamata dal progettista, si ramifica in altezza come un albero. In questo senso non esistono piani standardizzati, piuttosto una sequenza di superfici orizzontali poste a quote differenti e collegate da scale, che riflettono la singolare influenza del Raumplan di Adolf Loos. La contaminazione occidentale è stata intrecciata con lo spazio delle abitazioni tradizionali giapponesi: House NA può essere un unico ambiente, oppure adattarsi alle molteplici esigenze degli individui, secondo infinite possibilità di personalizzazione in cui l’arredamento si identifica con l’architettura. La libertà compositiva, consentita dalla distanza variabile tra un livello e l’altro, diventa strategica nel descrivere spazi intimi e sociali. Ecco quindi che una piastra, di area compresa tra i 20 e gli 80 metri quadrati, posta a un’altezza di soli cinquanta centimetri dall’inferiore e un metro dalla superiore, può essere, nei vari momenti della giornata, tavolo da pranzo, zona studio o relax. Fluidità e vivacità sono state combinate in una figura leggera, in cui prevalgono i toni chiari del legno di betulla e il bianco dell’esile struttura puntiforme in acciaio.

L’architetto Sou Fujimoto

Tra i progettisti contemporanei più influenti, Sou Fujimoto si è laureato in architettura presso l’Università di Tokyo nel 1994 e, solo sei anni dopo, ha aperto lo studio Sou Fujimoto Architects e intrapreso l’attività di insegnamento accademico in alcune prestigiose università del Giappone. Le sue prime esperienze professionali sono state riconosciute, per tre anni consecutivi a partire dal 2005, dagli Architectural Review Awards, nella categoria “Giovani architetti internazionali”. Negli anni immediatamente successivi ha ottenuto il premio AIJ, dall’Architectural Institute of Japan, e il Leone d’oro alla Biennale di Venezia per il progetto ‘Architecture possible here? Home-for-All’, esposto nel Padiglione del Giappone. Protagonista di opere che indagano la natura della dimensione domestica e collettiva, è stato l’architetto più giovane chiamato a realizzare il Serpentine Gallery Pavilion 2013 di Londra.

Andrea Zanin

 

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