Henri Labrouste è conosciuto principalmente come architetto della Biblioteca Sainte-Geneviève a Parigi e come restauratore del sito storico della Biblioteca Nazionale di Francia in cui ha progettato la sala di lettura che prenderà il suo nome. Dopo aver trascorso alcuni anni a Roma aprì un proprio laboratorio di formazione diventando il centro del movimento razionalista. Scoprì per primo l’importanza del ferro in architettura.

La formazione

Henri Labrouste è nato l’11 maggio 1801 a Parigi ed è morto il 24 giugno 1875 a Fontainebleau.

Proveniva da una famiglia benestante, il padre che faceva parte del consiglio dei cinquecento, uno dei fratelli più grandi era architetto ed un altro era direttore di un collegio nella capitale francese. Frequentò l’ École royale des beaux-arts nello studio Lebas-Vaudoyer nel 1819. Il vero punto di svolta è stato sicuramente l’aver vinto nel 1824 il Grand Prix de Rome per il suo lavoro sul tema della Corte di Cassazione.

Il viaggio a Roma

I vincitori del Grand Prix de Rome alloggiavano per cinque anni a Villa Medici a Roma. Negli ultimi mesi del 1824 lasciò Parigi per recarsi a Roma. Prima di arrivare nella capitale visitò anche molte città italiane come Torino, Milano, Piacenza, Parma, Bologna, Modena, Arezzo e Firenze.

Henri Labrouste presentò diversi disegni del Tempio di Antonino e Faustina, del Colosseo e del Teatro di Marcello. Nel 1828 visitò e si fermò a lungo a Paestum dopo studiò approfonditamente i suoi templi. Nel 1829 venne la volta di visitare le tombe etrusche di Tarquinia, Sutri e Tivoli.

Le biblioteche

Una volta tornato in Francia nel 1930 apre il suo studio a Parigi. Dopo essere stato nominato architetto per la decorazione del ponte della Concordia a Parigi, lui e suo fratello Theodore presentarono più di dieci progetti ma nessuno dei quali fu accettato. Successivamente Labrouste concentrò la sua attività sulle tombe del barone di Ridèle e della famiglia Brunet per il cimitero parigino di Montparnasse.

Nominato architetto dei monumenti storici nel gennaio 1838, Henri Labrouste intraprese il suo primo lavoro di restauro. L’anno dopo fu incaricato di progettare un nuovo edificio per le collezioni della Biblioteca Sainte-Geneviève. Questo edificio diede molti spunti a Labrouste per la costruzione della sala di lettura della biblioteca nazionale di Parigi di qualche anno dopo.

Sala di lettura della biblioteca Sainte-Geneviève
Sala di lettura della biblioteca Sainte-Geneviève – ©Victortsu (CC BY-NC 2.0)

Successivamente Labrouste ottenne la nomina di architetto del seminario di Rennes e della Biblioteca Imperiale nel 1854, succedendo a Louis Visconti. Propose un progetto per l’ampliamento della Biblioteca nazionale di Parigi, che fu iniziato nell’autunno del 1857 partendo dalla grande sala di lettura.

Nel 1865 costruì l’Hôtel Vilgruy di Place François-Ier a Parigi, l’anno dopo fu eletto all’Académie sostituendo Jacques Hittorff ed il 2 giugno 1868 fu aperta al pubblico la nuova sala di lettura della Biblioteca nazionale.

Biblioteca Sainte-Geneviève

La vecchia biblioteca Sainte-Geneviève divenne di proprietà dello stato nel 1790 e da lì in poi perse il suo scopo inizialmente diventando una scuola, poi un ospedale e per finire una prigione finchè non fu resa necessaria la demolizione. Nel 1838 Henri Labrouste curò la costruzione del nuovo complesso.

Si tratta della prima biblioteca in Francia costruita come edificio autonomo e perciò non ammessa all’interno di una scuola o di un monastero. Doveva essere costruita su una stretta striscia di terra, lunga 85 metri e larga circa 20, situata sulla cima del monte Sainte-Geneviève e affacciata sul Panthéon di Parigi. L’edificio si discostava dallo stile neoclassico in voga all’epoca per i grandi edifici pubblici ed era caratterizzato da uno stile molto più sobrio, raffinato e razionalista. Si presenta come un grande quadrilatero rettangolare dall’apparenza compatta e spoglia.

La facciata offre un dettaglio architettonico significativo, infatti, tra ogni finestra è posizionato un grande picchetto di ferro. All’interno sono presenti degli archi tenuti insieme da tiranti che è come se perforassero la facciata senza avere nessun motivo strutturale. Sul muro esterno, perciò, è possibile scorgere delle rondelle di ferro incorniciate da un motivo scolpito con tre fiori. Sicuramente questo elemento non era destinato agli spettatori ma era più che altro un messaggio di Henri Labrouste verso i suoi colleghi. Era, infatti, convinto che dovessero mostrare con orgoglio e sottolineare la funzione e le decisioni costruttive.

Henri Labrouste biblioteca
Biblioteca Sainte-Geneviève – ©Victortsu (CC BY-NC 2.0)

La sala di lettura

La sala di lettura è costituita da un ampio salone diviso in due navate da un colonnato centrale. L’interno non è diviso e forma uno spazio rettangolare lungo 80 metri, largo quasi 20 metri e altro 15 metri. L’insieme è molto luminoso grazie alle grandi finestre disposte in altezza lungo tutta la stanza. Il soffitto è formato da due volte sostenute da archi che poggiano su colonne portanti in pietra integrate nelle pareti ma anche sulle colonne in ghisa scanalate che, a loro volta, trasferiscono la loro peso ai pilastri al piano terra.

Sala di lettura della biblioteca Sainte-Geneviève
Sala di lettura della biblioteca Sainte-Geneviève nel 1859

Biblioteca Imperiale

A Henri Labrouste fu affidato nel 1854 il compito di modernizzare e ampliare gli spazi conservando, almeno in parte, i locali storici della biblioteca imperiale. Nel 1861 iniziarono i lavori per la costruzione della sala di lettura sul lato sud del cortile d’onore, oggi chiamata sala Labrouste, che non fu inaugurata fino al 1868 al termine dei lavori di tutta la biblioteca nazionale di Parigi.

Per creare il soffitto si è ispirato alle cupole bizantine, dando alla stanza l’aspetto di un santuario. L’architetto ha poi sfruttato le possibilità del metallo, materiale già utilizzato a Sainte-Geneviève, e ha usato il vetro per le cupole così da inondare lo spazio di luce. Labrouste scelse anche decorazioni in terracotta, che erano più costose ma più durevoli del gesso, e avevano il vantaggio di riflettere la luce.

Dal 1854 al 1858, lavorò alla ricostruzione della parte orientale della biblioteca: salvò alcuni elementi, come l’Hotel Tubeuf e la Galerie Mazarine, che integrò in un insieme armonioso costituendo oggi la Cour Tubeuf e il Jardin Vivienne.

Nel 1862, iniziarono i lavori per il negozio centrale delle stampe. Ha creato un edificio estremamente funzionale dislocato su 4 livelli ed illuminato da un tetto di vetro zenitale. La sua struttura è tutta in metallo, con solo le scaffalature in legno.

Confronto tra la sala di lettura della Biblioteca Nazionale e quella a Sainte-Geneviève di Parigi

Una volta costruita la biblioteca Sainte-Geneviève, il cui design moderno e l’architettura razionale furono ampiamente lodati, soltanto pochi anni dopo si dedicò alla Biblioteca Nazionale di Parigi e alla sua grande sala di lettura. Qui Labrouste sviluppò un approccio radicalmente diverso, ma altrettanto innovativo.

Se per la sala di lettura a Sainte-Geneviève l’architetto di Parigi aveva adottato la forma tradizionale della biblioteca a galleria mentre per la Biblioteca Nazionale preferì la pianta quadrata.

L’utilizzo di un’ingegnosa struttura metallica indipendente dalla muratura è comune sia per la Biblioteca Imperiale che per quella a Sainte-Geneviève.

Anche se con qualche differenza, entrambe le biblioteche di Labrouste saranno celebrate per il loro modernismo e l’ingegnosità del loro design e ben presto saranno copiate in tutto il mondo.

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La sala Labrouste della Biblioteca Nazionale di Francia

Maria Giulia Parrinelli

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