Il Grande Cretto di Burri rivive a Ragusa
O lo ami o lo odi: è il Grande Cretto di Burri, esposto in un curioso progetto in mostra a Ragusa con il titolo The Dance of the Living Stones, a cura di Angelo De Grande.
Dopo l’enorme successo di Milano, la mostra torna nella Sicilia che si preoccupa di raccontare: l’appuntamento è dal 15 al 25 luglio alla galleria Sudestasi Contemporanea del capoluogo ibleo.
Si tratta di un progetto di arte totale, che mescola la danza con il teatro, la scultura con la land art. Arriva al culmine di un lavoro di riprese svoltesi nell’agosto del 2016 nel Grande Cretto di Alberto Burri a Gibellina, costruito sulle ceneri dei ruderi del paese distrutto dal terremoto del Belice del 1968.
I dettagli del cortometraggio: la parola a De Grande
La danza di donne e uomini seminudi, ricoperti di creta bianca e nera, si muove sinuosa al suono della musica indie dei Mashrooms, esaltando i blocchi di cemento eretti dall’artista umbro tra il 1984 e il 1989.
Lo scopo del progetto lo racconta lo stesso De Grande:
“Volevo valorizzare quest’opera grandiosa, completata solo nel 2015 che ora deve affrontare un restauro, per far tornare bianca la parte ingrigita. Il video è testimone anche di questo momento di transizione”.
E sulla scelta dei colori predominanti, non ci sono stati dubbi:
“Mi è venuto in mente di usare due entità, la bianca e la nera, simbolo dello scontro generazionale e della Sicilia, luogo di contraddizioni, dove nulla cambia, anche se passano le persone. La lotta è infida, ma c’è armonia. La pelle raggrinzita degli attori rimanda al concetto di ferita, frattura, cretto. Ma la chiave di lettura è aperta”.