Una struttura di atomi di carbonio, disposti su un solo strato, foglio monoatomico a celle esagonali, costituisce il grafene. Solo teorizzato per anni, il materiale è stato realizzato nel 2004, all’interno dei laboratori dell’Università di Manchester, da 2 fisici: Gejm e Novoselov.

Erano riusciti a crearne una versione a doppio strato e a costruire un transistor, prima delle innumerevoli applicazioni di un sostanza unica: leggera, più resistente dell’acciaio, ottimo conduttore elettrico e di calore, trasparente e impermeabile.

Il grafene ha regalato loro il premio Nobel, nel 2010, e aperto splendide opportunità, ancora in parte inesplorate, alla ricerca tecnologica, alla produzione industriale, al bio-medicale e – dato che ci interessa – all’architettura, al design di oggetti e arredi, alla moda e ai processi di stampa 3D.

Il carbonio in fibra, per le sue virtù, era già utilizzato in ambito navale, automobilistico e sportivo, nei segmenti di fascia alta. Ora, la nuova forma stratificata-ipersottile, suggerisce nuove idee, come la realizzazione di tessuti o abiti con inserti elettronici (invisibili) in grado di rilevare dati biometrici.

Tali tessuti potrebbero anche interfacciarsi, con  interaction design tutto da pensare, ad oggetti distanti. Con inserti di grafene o con grafene applicato in lamine, i capi possono poi essere antistatici, traspiranti e riscaldare o raffreddare il corpo.

Il nuovo materiale, oltre ad essere leggero e resistente, ha gradevoli effetti di vestibilità ad personam, adattandosi con dolcezza a chi lo indossa … abile “sarto invisibile” per un comfort su misura.

Applicazioni del grafene sono già disponibili per la produzione di gioielli, a supporto delle strutture portanti. Arredi e oggetti costituiscono, naturalmente, campi d’applicazione molto vasti per il “wonder material”, com’è stato battezzato … il materiale delle meraviglie.

Il grafene, in teoria, ha anche caratteristiche di eco-compatibilità; ha processi produttivi senza emissioni e rende realizzabili prodotti privi di inserti inquinanti, prima necessari per migliorare le caratteristiche di plastiche e tessuti.