Villa Ghigi: il polmone bolognese
A Bologna c’è un parco aperto al pubblico di grande importanza: è Villa Ghigi, situata a sud dell’area urbana. Edificata dalla famiglia Volta, la Villa passò nel 1840 sotto la proprietà di Calisto Ghigi, da cui prende l’attuale nome.
Inserita all’interno del parco attualmente del Comune di Bologna, la villa in realtà non è più agibile ma racconta ancora i suoi fasti storici attraverso il parco, aperto al pubblico nel 1975.
Il parco è uno dei più ampi della città: si estende infatti per una trentina di ettari fuori Porta San Mamolo. In una valletta appartata ma non lontana dal centro storico, si estende dunque offrendo una pregevole vista della città felsinea. Non molto lontano, infatti, si trovano Villa Aldini, il Convento dell’Osservanza e dell’Eremo di Ronzano.
Qui si estendono filari di alberi da frutto, querceti, pioppi e ontani, oltre ad un grazioso boschetto ornamentale di origine cinquecentesca nei pressi della villa.
Il patrimonio botanico offerto da Villa Ghigi è notevole: offre infatti un’estesa rassegna delle specie spontanee della collina, tra cui roverelle, un gruppo di faggi ottocenteschi e alcuni maestosi esemplari arborei esotici come il cedro dell’Himalaya.
Di grande importanza è la diversità faunistica, soprattutto quella avicola, ma negli ultimi anni la zona si è arricchita della presenza anche di caprioli e cinghiali.
Tra le realizzazioni più importanti si segnala il cosiddetto Frutteto del Palazzino, che custodisce il germoplasma delle più antiche piante da frutto dell’Emilia Romagna.
Attualmente la gestione del parco è affidata alla fondazione omonima della Villa, che si occupa del restauro e della cura dell’area verde che, tra le tante iniziative interessanti, offre dei servizi di educazione ambientale per le scuole e l’Università.
Perché la salute dei luoghi della natura non è scontata come sembra.