Era il mese di giugno del 1929 quando la famiglia Balla si trasferì nell’abitazione di Via Oslavia, nel quartiere romano Della Vittoria. Il Maestro torinese, insieme alla moglie e alle figlie, varcarono la soglia di quella che diverrà per loro la casa della vita, il luogo d’elezione elevato a opera d’arte, nel quale l’artista visse fino alla morte, nel 1958.

Balla
La camera da letto di Luce, la prima figlia di Giacomo Balla

Con la sua idea innovativa di bellezza, lontana da ogni forma espressiva tradizionale e ispirata al dinamismo della vita moderna, Giacomo Balla riuscì a trasformare un normale appartamento borghese in un autentico capolavoro, traducendo in uno spazio concreto l’emblematico testo che scrisse qualche anno prima con l’amico Fortunato Depero, il “Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo”, nel quale l’esigenza di un’arte totale aspirava a influenzare molti aspetti dell’esistenza attraverso una radicale trasformazione dell’ambiente: dall’arredo alla moda, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza, dal manifesto pubblicitario alla progettazione dell’oggetto d’uso.

Casa Balla

Se Depero si dedicò a dar vita ad arazzi e cuscini dalle linee forti e dinamiche, Balla con la sua dimora riuscì, con ambizione, a immergere la sua stessa vita in un luogo dove i confini tra le discipline vengono abbattuti.

Balla
Il lungo corridoio di ingresso, completamente dipinto con forme e colori caleidoscopici.

Impossibile trovare uno spazio bianco sulle pareti. Colori sgargianti e forme caleidoscopiche invadono tutti i 150 metri quadrati di questa scatola magica, custodita fino agli anni 90 da Elica e Luce, le figlie del maestro, che seguirono le orme del padre e dedicarono la loro vita all’arte.

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Un dettaglio della camera di Elica, la secondogenita di Giacomo Baslla, che si affermò in campo artistico

Di fronte all’ingresso si apre il soggiorno affollato di cavalletti. Campeggia l’enorme pannello “Le mani del popolo” in cui due mani aperte a calice tendono verso la Stella d’Italia, incarnazione astratta di un culto mistico della patria.

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Il soggiorno dove sono disseminati cavalletti dalle linee asimmetriche, realizzati da Giacomo Balla con materiali di recupero

Procedendo verso l’interno, si attraversa lo studio-atelier con bozzetti e schizzi inediti e le due camere di Elica e Luce. Queste preferirono alle forme esplosive del futurismo toni più delicati con decorazioni di stampo floreale.

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La camera della secondogenita di Balla, Elica, in cui spicca una porta dagli scomparti dipinti con motivi vegetali

Per scoprire tutti gli ambienti di questa opera d’arte totale, Casa Balla sarà aperta al pubblico fino al prossimo 21 novembre per celebrare i 150 anni dalla nascita del pittore e teorico futurista. Un’occasione per avvicinarsi all’universo privato e creativo di un uomo che riuscì a trasformare il suo spazio di vita quotidiano in un capolavoro assoluto. 

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Foto di: M3Studio Courtesy Fondazione MAXXI

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Dettaglio del corridoio con appesi abiti e accessori dalle decorazioni dinamiche, in puro stile futurista
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