Georges Braque, insieme a Pablo Picasso, fu uno degli indiscussi padri fondatori del cubismo. Nature Morte che raffigurano tavoli con oggetti e strumenti musicali sono i soggetti principali nella maggior parte della sua produzione artistica.
Biografia
Georges Braque nacque il 13 maggio 1882 ad Argenteuil-sur-Seine in Francia. Quando aveva 8 anni si trasferì a Le Havre. Dunque la sua avventura nel mondo dell’arte iniziò molto presto. Nel ventennio precedente Argenteuil-sur-Seine e La Havre furono città protagoniste del movimento impressionista. Inoltre suo nonno e suo padre gestivano un’impresa di verniciatura. Durante gli anni della formazione, coltivò una forte passione per gli sport, come la boxe, e per la musica. Imparò a suonare il flauto e la fisarmonica.
All’età di 17 anni Braque si trasferì a Parigi per lavorare come decoratore e iniziò a seguire un corso serale di pittura. Successivamente decise di iscriversi all’Accademia Humbert. Durante questo periodo apprese la manipolazione dei materiali e l’arte dell’artigiano, come l’imitazione delle venature del legno. Per un breve periodo frequentò anche la Scuola di Belle Arti. Dopo un anno di servizio militare decise di dedicarsi totalmente all’arte.
L’incontro con Pablo Picasso
Una chiave di svolta per la sua carriera fu il contratto con il gallerista Daniel-Henry Kahnweiler nel 1907. Egli fece conoscere Georges al poeta e critico d’avanguardia Guillaume Apollinaire, che a sua volta lo presentò a Pablo Picasso con il quale nacque una profonda amicizia, significativa per tutto il mondo dell’arte.
Nel 1912 sposò Marcelle Lapré. Si trasferì a Sorgues, una piccola città vicino ad Avignone.
Partecipò alla prima guerra mondiale come sergente di fanteria. Fu premiato due premi al valor militare nel 1914. Nel 1915 subì un grave trauma cranico nella battaglia di Carency, che gli provocò anche una cecità temporanea. Trascorse diversi mesi in ospedale e un lungo periodo di convalescenza nella sua casa di Sorgues. Inziò a scrivere degli aforismi e nel 1917, grazie al suo amico poeta Pierre Reverdy, furono pubblicati nella rivista Nord-Sud come Pensieri e riflessioni sulla pittura. Uno di questi recita:
“Si può deviare un fiume dal suo corso, non farlo risalire alla sorgente”
Nonostante il duro infortunio, grazie all’aiuto di sua moglie Marcelle, Braque tornò a praticare la sua più grande passione.
Il successo
Negli anni Venti iniziò il periodo di successo e di riconoscimenti internazionali. Entrò a far parte di circoli colti e benestanti della società francese. Nel 1924 ebbe anche l’occasione di esporre quattordici opere al Salon d’Automne, che anni prima lo aveva rifiutato.
Dopo la seconda guerra mondiale, Braque introdusse nuovi argomenti nella sua pittura, ovvero oggetti ordinari, come i fiori, eroi e divinità greche. Tra il 1948 e il 1955 creò la sua serie di opere intitolate “Ateliers“, l’ambiente che l’artista più conosceva e amava. Dedicò agli “Uccelli”, interpretati come simbolo vivente della libertà, la sua ultima serie, realizzata tra il 1955 e il 1963.
Negli ultimi anni della sua vita l’artista Georges Braque fu onorato con importanti mostre in tutto il mondo, compreso il Louvre.
Morì il 31 agosto 1963 nella sua casa di Parigi.
I primi dipinti e la parentesi fauvista
Nei primi dipinti del giovane artista Georges Braque emerge l’influenza degli impressionisti. Claude Monet, Camille Pissarro e soprattutto Paul Cézanne furono suoi grandi punti di riferimento. Nel 1905 Georges Braque iniziò a sviluppare un proprio stile e una propria tecnica esecutiva mista. In quello stesso anno visitò la terza edizione del Salon d’Automne a Parigi e rimase impressionato dalla settima sala dove furono esposte le opere del gruppo di avanguardia sopraprannominato “Fauves” (“belve”, 1905-1907). Ben presto Braque divenne un fauvista, abbracciando l’idea di una pittura istintiva ed estremamente colorata. Lavorò ad Anversa (Belgio) e poi a L’Estaque, vicino Marsiglia.
Risale al 1906 il dipinto Paesaggio dell’Estaque. Utilizzò con arbitrarietà colori violenti per la vegetazione, il cielo e le ombre. Marcò in modo netto con il blu i contorno di alberi e case. Semplificò le forme. Era questa la sua “pittura fisica”.
Nella primavera del 1907 Braque espose alcuni suoi dipinti al Salon des Indépendants di Parigi. Furono tutti venduti.
Braque in realtà preferiva la riflessione e la misura. Raramente eseguiva direttamente i suoi capolavori, per questo oggi sono conservati molti schizzi preparatori di dipinti, arazzi e sculture.
La parentesi cubista
L’amicizia con il pittore Pablo Picasso fu sicuramente significativa per la carriera di Georges Braque. Mentre il fauvismo volgeva al termine, al contempo in Francia stava nascendo il cubismo, un movimento rivoluzionario di cui Picasso e Braque furono capostipiti.
Le prime manifestazioni del cubismo risalgono al 1907. Significativo è l’olio Casa dell’Estaque (1908), dove l’artista rappresentò un gruppo di case fra gli alberi. Volumi squadrati e tozzi illustravano le case così come si presentavano alla sua memoria.
Ed è proprio guardando tale opera, esposta nel 1908 al Salon D’Automne, che nacque il termine cubismo. Matisse ne diede un giudizio negativo e la definì composta da “piccoli cubi”. In questo quadro ogni casa è vista da una propria e autonoma prospettiva.
Cubismo analitico (1909-1912)
Gli artisti Picasso e Braque collaborarono quasi come un uomo solo nei prolifici anni del cubismo analitico, caratterizzato da:
- Simultaneità di momenti spazio-temporali diversi
- Soggetto indistinguibile
- Oggetti della realtà quotidiana frammentati nei loro principali piani
Essi si ispirarono all’arte di Paul Cézanne e all’arte primitiva delle sculture africane e dell’arte egizia. Nel suo tempo libero, infatti, Georges Braque amava frequentare il Louvre e ammirare soprattutto le opere egizie e greche.
Inoltre dai Fauves, i cubisti recuperarono alcune strategie, quail l’abolizione della prospettiva e della profondità. Il risultato furono tele affollate di soggetti scomposti e quasi irriconoscibili.
Crearono un’arte quasi astratta, nuova e per alcuni versi rivoluzionaria, mai vista nella storia della pittura: un’arte caratterizzata dalla rottura formale delle forme e dello spazio, dalle molteplici fonti di luce e i contorni spezzati.
Cubismo sintetico (dal 1912)
Nel 1912 si passò ad una fase nota come cubismo sintetico:
- invenzione del papier collè e del collage con materiali concreti come carta, legno e stoffa
- estrema frantumazione e sintesi dei piani segni minimi
- ricostruzione mentale e non naturalistica dell’oggetto
Braque e Picasso introdussero nelle loro opere anche lettere dell’alfabeto e numeri. In questo modo la loro pittura non sconfinava nell’astrazione di masse e di colori, bensì in ricostruzioni mentali dell’oggetto.
Ben presto però Georges Braque si allontanò dall’austera geometria verso un disegno più sciolto e una pennellata più libera, come si vede in Natura morta con carte da gioco (1913).
Il nuovo modo di concepire l’arte dopo l’esperienza della guerra
La grande guerra interruppe la carriera e il genio di Braque per un periodo. Quando egli ricominciò a dipingere, il suo stile divenne via via una serie di variazioni personali sulla base della ricca eredità stilistica degli anni precedenti alla guerra. Innanzitutto variò i soggetti. Il critico d’arte Douglas Cooper nominò gli anni dal 1922 al 1926 come “i grandi anni di Braque” durante i quali realizzò una serie di canéphores (donne dall’aspetto pagano seminude) e una serie di cheminées, (camini carichi di frutta e una chitarra). Nel 1928 creò la serie Guéridon.
Successivamente intraprese un nuovo mezzo di espressione. Ispirandosi alle antiche ceramiche greche, compose su placche di gesso dipinto di nero alcuni disegni bianchi. Durante la seconda guerra mondiale produsse piccole sculture decorative, sempre dallo stile greco arcaico e dai temi mitologici.
Dopo la guerra, Braque tornò a dipingere soggetti-oggetti, quali tavoli da biliardo, interni di studio e uccelli.
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