Un meraviglioso terrazzo corona l’attico con vista che spazia dai Colli Euganei al centro storico di Padova, che dal 2020 è la dimora di Francesco Favaretto, industrial designer, della moglie Nicole e dei due figli. Il designer, che con il padre guida dal 2009 lo studio Favaretto & Partners, attivo nell’ambito del disegno industriale e dell’architettura, ha curato in prima persona il progetto, dalla definizione del layout distributivo all’interior design, per dare vita a un luogo su misura dello stile di vita della famiglia.

Un ritratto di Francesco Favaretto e Nicole, insieme, nel living, tra icone del design moderno e contemporaneo tra cui Olivetti Valentine, macchina per scrivere disegnata da Ettore Sottsass, la macchina fotografica Polaroid e radio Brionvega. Alle loro spalle le stampe, in edizione limitata, di Ronan Bouroullec per The Wrong Shop e l’opera, unica, Donna Turbante di Giada Bacco. Foto © Beppe Brancato

“Desideravo che vivessimo soprattutto nelle aree comuni” spiega Favaretto. ”Quindi nel momento in cui ho pensato come organizzare gli spazi, ho destinato superfici più ridotte alle camere da letto per realizzare un grande open space, affacciato sul terrazzo,  il salotto e la zona dining”. Questo spazio, che è il cuore pulsante della casa, è stato messo in relazione con il terrazzo mediante un grande serramento vetrato che, oltre a donare agli interni una splendida luce, durante la bella stagione può essere completamente aperto per creare uno spazio ibrido senza soluzione di continuità.

Francesco Favaretto
Il living arredato con il divano Sity, realizzato da B&B su disegno di Antonio Citterio, e la poltrona lounge in multistrato, della collezione Tondina pensata per nfiniti da Favaretto&Partners che ha firmato anche il vaso della collezione Pitti per Almas-Design. Tappeto di I&I. Completano lo spazio il Cicognino di Cassina, la lampada Toio prodotta da Flos, iconici pezzi come la macchina per scrivere Olivetti Valentine di Ettore Sottsass e le stampe, in edizione limitata, di Ronan Bouroullec per The Wrong Shop. Foto © Beppe Brancato

Una casa disegnata fino al minimo dettaglio, con molti gli elementi custom made, come le boiserie e la cucina che, nel momento in cui non viene utilizzata, scompare all’interno di una grande parete attrezzata. “Per quanto riguarda gli arredi e i complementi”, spiega Favaretto, “ho scelto solo pochi prodotti che ho disegnato io, tra i quali la sedie Tondina per Infinitidesign e, sul terrazzo Servomuto Ambrogio per Slide. Il resto è di altri autori. Questo perché ho voluto attorniarmi dei prodotti che mi piacciono e mi sarebbe piaciuto creare, come per esempio il sistema di contenitori modulari della USM”.   

“Io vivo di colore”, spiega Favaretto. L’involucro, rigorosamente bianco è stata pensato come uno sfondo uniforme in grado di dare risalto a tocchi di vivaci cromie. Nella foto, l’ingresso all’appartamento dal terrazzo. Foto © Beppe Brancato

Gli elementi d’arredo sono stati scelti inoltre sulla base della loro maneggevolezza. “Sono tutti semplici da spostare, perché non volevo creare un ambiente statico, ma uno spazio sempre ripensabile e in evoluzione, sulla base delle nostre esigenze del momento. Essendo eternamente insoddisfatto, mi piace cambiare, magari perché c’è un prodotto nuovo che mi piace, oppure per dare spazio ai miei nuovi prototipi. La casa è fatta per essere flessibile e riconfigurabile di continuo; l’ampiezza degli spazi favorisce questa possibilità”.

Ci sono poi anche tanti oggetti legati a ricordi personali, come per esempio la macchina per scrivere Olivetti Valentine di Ettore Sottsass, la radio Brionvega di Zanuso e Sapper o i poster di Enzo Mari per Danese. “Sono figlio di un architetto e di una arredatrice; per questo fin da piccolo ho vissuto attorniato da questo tipo di oggetti. Con loro intrattengo un legame affettivo, che va oltre l’estetica o il design, ma è legato indissolubilmente alle mie memorie personali e al mio vissuto”.

Altra passione che trova spazio nel progetto abitativo padovano, tramandata a Francesco dalla famiglia è quella per il verde. “Mia madre amava coltivare piante e fiori in terrazzo e mio nonno ha sempre avuto l’orto. Il verde mi trasmette un senso di pace e tranquillità per me indispensabile…. Fino a qualche anno fa, coltivavo addirittura un orto comunale”….

Per dare libero sfogo al suo pollice verde, il designer ha creato sul terrazzo un giardino, ricco di specie e varietà che cura personalmente, la mattina presto o la sera tardi, al ritorno dal lavoro. Un luogo molto amato, dove trascorrere piacevolmente i momenti di riposo e svago con la famiglia all’insegna del massimo relax. 

 

LUIGI DE CARI

STYLE MARTINA SANZARELLO

PROGETTO di FRANCESCO FAVARETTO

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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