Nella nostra società dell’immagine il corpo sembra essere misura di tutte le cose. Nonostante la rivoluzione copernicana sia ormai storicizzata, l’essere umano insiste con una rappresentazione antropocentrica dell’universo. Per l’artista il corpo è da sempre il punto di partenza dell’opera d’arte in quanto è il primario e primo “strumento” per comprendere e ritrarre il mondo. Nello specifico, in un mix unico di fotografia, body-art e scultura, Francesca Piovesan impiega la propria pelle per misurare e registrare la realtà, cercando di andare oltre la mera rappresentazione di essa. Nelle sue opere l’artista racchiude fisicamente parti del proprio corpo – grassi e sali minerali dell’epidermide – le quali reagiscono con i sali d’argento dando vita a opere fotografiche (off-camera, ovvero senza l’ausilio della macchina fotografica) in cui la fisionomia umana è riconoscibile a tratti e mai nella sua soggettività: lo spettatore si trova di fronte a impronte sfuggenti, delicate e inquietanti al tempo stesso, che “catturano” e “restituiscono” uno spaccato di realtà, un corpo universale nel quale ci possiamo riconoscere tutti.

Primo piano Aniconico 2021

Nell’ultimo ciclo di opere “Aniconico”, presentato al Gaggenau DesignElementi di Roma, l’artista ha portato all’estremo tale processo: ha ricomposto in “mosaici di corpo” i tasselli derivanti dalla scomposizione di precedenti opere fotografiche che la ritraevano intera. L’artista sembra suggerirci che noi non siamo il nostro corpo, come lo vediamo, ma le impronte e i segni che lasciamo nel mondo e in chi ci sta vicino. Il lavoro di Francesca Piovesan finisce così sempre per essere un caleidoscopio di forma e di senso in cui perdersi per ritrovare una nuova più lucida visione della realtà. 

Autoritratto Largo Aniconico 

Biografia:

Francesca Piovesan vive e lavora ad Aviano. Nel 2015 ha vinto il Premio Cramum e nel 2021 ha rappresentato l’Italia alla Bornholm’s Biennials for contemporary glass and ceramics in Danimarca.

Ha partecipato a numerose mostre in Italia (Archivio di Stato di Treviso, Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, Gaggenau DesignElementi a Milano e Roma, Magazzino del Sale 3 di Venezia,  Museo Francesco Messina di Milano, PAC di Milano) e all’estero (Istituto Italiano di Cultura a Budapest, Museum of Contemporary Art di Rijeka in Croazia, Piramyda di Tirana in Albania).

Sabino Maria Frassà