Spazio alla creatività nella nuova social strategy di Foscarini. Da marzo al via la collaborazione con Noma Bar. Continua il viaggio nella creatività alla base della nuova strategia social di Foscarini. Dopo Luca Font è la volta di Avinoam Bar, in arte Noma Bar, noto illustratore israeliano e maestro del Negative Space a conquistare con la sua arte ironica e giocosa il feed del canale Instagram @foscarinilamps.

What’s in a lamp? by Foscarini

È Noma Bar la nuova firma creativa che prende la scena sul canale Instagram @foscarinilamps. Di origine israeliana, Noma Bar vive e lavora a Londra ed è internazionalmente noto per il suo tratto originale fatto di forme minimaliste che si pongono all’intersezione tra illustrazione, arte e graphic design. Dopo un diploma alla Bezales Academy of Arts and Design nel 2000, da Londra conquista il mondo con le sue illustrazioni. Grafico, designer, illustratore, artista eclettico, ha alle spalle collaborazioni prestigiose con BBC, Internazionale, RandomHouse, The Observer e The Economist. Le sue opere sono apparse in numerose copertine e pubblicazioni, tra cui il New Yorker, il New York Times, Wallpaper*, Esquire e il Guardian.

Foscarini. What’s in a lamp, Noma, Ablomb road

Attraverso il suo tratto ironico e giocoso, che guarda dove gli altri non guardano, le lampade più iconiche di Foscarini diventano personaggi del suo universo creativo per raccontare la dimensione del sentirsi a casa. Le luci sono così protagoniste di immagini essenziali che celano, attraverso un uso sapiente del negative space, molteplici livelli di lettura. Espressioni artistiche frutto di un approccio di semplificazione che l’artista condivide con Foscarini: liberare l’essenziale per emozionare e catturare l’attenzione. Illustrazioni grafiche che diventano storie raccontate attraverso i dettagli.

Così in Miss Twiggy is at home.What is she up to?, Noma Bar cattura perfettamente la relazione semplice e intima tra le persone e le luci decorative, oggetti di cui non si ha bisogno per riempire gli spazi di luce ma per riempire le anime di calore. Il calore che sa subito di casa: nostra, e di nessun altro. Così nelle sue mani Twiggy è una lampada, ma anche una casa, una persona. Hush: go to sleep Lumiere gli occhi ci danno un indizio ma la mente cattura qualcos’altro: una nuova prospettiva, un angolo diverso della stessa situazione. Un’altra forma e un altro significato. Come magia, Lumière diventa il naso di un cagnolino che mani attente coccolano per farlo addormentare. Raccontando quella sensazione speciale di essere proprio dove apparteniamo e vogliamo essere. Ancora, in How far is Aplomb Road le sagome di tre Aplomb evocano una strada, abitata da tre case. Un’immagine essenziale ma ricca di significato: un buon oggetto di design non è eccessivamente disegnato. E i bravi artisti sanno quando devono smettere di disegnare. Non solo, l’illustrazione diventa anche consiglio: quando ti senti arrivato, è bene fermarsi!

Foscarini. What’s in a lamp, Noma, Go to sleep Lumiere

Con Havana is hungry: but who is Havana Noma Bar gioca con le forme come i poeti con le parole, unendo mondi, giocando con la sottile corda che li unisce. Solletica i nostri occhi per arrivare alle nostre menti. E due lampade Havana diventano gli occhi di un gatto, evocando così quel piacere unico che si prova quando si è nella propria casa. In Spokes girls going out, agli occhi di Noma Bar le lampade Spokes diventano bellissime acconciature di tre ragazze pronte per uscire. Per l’artista si tratta infatti di vedere ciò che gli altri non vedono, di guardare dove nessuno guarda, di osservare angoli nascosti e bui. Si tratta di indovinare cosa suggerisce l’occhio al primo sguardo, e dove ci tradisce. E di insistere nell’esplorare proprio quello spazio: lo spazio della meraviglia.

Infine, l’idea di coppia e connessione tra due individui è al centro di TheMagnetos anniversary dove è protagonista Magneto, una lampada che connette due elementi distanti ma uniti con naturalezza a diventare un tutt’uno. Noma Bar gioca con questa caratteristica della lampada per creare una metafora dell’amore umano: dove lo spazio negativo di una persona diventa lo spazio in cui esiste l’altra persona, dove due creature si uniscono senza sforzo e con gioia, per desiderio più che per necessità.

What’s in a lamp? Il progetto

Sempre alla ricerca di soluzioni originali e distintive, non solo nell’ambito del prodotto, ma anche nel modo di raccontarsi, Foscarini ripensa le convenzioni comunicative nei social media tipiche del settore ed evolve in modo inedito e distintivo il proprio storytelling, trasformando il feed del canale Instagram @foscarinilamps in un luogo virtuale che dà voce ad esponenti noti o emergenti del mondo delle arti visive, con l’obiettivo di regalare bellezza, divertimento, stupore. What’s in a lamp? è un progetto caleidoscopico in cui artisti e contentcreator internazionali di diversa estrazione, dall’arte digitale alla fotografia, dall’illustrazione alla motion art, sono invitati a lasciarsi ispirare e ‘giocare’ con le lampade Foscarini, ognuna caratterizzata da stili, materiali, designer diversi tra loro. “Foscarini è un’azienda che vive di idee, di curiosità, di voglia di sperimentarci e di sperimentare. Cercavamo una strada più distintiva, più nostra, per raccontarci sui canali social–una soluzione nuova che, confrontandosi con i limiti e le caratteristiche del mezzo, ci permettesse di dare spazio alla creatività, raccogliere stimoli e metterli in relazione, scambiando conoscenze e combinando esperienze. Questo nuovo progetto digitale darà spazio a contenuti originali che, attraverso suggestioni visive in cui la nostra luce è protagonista, ci faranno scoprire la potenza delle idee”, commenta Carlo Urbinati, Presidente e fondatore di Foscarini. Instagram diventa così un palcoscenico in cui energia, libertà creativa e ricerca sono protagoniste. Uno storytelling per immagini, animazioni e video che prende forma in uno spazio artistico contemporaneo, seguendo come filo narrativo conduttore il brand Foscarini, la sua essenza, le sue ispirazioni e le sue collezioni. Ha apertola scena Luca Font, poliedrico artista italiano, con una serie inedita di illustrazioni di ispirazione modernista dai tratti geometrici e vivaci.

Foscarini. What’s in a lamp. Luca Font

Dopo Font e Noma Bar, Federico Babina, Oscar Pettersson, Alessandra Bruni e ancora altri artisti a partire dalla prossima primavera. Voci, stili e interpretazioni uniche per raccontare pensieri, sensazioni ed emozioni suscitate dalle lampade Foscarini, per sottolinearne le forme, l’idea alla base del loro concepto l’effetto che queste producono in uno spazio. Un calendario denso di visioni inconsuete sul tema della luce; un percorso creativo espressione di una riflessione sul ruolo che giocano le lampade Foscarini nel trasformare e definire un’idea personale di casa.

Primo capitolo. Il progetto con Luca Font

Writer, illustratore, tatuatore: Luca Font, nato a Bergamo nel 1977, vive tra Milano e New York, la metropoli culla del Graffitismo, ed è proprio la passione per i graffiti che ne segna gli esordi come artista. Da treni e muri, ai tatuaggi, alla carta, all’arte digitale: l’universo visivo di Luca Font si compone di media eterogenei, accomunati da uno stile trasversale e distintivo che denota uno spiccato gusto per l’astrazione, il design grafico e la tipografia. Ciò che caratterizza la sua produzione consiste in una costante ricerca della sintesi visiva, oltre ad un tratto grafico che fonda minimalismo ed espressività. Nella serie di illustrazioni realizzate per Foscarini, Font racconta visivamente il ruolo della luce e delle lampade Foscarini nel definire e conferire personalità ad un ambiente, sia di notte (quando accese) sia di giorno (quando spente).

Foscarini. What’s in a lamp. Luca Font

Sei illustrazioni compongono una sorta di ciclo circadiano in cui la casa sviluppa una propria personalità tramite illusione pareidolitica.“In questo nuovo progetto che ho sviluppato per Foscarini–afferma Luca Font–è emersa fin dall’inizio l’importanza della luce in relazione agli spazi: luce non solo notturna, che è ovviamente artificiale e prodotta dalle lampade, ma anche diurna, all’interno della quale le lampade trovano una dimensione diversa in quanto oggetti di design. Ecco allora che la luce (o meglio le luci) e le lampade Foscarini diventano due elementi che, in modi diversi a seconda dell’orario, contribuiscono a definire la personalità della casa, che è a sua volta un riflesso della personalità di chi la arreda e la abita.”