Johann Bernhard Fischer von Erlach (1656-1723) fu architetto, scultore e storico dell’architettura austriaco. Il suo stile barocco ha plasmato il gusto dell’impero asburgico essendo una sintesi di elementi classici, rinascimentali e del barocco meridionale.

Le opere di Fischer includono la chiesa della Trinità (1694-1702) e la chiesa dell’Università (1696-1707), entrambe a Salisburgo, e il Castello di Schönbrunndel principe Eugenio di Savoia (1695-1711) a Vienna. Il suo scritto “Entwurf einer historischen Architektur” (Progetto di un’architettura istorica) datato 1721 fu il primo studio comparativo di successo sull’architettura.

Fischer cercò di combinare le conquiste del passato e del presente, mescolando forme dell’antica architettura romana, rinascimentale, barocca italiana e francese per trovare una soluzione nuova e unica per ogni problema architettonico.

Gli anni di formazione in Italia

Figlio di uno scultore e tornitore di provincia, Fischer si formò nella bottega del padre. si trasferì a Roma all’età di 16 anni ed ebbe la fortuna di entrare nello studio del grande scultore e architetto barocco Gian Lorenzo Bernini. A Roma acquisì una notevole conoscenza dell’arte antica e dei metodi scientifici che allora cominciavano ad essere usati in archeologia. Studiò anche l’arte e l’architettura romana antica, rinascimentale e barocca. Questi studi formarono la base per le sue successive ricostruzioni archeologiche e i suoi studi sulla stoia dell’architettura. Nel 1684 circa andò a Napoli, allora sotto il dominio spagnolo, probabilmente al servizio del viceré spagnolo.

Il ritorno in Austria

Dopo circa 16 anni in Italia in cui ebbe un discreto successo, Fischer tornò in patria cogliendo il momento perfetto. Infatti, la Vienna della ripresa economica e i suoi sobborghi necessitavano di nuovi edifici per rimpiazzare i danni causati dall’assedio turco del 1638 ma, soprattutto, la costruzione di palazzi e ville stava diventando, sempre più un modo per dimostrare il proprio potere.

Per primo fu Leopoldo I, imperatore del Sacro Romano Impero che prese come riferimento il re Luigi XIV di Francia commissionando magnifici edifici per celebrare le vittorie imperiali sui turchi. Poi seguì l’aristocrazia fino ad arrivare al clero cattolico romano che scelse l’architettura ecclesiastica per celebrare sia la vittoria sugli infedeli sia sulla chiesa della riforma protestante.

Dal 1687 Fischer intraprese una brillante carriera come architetto di corte di tre imperatori, Leopoldo I, Giuseppe I e Carlo VI. Ma progettò anche edifici per l’aristocrazia e l’arcivescovo di Salisburgo. Nel 1689 Leopoldo I lo nominò insegnante personale del figlio maggiore, Giuseppe, a cui insegnò la storia dell’architettura.

Le nuove ville

Nel decennio successivo Fischer fu ancora molto richiesto come architetto a Vienna e Salisburgo tanto che nel 1693 gli venne commissionata la progettazione di ben 14 edifici importanti.

Durante questi anni creò un nuovo tipo di villa di campagna. Unì le idee del palazzo di campagna barocco francese, composto da molti padiglioni, con quella della villa rinascimentale di ispirazione classica, tipica di Andrea Palladio. Prese spunto dalle forme curvilinee degli architetti barocchi romani, specialmente Bernini, dando alle sue ville una forma più dinamica.

Una delle loro caratteristiche principali è la spaziosa sala ovale al centro della pianta, come nello Schloss Neuwaldegg (1692-97), vicino a Vienna, e nello Schloss Engelhartstetten (1693 circa), nella Bassa Austria.

I progetti delle ville di campagna di Fischer ebbero un’influenza decisiva sugli architetti del suo tempo. Questa sintesi perfetta tra barocco romano e barocco francese condito da elementi palladiani diede vita ad un nuovo tipo di architettura.

Creò un nuovo tipo di palazzo cittadino caratterizzato da una forma imponente, una solida struttura e da decorazioni dinamiche. Ne è un esempio perfetto il Castello di Schönbrunn del principe Eugenio di Savoia (iniziato nel 1695) che si trova a Vienna.

Castello di Schönbrunn che si affaccia sul grande parterre – ©Rhiannon Boyle (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Le chiese commissionate dall’arcivescovo di Salisburgo

Fischer mostrò il suo talento nella progettazione delle chiese e nella pianificazione urbana quando era al servizio dell’arcivescovo di Salisburgo Johann Ernst, tanto che l’intero aspetto di Salisburgo cambiò grazie alle sue cupole e torri.

All’interno, le chiese erano alte ma squisitamente proporzionate cercando di raggiungere un equilibrio tra lo schema longitudinale e quello centrale.

Tutte presentano nella facciata esterna, due torri dalle curve dinamiche e decorazioni eleganti ognuna con una sua particolarità.

Chiesa della Santissima Trinità

Questa chiesa a Salisburgo è caratterizzata dalla presenza di due torri a base quadrate che contrastano l’elegante facciata concava rendendola sobria ed armonizzata con gli edifici adiacenti.

Chiesa dell’Università

Nella Chiesa dell’Università le forme quasi geometriche sono sormontate dalle forme ondulate delle sue torri che incoronano il complesso, fornendo un nuovo accento architettonico e simbolico a una città dominata dalla sua massiccia cattedrale, come lo era Salisburgo.

Chiesa della Santissima Trinità a Salisburgo – ©Tjflex2 (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

La scrittura di “Entwurf einer historischen Architektur”

johann bernhard fischer von erlach dedicò il primo decennio del XVIII° secolo alla scrittura del suo libro, pubblicato poi nel 1721. In questo scritto riversa gran parte del suo immenso sapere confrontando, per la prima volta, l’architettura di tutti i tempi e di tutte le nazioni. Includeva esempi significativi di architettura egiziana, persiana, greca, romana, musulmana, indiana e cinese, illustrata da incisioni e note esplicative. Alcune delle ricostruzioni archeologiche che apparivano nel libro erano tra le migliori dell’epoca di Fischer. Alla fine dell’indagine storica egli pose le proprie realizzazioni, che vedeva come una logica continuazione della tradizione romana dell’architettura.

Chiesa di San Carlo Borromeo a Vienna

Quando l’imperatore Giuseppe I, morì nel 1711, la posizione di Fischer come architetto principale alla corte viennese venne messa seriamente in dubbio. Molti preferivano l’architettura più piacevole e meno impegnativa del suo rivale Johann Lucas von Hildebrandt.

Nonostante queste preferenze riuscì anche a guadagnarsi il favore di Carlo VI ottenendo, nel 1715, la commissione per la costruzione della Chiesa di San Carlo Borromeo a Vienna. Carlo VI aveva fatto voto di costruire questo edificio come offerta al suo santo patrono per la liberazione della città da un’epidemia di peste.

In questa chiesa cercò di incorporare e armonizzare le idee principali contenute nei più importanti edifici sacri del passato e del presente. Prese spunto dal Tempio di Gerusalemme, dal Pantheon e San Pietro a Roma, dalla basilica di Santa Sophia a Istanbul ma anche il Dôme des Invalides a Parigi.

Era costituito da parti relativamente indipendenti che si armonizzavano per formare un’unità visiva da qualsiasi punto siano visti. Sono presenti una coppia di colonne trionfali romane ed altre due basse dalla pianta quadrata, un’alta cupola ovale, un portico centrale modellato sulla facciata di un tempio romano, un transetto e un presbiterio. La complessa struttura formale e simbolica dell’edificio è il risultato della duplice funzione che Fischer intendeva attribuire alla chiesa. Infatti, non solo glorificava San Carlo ma rappresentava anche un glorioso monumento all’imperatore stesso.

Per esempio, la caratteristica più sorprendente della chiesa, la coppia di colonne trionfali giganti su entrambi i lati del portico, è decorata con rilievi a spirale dedicati alla vita di San Carlo mentre coppia di colonne allude all’emblema dell’imperatore, le “colonne d’Ercole”.

Johann Bernhard Fischer von Erlach non visse per vedere il suo capolavoro completato, ma suo figlio Joseph Emanuel Fischer von Erlach completò la chiesa con alcune modifiche.

Chiesa di San Carlo Borromeo a Vienna – ©Jorge Franganillo (Flickr CC BY 2.0)

Maria Giulia Parrinelli

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