Da domani primo marzo, fino al 23 febbraio 2018, Casa Manzoni, a Milano ospiterà una lunghissima mostra, intitolata “Fede tra Ferro e Fuoco: testimonianze di devozione popolare” e realizzata per la Fondazione Per Grazie Ricevute (P.G.R.). L’occasione è quella del centenario della Prima Guerra Mondiale. L’intento, invece, quello di raccontare la salvezza insperata di uomini, di soldati, che hanno combattuto con la morte al proprio fianco. Per questi motivi, il percorso museale sarà tutto incentrato su cinque scenari bellici di rilevanza storica in Italia e che hanno coinvolto anche parte della popolazione mondiale: il Risorgimento, la Prima Guerra Mondiale, la Seconda Guerra Mondiale e le Guerre d’Africa.

La mostra è a cura di Roberta Riccio, con la collaborazione di Maria Luisa Gambino, Veronica Proto e Alessandro Todeschini. L’esposizione, al primo piano di Casa Manzoni, nel corso quasi di un intero anno, sarà aperta al pubblico dal martedì al venerdì, dalle 11 alle 18, con possibilità di visita guidata su richiesta.

Le opere esposte sono 99 e si tratta di dipinti commissionati da quei soldati che ebbero salva la vita dopo feroci combattimenti in guerra. Rappresentano quindi vere e proprie forme di devozione popolare, dopo aver vissuto in condizioni di elevato pericolo e stress psicologico. Dei personalissimi ringraziamenti, indirizzati perlopiù alla Madonna e ai Santi delle città e dei paesi più remoti della nostra penisola. Una forte preghiera, dei racconti passionali che si propagano nel tempo attraverso la forma visiva del dipinto. Scopo della mostra è non solo aprire ad un pubblico più vasto queste particolari testimonianze di fede, ma soprattutto un modo profondo per mantenere viva la memoria delle sofferenze della guerra, vissute anche centinaia di anni fa.

I committenti sono alpini, bersaglieri, carabinieri, fanti, marinai e soldati di ogni grado e di epoche storiche diverse, accomunati da una cosa: l’umanità, quell’essenza comune che li ha portati ad invocare l’aiuto divino, lasciando poi traccia degli intimi miracoli accaduti: affermazioni di fede profonda. Tracce solcate, nella memoria collettiva, del peso della guerra, della paura, del terrore e della disperazione che questa porta con sé.

Pezzo d’eccellenza dell’intera mostra, la bacheca contenente i carteggi di Teresa Borri (vedova Stampa, seconda moglie di Alessandro Manzoni), scritti al figlio Stefano, durante le 5 giornate di Milano.

 

Piero Di Cuollo

Via Arte.it