Villegiardini ha intervistato Emiliana Martinelli, imprenditrice-designer e il figlio Marco Ghilarducci, manager, che guidano Martinelli Luce, nota per la sua produzione di lampade decorative di design e sistemi di illuminazione per l’architettura contemporanea. Una realtà industriale, fondata negli anni 50 da Elio Martinelli a Lucca, con una lunga storia costellata da molti modelli di successo e che nel corso degli anni ha saputo rinnovarsi proponendo concept originali e prodotti innovativi per estetica, tecnologia e funzionalità. 

Martinelli Luce è un’azienda storica del design italiano con una evidente vocazione all’innovazione. Dove nasce questa voglia di continuare a proporre nuove idee?

Emiliana Martinelli: Questo è il nostro divertimento ed è anche un modo per continuare a imparare e a metterci in gioco. Le nostre lampade iconiche come Pipistrello, Cobra, Serpente, lanciate negli anni 60, sono ancora oggi nel nostro catalogo e continuano a riscuotere successo. Ma dobbiamo continuare a guardare avanti e non smettere mai di creare cose nuove. Anche perché le sorgenti luminose moderne come i led, e le nuove tecnologie informatiche, ci offrono possibilità creative inimmaginabili in passato. Basti pensare ad alcune tra le nostre nuove proposte, come Metrica, in cui la sorgente di luce a LED della lunghezza è contenuta all’interno del supporto che forma la base e si accende nel momento in cui viene estratta, aumentando progressivamente di intensità fino a raggiungere la posizione massima. 

Marco Ghilarducci: Vorrei aggiungere che questa cultura dell’innovazione porta all’azienda anche ottimi risultati economici. Negli ultimi due anni c’è stata un’esplosione anche per le vendite online. Nel 2021, in pochi mesi abbiamo quasi raggiunto il fatturato dell’anno passato. 

La lampada da terra Metrica di Studio Habits. Un modulo luminoso a LED fissato su un supporto scorrevole che, più si estrae dalla sua sede tramite un laccetto, più aumenta la luminosità. Per spegnere Metrica è sufficiente far rientrare il corpo luminoso nella sua sede

Tutto questo nonostante la pandemia… 

Marco Ghilarducci: La pandemia è stato un problema per tutti però, in alcuni settori commerciali, come quello dell’arredamento, ha cambiato la concezione delle persone. È mutato il modo di percepire la casa, perché le persone hanno iniziato a viverla di più. Dobbiamo però attendere per capire se questa tendenza continuerà nel tempo. 

Un’altra caratteristica che vi contraddistingue è la possibilità di realizzare personalizzazioni, anche sui prodotti storici

Emiliana Martinelli: Sì, anche sulla possibilità di personalizzazione stiamo lavorando da molti anni e le nostre linee di produzione sono organizzate in maniera tale da riuscire a gestirle al meglio. Disegniamo e progettiamo le lampade, però seguiamo molto gli studi di architettura, e nel nostro catalogo ci sono lampade personalizzate create in base al progetto o alla modifica richiesta per quel prodotto, oppure lampade nuove create appositamente su richiesta. Ogni architetto vuole sempre personalizzare il suo progetto, e difficilmente sceglie un prodotto da catalogo: c’è sempre una modifica da realizzare o qualcosa di nuovo da progettare. 

Emiliana Martinelli e Marco Ghilarducci

Come nascono le vostre collaborazioni con i designer?

Emiliana Martinelli: Fin dall’inizio, la maggior parte dei progetti sono stati sviluppati all’interno. Mio padre, Elio Martinelli, ha firmato molti dei nostri prodotti e io ho seguito la sua strada. Però, già dall’inizio Martinelli Luce ha capito che non si può fare tutto da soli, anche perché la parte imprenditoriale è molto impegnativa. Inoltre servono altre idee per diversificare l’offerta. È dal 1965 che con Gae Aulenti, progettista di Pipistrello, la nostra azienda ha iniziato a collaborare con designer esterni. Negli anni poi ne abbiamo incontrati sempre di nuovi, sia per conoscenza sia per curiosità per il loro lavoro, tra i molti Sergio Asti, Richard Neutra, Paola Navone, Marc Sadler, Karim Rashid. Tuttavia non scegliamo solo architetti noti, ma ci piace lavorare anche con i giovani. Dal 2009 questo aspetto si è intensificato quando abbiamo conosciuto Brian Sironi, a quei tempi giovane emergente che ha disegnato Elica, che ha vinto il Compasso d’Oro. 

Come scopre questi nuovi talenti? 

Emiliana Martinelli: Vado sempre al Salone Satellite per scoprire idee nuove e interessanti. Qui spesso i ragazzi mi fermano per lasciarmi i loro biglietti e parlarmi dei loro progetti. In questo modo ho conosciuto Simon Schmitz, che ha iniziato a lavorare per noi disegnando la lampada y3, un sistema di 3 tiranti collegati che permette l’orientamento e il bilanciamento dell’asta in ogni direzione con un movimento fluido e piacevole in un gioco infinito di equilibri. I nuovi progetti nascono cercando, guardando. Come è avvenuto anche per Elastica, che ho visto al Superstudio durante la Milano Design Week. Questa lampada è stata progettata da Studio Habits, un gruppo di ingegneri ideatori di una nuova interazione a con la lampada, che funziona col contatto, grazie a un sofisticato sistema di sensori. Un progetto anche emozionale, come dovrebbe essere l’illuminazione.

Lady Galala, design Peluffoo&Partners

Questi nuovi progetti che ci ha raccontato suggeriscono che in questo momento non state lavorando tanto sulle forme della lampada ma sull’esperienza della luce, sperimentando nuove modalità di gestione e fruizione. 

Emiliana Martinelli: Le tecnologie digitali ormai ci offrono infinite possibilità di gestione della luce. La lampadina era più facile da gestire, ma offriva meno possibilità di innovazione creativa. Ora con il Led è come se si lavorasse su un foglio bianco. Serve fantasia: è quello che viene richiesto, che chiediamo, ora che non ci sono più punti fermi. Questo atteggiamento fa parte dell’essenza di Martinelli Luce, perché anche mio padre, quando ha iniziato a fare le lampade e ha progettato Cobra, ha stravolto l’idea tradizionale di lampada e inizialmente non è stato compreso. Lo stesso per Serpente: per poterla realizzare mio padre ha dovuto inventare all’interno anche la tecnologia perché non esisteva. 

Quali sono gli ultimi progetti che avete lanciato? 

Marco Ghilarducci: Nell’ultimo anno abbiamo presentato due nuove varianti di Cyborg, un progetto di Karim Rashid, nei colori Rosa fucsia, una delle tonalità predilette dal designer e Texture, una versione multicolor con nuance che si fondono morbidamente tra loro. Poi Toggle, una piccola applique dalle linee pulite ed essenziali, progettata da Neil Poulton che può essere fissata a muto in orizzontale oppure in verticale. 

Per concludere, a quali idee state lavorando per il prossimo futuro? 

Marco Ghilarducci: Stiamo lavorando soprattutto sul digitale, con forti investimenti. Al momento non abbiamo una vendita e-commerce diretta, perché molti clienti vendono già i nostri prodotti sulle loro piattaforme. Durante la pandemia abbiamo registrato un’esplosione delle vendite on-line delle lampade decorative per la casa, ma vogliamo estendere questa modalità anche ai sistemi componibili, più tecnici e difficili da capire per il pubblico finale. Stiamo quindi lavorando a un progetto per realizzare dei configuratori online, proprio per aiutare i clienti per creare il proprio prodotto ad hoc, anche senza conoscenze di progettazione. Inoltre, come abbiamo già detto in precedenza, crediamo molto nella possibilità di offrire la massima personalizzazione dei prodotti. In questo senso l’utilizzo del configuratore è fondamentale, perché potrà semplifica il lavoro degli addetti ai lavori e avvicinare il pubblico finale alla creazione della lampada che vuole, anche più tecnica, come se stesse “giocando con i Lego”. Questo concept è già realtà nella lampada a sospensione Lady Galala. Un prodotto che consente di combinare tre diffusori di vari colori e creare lampade con configurazioni personalizzate e che sta piacendo per lo stile colorato e fresco. Il fatto interessante è la sua flessibilità, proprio perché componibile. In questo caso il configuratore è utile e fa sì che il cliente si diverta e si emozioni, perché riesce a creare quello che vuole. martinelliluce.it

Marco Miglio