Dmitry Kozinenko è un giovane designer ucraino, che ha creato delle collezioni d’arredo per interni ispirate alla natura e alle fluttuazioni degli eventi meteo.

Creativo minimalista, aveva già proposto, in precedenza, la collezione di scaffali “Field “, scaffalature metalliche, a ghiere verticali e suggestivi effetti ottici, nei contrasti tra le campiture a barre e gli oggetti appoggiati.

Nelle sue ultime proposte, le piacevoli illusioni ottiche, che già stimolavano la sua fantasia, hanno preso una connotazione quasi “narrativa “; la metereologia, da elemento d’ispirazione, è assurta al ruolo di protagonista.

Le nuove proposte: la nebbia

La collezione “In the Fog ” (letteralmente “nella nebbia“) è stata realizzata con moduli componibili, facilmente adattabili a spazi diversi, che sfruttano geometrie e colori per produrre effetti di dissolvenza.

Linee abilmente intrecciate – dipinte con progressioni di colori RAL per i rivestimenti – sono state arricchite da griglie traforate al laser, con retinature sempre meno consistenti, fino a produrre effetti di evanescenza … un po’ come se i mobili “sparissero nella nebbia“.

Le ombre sotto il sole

Un’altra collezione, “Sunny Shadow ” (ovvero “ombre prodotte dal sole“), riprende il tema delle griglie e le ripropone secondo forme che, illuminate dal sole, creano ombre suggestive, in reciproco richiamo tra loro, come le armonie di una fuga musicale.

Parliamo sempre di elementi di metallo verniciato, progettati per disegnare proiezioni, che variano con le luci ambientali, producono prospettive cangianti e vanno a decorare gli sfondi.

Entrambe le collezioni, annoverano scrivanie, tavolini, box contenitori, spazi d’appoggio e scaffali componibili.

Le immagini della cover e della galleria sono state scelte proprio per darvi un assaggio di queste 3 collezioni di Kozinenko, ma non ne esauriscono certo la produzione.

Per approfondimenti, vi invitiamo a visitare il suo portfoflio su Behance, la piattaforma social dedicata ai creativi per proporre idee in “vetrina virtuale“. Da lì – per i credits – abbiamo tratto le foto.