SURREALISMO E POP ART

Alla Fondazione Prada a Milano, fino all’8 gennaio 2017, è possibile ammirare 150 opere dell’artista americano William N. Copley appartenenti al periodo che va dal 1948 fino al 1995 provenienti da musei e collezioni internazionali.

La restrospettiva curata da Germano Celant, sviluppata su due livelli della location, racconta i 50 anni di carriera di Copley che inizia  a Los Angeles, migra a Parigi, girovaga per l’Europa, per poi terminare negli Stati Uniti. Al primo piano troviamo Copley insieme alle opere di artisti che appartenevano alla sua collezione. Questo artista poliedrico è stato anche editorialista, gallerista, collezionista e ha sempre sostenuto con entusiamo gli artisti del suo tempo come Man Ray, Marcel Duchamp, Max Ernst e molti altri.

A pian terreno invece la collezione è stata organizzata in otto aree tematiche, ognuna con un soggetto ben definito. Si va dalla stanza coloratissima delle Imaginary flag, dove affronta temi scottanti in modo iroico come: la guerra fredda, le ideologie politiche e le identità nazionali, al labirinto realizzato con i paraventi di un bordello fino alla sala degli specchi. Copley si diverte  a giocare con i suoi personaggi che rappresentano soldati, cortigiane, uomini, ricreando l’atmosfera di un bordello, intervallati durante il percorso della mostra da opere che prendono il titolo da film celebri dell’epoca.

Gioco e sperimentazione

I temi ricorrenti nei suoi lavori sono: il nudo, i nazionalismo e le macchine, è tutto un inno alla libertà, alla poesia e al sesso. Con il suo stile inconfondibile Copley racchiude nei suoi lavori  il surrealismo europeo con richiami ben visibili alla pop art americana e le sue opere grandi, su tela, sono un continuo sperimentare e giocare con il colore, le allegorie, le linee nette nere per delineare i soggetti, che spesso sono senza volto.

Fonte del testo:

Fondazione Prada

Fonte delle immagini:

 Designmag

Fondazione Prada