Poco prima delle Prealpi lombarde della provincia di Lecco, in una frazione del comune di Olginate, sorge la città fantasma di Consonno. Non fu sempre un luogo disabitato e abbandonato, anzi. Solo una quarantina di anni fa era il simbolo dei ruggenti anni 60: denominata la città dei balocchi, era un centro d’attrazione di personaggi dello spettacolo. Illuminata a giorno come una vera e propria piccola Las Vegas del nord Italia, fu un imprenditore milanese amante dello sfarzo a crearla… e anche a distruggerla.
Il conte Mario Bagno e i suoi progetti per Consonno
Fu il conte Mario Bagno ad adocchiare Consonno come un luogo adatto per costruire la sua città dei balocchi: facilmente raggiungibile da Milano e con una vasta area di campagna edificabile. In un battibaleno l’acquistò in toto e il borgo venne travolto come da un uragano dai primi lavori iniziati nel 1961. Solo qualche anno e vi erano già alberghi e ristoranti, costruzioni con richiami a diverse culture come una pagoda cinese, un castello medievale, un albergo di lusso e un “minareto“, chiamato così per via della sua forma che richiamava una moschea musulmana, ospitava alloggi per i visitatori e negozi. Il Conte Bagno non si fermò ma proseguì con i suoi progetti costruendo nuove attrattive come un campo da calcio, uno di pallacanestro, uno di tennis, uno di bocce, uno di golf, una pista per pattinaggio, un luna park e uno zoo.
Poco o niente era rimasto invece del vecchio borgo originario: gli ambiziosi progetti del Conte per la sua Consonno avevano preso il sopravvento (progettava persino di realizzare una pista automobilistica). La città era ormai diventata un centro divertimenti a tutti gli effetti con personaggi dello spettacolo e serate a tema; non mancavano neanche cartoline e insegne turistiche che le migliaia di persone richiedevano per mostrare il loro passaggio nella mecca del gioco e della perdizione.
Il declino, l’abbandono e l’associazione Amici di Consonno
Il declino iniziò con la frana del 1976 che distrusse la via che collegava Olginate a Consonno. Il conte provò a ripararla, ma ormai i turisti – dopo aver visto la novità – non ne erano più attratti e già erano diretti altrove. Gli anni passarono e anche gli abitanti stessi se ne andarono e, infine, il Conte Bagno che morì nel 1995 all’età di 94 anni. Con lui se ne andò anche il progetto della Las Vegas brianzola.
Se nel 1921 gli abitanti erano 282, nel 2011 solo 4. Dopo lo stato di abbandono, nel 2007 l’associazione “Amici di Consonno” ha ottenuto in comodato di una piccola tavola calda aperta da aprile a ottobre e che organizza alcuni piccoli eventi durante l’anno partecipando anche all’iniziativa delle Ville Aperte in Brianza nel mese di settembre.