Catania: quell’anima liberty tutta da scoprire

Non solo palazzi in pietra lavica e scavi romani: sapevi che la suggestiva Catania ha anche un’anima liberty? Giardini nascosti e ville suntuose si inseriscono in una sinfonia più ampia, dettata da squarci barocchi e incursioni nella cultura egiziana – come l’obelisco sull’Elefantino simbolo della città.

Una sensibilità artistica votata al positivismo e allo stile floreale costituisce la sottotrama di questa città siciliana dalla lunga storia. Eclettico è dunque il suo profilo liberty, che prese piede soprattutto a inizio Novecento attraverso soluzioni architettoniche di impianto signorile. Si tratta di antiche residenze, oggi per lo più trasformate in uffici ed esercizi commerciali.

Ecco la lista delle più belle.

Pink power

Tra la Stazione Centrale e piazza dei Martiri, affacciato sul mare si erge il Palazzo Rosa. Costruito nel primo decennio del Novecento su progetto di Fabio Majorana – il padre del celebre fisico Ettore – il palazzo è stato recentemente ristrutturato e ha ritrovato il suo antico splendore.

Un trionfo di ghirigori bianchi campeggia su uno sfondo così rosa che sembra anticipare la moda del millennial pink. Accompagnato da finestre di una tonalità particolare di verde, ha tutto l’aspetto di una casa delle bambole!

L’eleganza? È naturale!

Villa del Grado è anche nota come Villa Cigno-Cocuzza e si trova in Corso Italia, quasi a ridosso della celebre Piazza Europa. Risale a un progetto del 1903 degli architetti Atanasio e Caruso Puglisi e trovò la luce nel 1908.

Un corpo centrale svetta in alto affiancato da quattro torrette poste negli angoli. Una scalinata esterna di pregevole fattura conduce a un ingresso loggiato sotto un architrave, sorretto da una coppia di fini colonne binate.

Ma il dettaglio più liberty di tutti è il rigoglioso giardino che lo circonda, ricco di quelle tipologie di fiori che ben definiscono lo stile Art Nouveau.

Incursioni barocche

Storica e bellissima è infine Villa Ardizzone, una proprietà in viale Mario Rapisardi progettata dall’architetto Carmelo Malerba Guerrieri.

Mescola al liberty propriamente detto un certo gusto per l’eclettismo e piccolissime incursioni barocche. Ed è, naturalmente, bellissima: merito anche, del resto, della monumentale scala d’ingresso ad emiciclo. Oggi è sede di un ristorante moderno, ma fare un salto nel passato è d’obbligo quando si attraversa quel tratto di strada.