Il divertimento è sempre stato la chiave di svolta per l’apprendimento, fin da quando eravamo bambini. É come stare tra i banchi di scuola: se hai accanto il compagno giusto e un maestro stimolante, imparare sarà sicuramente più divertente.

Sì, perché si tratta di condivisione, di scambi di idee, pensieri e sorrisi. Perché la cultura si alimenta anche giocando. In un paese come l’Italia, certo, la cultura non manca; dalla storia alla linguistica, alla letteratura, all’arte, alla cucina locale, allo sport e alla musica.

È un gioco da ragazzi, basta solo trovare il giusto link.

Un link, una brillante idea, un cambio di direzione.

É il caso di Antonio Aiazzi, ex tastierista del gruppo musicale Litfiba, che, con grande estro e voglia di esplorare nuove frontiere professionali, dedica anima e corpo al progetto Giochi Briosi, insieme alla moglie Natalie Chaineux. Non solo curiosità, ma anche amore per il territorio ricco di tradizioni, costumi e storie da raccontare in giochi da tavola, per creare convivialità e rafforzare i legami affettivi, senza limiti di età.

Ad ogni gioco, pensato per essere un mix perfetto tra il Gioco dell’Oca, Trivial Pursuit e Monopoli, la propria filosofia; ma sicuramente ciò che li accomuna è la voglia di riscoprire le proprie tradizioni locali, svelare aneddoti sconosciuti e conoscere i segreti di personaggi storici, giocando e sbagliando. Perché è proprio così, sbagliando si impara, nei giochi, come nella vita.

In questo percorso a ostacoli di trentasei caselle su tabellone sono molti gli imprevisti in cui il giocatore si imbatte rispondendo a domande curiose e insolite, due i dadi che decidono la sorte e oltre 500 euro da spendere in trattorie e alberghi.

Dalla prima edizione “I Toscanacci” che è diventato subito un successo nel 2003, dopo cinque anni nasce l’intera collana di giochi da tavola a tema cultura, storia e tradizione regionale.

La regola fondamentale? Avere una buona dose di curiosità e tanta ironia.

Via per immagini – Giochi Briosi