TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI GUY BOUCHET

Una colonica dell’800, recuperata dallo studio di Agnese Mazzei nel rispetto della tradizione e arredato in stile classico contemporaneo

La proprietà è nei dintorni di Firenze, in direzione sud, verso il Chianti, in quella campagna segnata felicemente da colline e uliveti. Fra viali, alberature e specchi d’acqua dal dolce sapore ottocentesco si trova la “Leopoldina”, dall’inconfondibile colombaia, ristrutturata di recente. La richiesta della committenza era precisa: recuperare la vecchia casa colonica lasciandone inalterata la bella struttura architettonica ma, contemporaneamente, regalare agli interni un design classico e contemporaneo, comodo e confortevole. “Leopoldine” vengono chiamate le case coloniche progettate durante il governo illuminato del Granduca Pietro Leopoldo, che diede nuovo impulso alla campagna toscana.
La casa, abbandonata negli anni 60, presentava le caratteristiche tipiche delle Leopoldine; pianta quadrata e due piani sovrastati dalla classica colombaia o piccionaia. La stalla, il magazzino, il forno e la cucina si trovavano al piano terra. Al primo piano le camere da letto. Nel cortile, c’erano l’aia, dove un tempo veniva battuto il grano e, poco distanti, il fienile e altri annessi agricoli. “La casa colonica era buia e con piccole stanze, come si usava un tempo per proteggere dal caldo e dal freddo gli ambienti; la sfida era renderla luminosa e più aperta verso l’esterno senza incidere pesantemente sulla struttura”, spiega Agnese Mazzei che con Nicoletta Martinelli ha seguito i lavori di recupero.

“Abbiamo realizzato nuove aperture per inondare di luce i locali. Dalle vecchie stalle, intervallate da coppie di arcate abbiamo ricavato, in sequenza, salotti, sala da pranzo, cucina. Le infilate, lungo tutto il quadrilatero, girano intorno alla scala, centrale, che è rimasta quella originale”.

La ristrutturazione ha interessato anche gli annessi agricoli: il grande fienile, che ospita la collezione di trofei di caccia di famiglia, è riservato agli ospiti che possono ammirare, attraverso i “mandorlati”, (così vengono chiamati le tipiche finestre dei fienili), il panorama che si apre sugli uliveti argentati. La piscina, squadrata e regolare, è stata uno degli ultimi interventi di ristrutturazione eseguiti da Agnese che ha scelto di ubicarla in un grande prato, circondata da grandi alberature e protetta da sguardi indiscreti. Nella scelta dei materiali sono state usate pietre locali, come il cotto dell’Impruneta nella pigmentazione testa di moro, e di diversa provenienza, come la pietra Iron brown utilizzata per gli esterni, mantenendo un “fil rouge”, uno stretto legame con la tradizione toscana.

ANTENNE

Interni d’autore

Gli arredi della “Leopoldina” sono stati in gran parte disegnati e fatti realizzare dallo Studio di Agnese Mazzei: fra questi, la cucina, con il marmo di Carrara “Paonazzo”, il tavolo e la credenza della sala da pranzo, i camini in bardiglio e pietra serena. Le sedute degli interni, divani e poltrone, sono state disegnate dall’architetto fiorentino che ha selezionato tessuti di Loro Piana, Ralph Lauren e dell’Antico  Setificio Fiorentino per la loro copertura.
Per le forniture dei bagni, Agnese ha scelto una ditta fiorentina, Devon&Devon, specializzata negli arredi classici ed eleganti (devon-devon.com).

Antico e moderno

Il paliotto d’altare settecentesco con lo stemma araldico  decorato a scagliola è diventato un prezioso tavolino. Lavora la pietra di luna come i maestri seicenteschi Fabiola Lunghetti (la scagliola-firenze.com). Il piatto di ceramica è di Tristano di Robilant, artista autodidatta, scultore di ceramica e vetro. Tristano ha esordito negli Stati Uniti con la sua prima personale alla Holly Solomon di New York. Hanno esposto le sue opere, Annina Nosei a New York e Valentina Bonomo a Roma.