Immerso nel verde del parco omonimo e affacciato sul Po’, il castello del Valentino era un’antica residenza della famiglia dei Savoia ed oggi ospita alcuni corsi di laurea del dipartimento di architettura del Politecnico di Torino.

L’aspetto del castello del Valentino

L’area complessiva del castello è di circa un ettaro con l’edificio che ne occupa 8000 m2. Presenta una planimetria a U e comprende un grande cortile interno delimitato da una cancellata. Il castello presenta padiglioni regolari alti 5 piani mentre sono alti 3 piani il corpo della fabbrica intermedio e la manica meridionale. È presente un falso piano mansardato grazie ai numerosi abbaini sulle falde. Questo espediente non è puramente estetico ma è anche funzionale dato che consente di moderare la pendenza del tetto in ardesia particolarmente pendente.

Il castello può definirsi nello stile classicistica tipico dell’epoca barocca anche se ha avuto numerosi rimodernamenti in stile francese. Quello che vediamo oggi è infatti una serie di modificazioni nel corso dei secoli.

La facciata del lato nord, rivolto vero la città, presenta un rivestimento di stucco e intonaco chiaro. Finestre quadrangolari sormontate da timpani neoclassici abbelliscono la facciata principale in cui al centro spicca il maestoso ingresso. Questo si trova in un portico sormontato da un loggiato entrambi con tre archi a tutto sesto.

La facciata est, quella che guarda il fiume Po’, è caratterizzata da un rivestimento con mattoni a vista. È presente un doppio scalone chiaro che porta nella parte centrale della facciata.

Castello del Valentino visto dal Po’- ©Eric Borda (Flickr CC BY-ND 2.0)

Storia

Il primo periodo

Le prima notizie riguardanti il castello del Valentino risalgono al XVI secolo grazie alla presenza di una “delizia” nobiliare appartenuta alla famiglia Birago. Questa venne poi acquistata dal duca Emanuele Filiberto di Savoia nel 1564. Però soltanto l’anno dopo il duca dovette venderla per finanziare costruzione della Cittadella. Passo in mano al tesoriere ducale Giovanni De Brosses per poi tornare al duca nel 1570.

Sarà proprio sotto Emanuele Filiberto di Savoia che l’edificio venne ampliato nel 1578 dall’architetto Andrea Palladio. Alla morte del duca passò all’erede Carlo Emanuele I che nel 1583 la cedette a Filippo I d’Este.

Rappresentazione del castello del Valentino nel Medioevo custodita nel New Italy museum (Brisbane, Australia) – ©denisbin (Flickr CC BY-ND 2.0)

La decisione di modernizzare

 

Ma sarà soltanto con la Madama Reale Maria Cristina di Borbone, che lo ricevette come dono di nozze dopo aver sposato Vittorio Amedeo I di Savoia, che modificò profondamente l’edificio. Nonostante dovette assumere la reggenza del Ducato di Savoia dopo la prematura del marito ordinò l’ammodernamento dell’edificio per seguire i gusti dell’epoca rendendolo una maison de pleasance. Affidò i lavori all’architetto di corte Carlo di Castellamonte e successivamente al figlio Amedeo.

La prima fase dei lavori

Dapprima tra il 1620 e il 1621 si occuparono del primo piano aggiungendo affreschi e stucchi per abbellire i fregi e le volte presenti. A lavorare a questi ornamenti furono numerosi artisti luganesi come Isidoro Bianchi con i figli Francesco e Pompeo ma anche Tommaso Carlone e Carlo Solaro. Questi scelsero come tema per le decorazioni delle rappresentazioni poetiche di temi storici sottolineando il rapporto tra corte sabauda e regno di Francia. Non mancarono anche soggetti alchemici e floreali suggeriti dall’amico e confidente della duchessa, il conte Filippo San Martino d’Agliè.

Sono stati il risultato di questa parte di lavori stanze magnifiche che vanno a far parte del piano nobile come quella Verde, quella delle Rose, quella dello Zodiaco, quella della Nascita dei Fiori, quella dei Gigli e il Gabinetto dei Fiori.

La seconda fase dei lavori

Nel 1645 sono stati aggiunti tre padiglioni frontali collegati da portici terrazzati. Questi culminavano nel grande cortile d’onore, una esedra circolare. Sono state poi decorate altre stanze del piano nobile come la Stanza della Guerra, la Stanza del Negozio, la Stanza delle Magnificenze, la Stanza della Caccia, la Stanza delle Feste e il Gabinetto delle fatiche d’Ercole.

La terza fase dei lavori

Nel 1660 il castello del Valentino appare come è oggi. Sono stati infatti costruiti i ripidi tetti spioventi tipici francesi e fu anche realizzato un nuovo frontone esterno. Le decorazioni interne continuarono e vennero nuovamente chiamati gli artisti luganesi con l’aggiunta di Bernardino Quadri, Elia Castelli, Giovan Luca Corbellino, Alessandro Casella e Carlo Casella.

Nel XIX secolo

Il giardino del castello, chiamato parco del Valentino, divenne il primo giardino pubblico d’Italia nel 1856.

Nella seconda metà del XIX secolo, come molte altre residenze della famiglia Savoia, assunsero funzione militare. Nel castello del Valentino si stabilirono i corpi di Artiglieria e Cavalleria del Regio Esercito. Testimoniano quel periodo alcune decorazioni dei varchi del padiglione sud-est.

L’utilizzo militare perdurò fino al 1857, finché, non fu sede della VI Esposizione Nazionale dei Prodotti per l’Industria che si sarebbe svolta l’anno successivo. Sarà Camillo Benso di Cavour, l’allora ministro delle Finanze, ad ordinare la trasformazione dei locali del castello mantenendo la planimetria interne e furono chiamati gli architetti Domenico Ferri e Luigi Tonta.

Il castello venne nuovamente modificato in concomitanza della riprogettazione del parco del Valentino tra il 1862 e il 1866. L’emiciclo frontale e il padiglione centrale furono demoliti a favore di una nuova cancellata che lasciò visibile il cortile interno che venne successivamente ripavimentato con ciottoli decorativi.

Dal 1864 divenne prima la sede del Regio Museo Industriale per poi diventare edificio scolastico quindici anni dopo ospitando i laboratori della Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri. Si fusero insieme ne 1906 dando vita al Regio Politecnico di Torino antesignano del Politecnico attuale.

Nel XX secolo fino ad oggi

I bombardamenti della Seconda guerra mondiale danneggiarono il castello ed il restauro inizio già subito nel 1945. Restaurarono i soffitti e gli intonaci affrescati di alcune sale interne ed il tetto profondamente danneggiato.

Dal 1997 il castello del Valentino è diventato patrimonio dell’umanità ed un bene protetto dall’UNESCO.

Ha avuto molti restauri alla fine del 900 restituendo al castello la colorazione originale e riaprendo progressivamente tutte nelle stanze del piano nobiliare.

Oggi il castello del Valentino è ancora di proprietà del Politecnico di Torino, qui sono presenti gli uffici della Direzione del Dipartimento di Architettura e Design.

Maria Giulia Parrinelli

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