Una Vanitas di Giorgio Andreotta Calò nella sala ovale, un tempo anticamera al gabinetto del ministro degli Esteri. Qui la bella indiana, Catherine Grand, avventuriera e spia, trascorse un’intera notte ad aspettare l’amico Talleyrand,
che la salvò dal carcere
e poi finì per sposarla.
Una Vanitas di Giorgio Andreotta Calò nella sala ovale, un tempo anticamera al gabinetto del ministro degli Esteri. Qui la bella indiana, Catherine Grand, avventuriera e spia, trascorse un’intera notte ad aspettare l’amico Talleyrand,
che la salvò dal carcere
e poi finì per sposarla.
Una Vanitas di Giorgio Andreotta Calò nella sala ovale, un tempo anticamera al gabinetto del ministro degli Esteri. Qui la bella indiana, Catherine Grand, avventuriera e spia, trascorse un’intera notte ad aspettare l’amico Talleyrand,
che la salvò dal carcere
e poi finì per sposarla.
Una Vanitas di Giorgio Andreotta Calò nella sala ovale, un tempo anticamera al gabinetto del ministro degli Esteri. Qui la bella indiana, Catherine Grand, avventuriera e spia, trascorse un’intera notte ad aspettare l’amico Talleyrand,
che la salvò dal carcere
e poi finì per sposarla.
La maniglia di una delle porte dello studiolo di Marina Valensise, che appartenne a Talleyrand.
I saloni neoclassici dell’Hôtel
de Galliffet ospitano oggi le opere
di giovani artisti italiani,
“Le Promesse dell’Arte”, grazie
al nuovo programma di residenza
di artista inaugurato all’Istituto di cultura nell’ottobre 2012.
Un’idea del tempo, del lavorio del tempo e della memoria, nelle clessidre in bronzo di Giorgio Andreotta Calò, scultore residente dall’ottobre 2014, selezionato dalla direttrice dei programmi culturali della Monnaie di Parigi, Chiara Parisi.
I saloni neoclassici dell’Hôtel
de Galliffet ospitano oggi le opere
di giovani artisti italiani,
“Le Promesse dell’Arte”, grazie
al nuovo programma di residenza
di artista inaugurato all’Istituto di cultura nell’ottobre 2012.
Un’idea del tempo, del lavorio del tempo e della memoria, nelle clessidre in bronzo di Giorgio Andreotta Calò, scultore residente dall’ottobre 2014, selezionato dalla direttrice dei programmi culturali della Monnaie di Parigi, Chiara Parisi.
I carotaggi di Giorgio Andreotta Calò disposti orizzontalmente eludono la verticalità del tempo: sono le colonne portanti della
città di Venezia. Attraverso di essi si ottiene un’argilla estremamente compatta utilizzata
nella lavorazione della ceramica. Il caranto, dal latino caris, sasso,
è lo zoccolo duro sul quale poggiano
le fondamenta della città.
Una scultura in legno, ricavata da una bricola corrosa dall’acqua, assume la forma di una medusa e rinvia al mito antico per la sua
somiglianza alla testa mozzata della Gorgone. Senza titolo, impressione diretta su carta fotografica da foro stenopeico. Calco in gomma siliconata, vetroresina e gesso in dimensioni
variabili, usati nel procedimento
di fusione per ricavare il modello
in cera della scultura in bronzo.
I carotaggi di Giorgio Andreotta Calò disposti orizzontalmente eludono la verticalità del tempo: sono le colonne portanti della
città di Venezia. Attraverso di essi si ottiene un’argilla estremamente compatta utilizzata
nella lavorazione della ceramica. Il caranto, dal latino caris, sasso,
è lo zoccolo duro sul quale poggiano
le fondamenta della città.
Una scultura in legno, ricavata da una bricola corrosa dall’acqua, assume la forma di una medusa e rinvia al mito antico per la sua
somiglianza alla testa mozzata della Gorgone. Senza titolo, impressione diretta su carta fotografica da foro stenopeico. Calco in gomma siliconata, vetroresina e gesso in dimensioni
variabili, usati nel procedimento
di fusione per ricavare il modello
in cera della scultura in bronzo.
I carotaggi di Giorgio Andreotta Calò disposti orizzontalmente eludono la verticalità del tempo: sono le colonne portanti della
città di Venezia. Attraverso di essi si ottiene un’argilla estremamente compatta utilizzata
nella lavorazione della ceramica. Il caranto, dal latino caris, sasso,
è lo zoccolo duro sul quale poggiano
le fondamenta della città.
Una scultura in legno, ricavata da una bricola corrosa dall’acqua, assume la forma di una medusa e rinvia al mito antico per la sua
somiglianza alla testa mozzata della Gorgone. Senza titolo, impressione diretta su carta fotografica da foro stenopeico. Calco in gomma siliconata, vetroresina e gesso in dimensioni
variabili, usati nel procedimento
di fusione per ricavare il modello
in cera della scultura in bronzo.
Il giardino è alla francese, corredato però dai “Nasoni” le storiche fontane romane, che danno un tocco di incongruenza all’ordine cartesiano dell’aiuola.
Marina Valensise, direttrice dell’Istituto italiano di cultura a Parigi.
Il giardino è alla francese,
corredato però dai “Nasoni” le storiche fontane romane, che danno un tocco di incongruenza all’ordine cartesiano dell’aiuola.
I saloni neoclassici dell’Hôtel
de Galliffet ospitano oggi le opere
di giovani artisti italiani,
“Le Promesse dell’Arte”, grazie
al nuovo programma di residenza
di artista inaugurato all’Istituto di cultura nell’ottobre 2012.
Un’idea del tempo, del lavorio del tempo e della memoria, nelle clessidre in bronzo di Giorgio Andreotta Calò, scultore residente dall’ottobre 2014, selezionato dalla direttrice dei programmi culturali della Monnaie di Parigi, Chiara Parisi.
I carotaggi di Giorgio Andreotta Calò disposti orizzontalmente eludono la verticalità del tempo: sono le colonne portanti della
città di Venezia. Attraverso di essi si ottiene un’argilla estremamente compatta utilizzata
nella lavorazione della ceramica. Il caranto, dal latino caris, sasso,
è lo zoccolo duro sul quale poggiano
le fondamenta della città.
Una scultura in legno, ricavata da una bricola corrosa dall’acqua, assume la forma di una medusa e rinvia al mito antico per la sua
somiglianza alla testa mozzata della Gorgone. Senza titolo, impressione diretta su carta fotografica da foro stenopeico. Calco in gomma siliconata, vetroresina e gesso in dimensioni
variabili, usati nel procedimento
di fusione per ricavare il modello
in cera della scultura in bronzo.
I segreti di Talleyrand nella stanza che ora
è di Marina Valensise,
direttrice dell’Istituto.
Il ministro scelse per suo studiolo la stanza più modesta del palazzo, ad angolo sul giardino, perché offriva il maggior numero di vie di fuga. Qui
potevano entrare senza
essere visti spie, cortigiani,
agenti doppi e tripli.
I segreti di Talleyrand nella stanza che ora
è di Marina Valensise,
direttrice dell’Istituto.
Il ministro scelse per suo studiolo la stanza più modesta del palazzo, ad angolo sul giardino, perché offriva il maggior numero di vie di fuga. Qui
potevano entrare senza
essere visti spie, cortigiani,
agenti doppi e tripli.
I saloni neoclassici dell’Hôtel
de Galliffet ospitano oggi le opere
di giovani artisti italiani,
“Le Promesse dell’Arte”, grazie
al nuovo programma di residenza
di artista inaugurato all’Istituto di cultura nell’ottobre 2012.
Un’idea del tempo, del lavorio del tempo e della memoria, nelle clessidre in bronzo di Giorgio Andreotta Calò, scultore residente dall’ottobre 2014, selezionato dalla direttrice dei programmi culturali della Monnaie di Parigi, Chiara Parisi.