Bufalini presenta l’ultimo progetto di Paolo Ulian: Altare, in occasione della mostra The New Poetic Activism. Alla ricerca degli oggetti inevitabili del design italiano, a cura di Mario Trimarchi, e prodotta da ADI Design Museum. Il designer sfida la comune concezione del cibo come semplice prodotto, offrendo un’esperienza visiva e sensoriale che invita a riflettere sulla sacralità degli alimenti.

Il portafrutta, composto da diversi cilindri in marmo tutti distinti per tipologia e dimensione, lascia completa libertà nella composizione, in cui ogni elemento è in grado di sostenere un solo frutto per volta. Il progetto celebra l’incontro tra l’abilità artigianale di Bufalini e la sensibilità artistica del designer. Bufalini, testimone di una tradizione radicata, ha associato il proprio nome al prestigioso marmo di Carrara esaltando la materia in elementi di arredo e oggetti di design. L’azienda attraverso la scelta di materiali pregiati e una lavorazione rispettosa vuole focalizzare l’attenzione sull’utilizzo delle pietre naturali come materiale di valore e durevole.

Il progetto di Paolo Ulian trova diretta ispirazione nell’opera Socle du Monde di Pietro Manzoni del 1961, un’opera concettuale basata sul semplice gesto di rovesciare un piedistallo metaforicamente rappresentante il sostegno del mondo intero. L’osservatore comprende quindi come l’opera da venerare sia il mondo stesso, investito di un senso di sacralità e unicità. Allo stesso modo la volontà di Paolo Ulian è quella di esporre ogni frutto come un’opera preziosa e irripetibile, cibo che spesso la nostra civiltà tratta come mera merce senza valore. Il progettista riflette sulla desacralizzazione del cibo nell’odierna società, prodotto in gran parte da macchine anziché dall’opera umana. Altare si pone come un tentativo di richiamare l’attenzione sulla divinità del cibo, riconoscendo la sua importanza vitale e la necessità di trattarlo con rispetto e venerazione. “Il cibo dovrebbe essere la nostra divinità quotidiana, più alta di quella che ha creato il mondo, poiché lo mantiene vivo”, spiega Paolo Ulian.

Particolarmente significativa è l’origine dei cilindri di marmo utilizzati: l’azienda utilizza pezzi di scarto derivati da lavorazioni di carotatura per la realizzazione di lavabi, vasi in marmo e altri manufatti. Questa scelta non solo conferisce un carattere unico ad ogni componente di Altare ma sottolinea anche la necessità di riconsiderare il valore degli oggetti di uso quotidiano, trasformando rifiuti in opere d’arte. bufalini.com