Dopo le città e i monumenti l’Unesco decide di tutelare anche la birra. Ma non una birra qualsiasi, bensì una delle più apprezzate nelle birrerie del mondo: la Birra Belga.

Con la consegna dell’attestato ufficiale, infatti, la Birra Belga entra a far parte del Patrimonio dell’Umanità. La decisione era stata presa a novembre scorso ma è stata suggellata soltanto oggi in occasione di una cerimonia tenutasi, appunto, in Belgio.

Il ministro della cultura, presente per l’evento, ha voluto elogiare “la diversità impareggiabile dell’arte della birra belga e l’intensità di questa cultura che ha permesso il riconoscimento”.

Birra Belga tutelata dall’UNESCO: le tradizioni che si salvaguardano

La Gueuze, la Lambic, la Blanche e molte altre birre che recano sull’etichetta la bandiera belga, quindi, sono da oggi tutelate dall’Unesco, che le ha indicate come esempi di cultura immateriale dei popoli da salvaguardare con grande impegno.

La birra belga, infatti, è l’esito di una lavorazione che segue tecniche tradizionali ereditate dagli antenati birrai ma ancora praticate sul territorio nazionale grazie alla trasmissione delle conoscenze di generazione in generazione.

Belgio, terra di birra

La birra, del resto, rappresenta una delle principali attività del Belgio: ogni provincia ha i propri birrifici, le proprie associazioni, i propri musei, i propri ristoranti e bistrot legati alla produzione della birra. Ogni zona organizza eventi e feste dedicate alla saporita bevanda e contribuisce “alla creatività e alla diversità del mondo della birra belga”.

Provincia che vai birra che trovi

Ogni area geografica si distingue dall’altra anche per le pratiche di produzione. Le birre Lambic, per esempio, sono prodotte a Bruxelles e nel Pajottenland, regione a sud ovest della capitale, secondo la tecnica della fermentazione spontanea. Le birre Saison, invece, con il loro colorito chiaro e la loro alta fermentazione, provengono dalla Vallonia. Le Vieilles brunes, Ale ad alta fermentazione, sono tipiche delle Fiandre Occidentali, zona dove si producono anche i famosi formaggi “lavati” con la birra, specialità di Chimay.

Da novembre a maggio: il cammino della candidatura

La domanda di entrare a far parte della Lista Unesco era stata presentata dalla Comunità Germanofona a nome di tutto il Belgio. A sostenere la candidatura c’erano l’organizzazione dei birrai, varie associazioni locali, i promotori della boira e alcune ONG specializzate.

Lo scorso 30 novembre è arrivata la conferma: il Belgio avrebbe avuto il suo posto nel patrimonio Unesco. Il motivo? La diversità senza pari dell’arte brassicola del Belgio e l’intensità di questa cultura.

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