La bioplastica

La plastica è una delle sostanze che incontriamo più frequentemente, nel vivere quotidiano, ma, almeno nei paesi più avanzati, si va sempre più diffondendo la coscienza delle difficoltà legate ad un suo corretto smaltimento.

Ricerche recenti hanno consentito la sperimentazione di una versione “green” del materiale su cui si è plasmata, sinora, la modernità. Questa “mutazione ” ha il nome di bioplastica.

L’etimo composto di bio-plastica lascia intuire la comparsa, nella chimica della stessa, di materiali organici. In effetti, la sua lavorazione contempla l’uso di barbabietole, melassa, canna da zucchero, frumento, mais e altri vegetali.

Le caratteristiche di leggerezza, elasticità e flessibilità permangono, ma la composizione del materiale non contempla più idrocarburi – derivati del petrolio – sostanze esauribili e inquinanti.

Sono già piuttosto diffusi oggetti d’uso comune, come gli elementi per apparecchiare una tavola, diversi accessori, sacchetti o package-contenitori, ma sono ancora in fase prototipale, o di prima produzione, gli oggetti di design e le strutture architettoniche.

Il design

La bioplastica, plasmata nella forma dalle stampanti 3D, consente già di proporre, per fare un esempio, lampade e punti luce  disegnati con stile rigoroso e seguendo criteri di qualità.

Lo stesso materiale, prodotto in lamine a maglie regolari (triangoli o nidi d’ape esagonali) – sovrapposte e incurvate – è già stato sperimentato per la realizzazione di spazi espositivi e stand, dalla massima riciclabilità e di semplice smaltimento.

Gli esempi di stile non mancano. Nel 2015, il designer Jean Louis Iratzoki, dello studio Iratzoki-Lizaso, ha creato, per la francese Alki, una sedia con un guscio in bioplastica generata da fibre naturali.

lI guscio della sedia è stato montato su un telaio di legno, rendendo al 100% green un oggetto bello da vedere e utilizzare. La sedia si chiama Kuskoa Bi ed è facilmente visionabile sul sito ufficiale dello studio.

A settembre dell’anno scorso, si è tenuto a Sarzana, in provincia di La Spezia, l’evento legato al premio “Bioplastiche design “, per la promozione del materiale negli ambienti creativi dell’ecodesignmade in Italy “.

Il design di oggetti e arredi non è l’unico segmento della produzione creativa ad essere raggiunto dalla bioplastica. In Giappone, è stata messa a punto una tecnologia per produrre un filato realizzato esclusivamente con materiale vegetale; nello specifico la melassa.

La melassa, com’è noto, è un prodotto marginale della lavorazione della canna da zucchero, un liquido viscoso non cristallizzato.

Il pensiero che uno scarto della raffinazione dello zucchero possa essere utilizzato nel fashion, per realizzare capi d’abbigliamento ricchi di stile, è sicuramente assai suggestivo.

Le immagini della cover e della galleria sono state tratte da quelle segnate come “riutilizzabili” da Google. Quella della sedia Kuskoa Bi proviene dal sito di Iratzoki-Lizaso sopra citato.