Dal 24 febbraio al 25 giugno 2023 Palazzo Reale di Milano presenta una grande mostra dedicata a l’uomo che dagli anni ’70 è considerato il maestro indiscusso della videoarte: BILL VIOLA.

BILL VIOLA
Bill Viola Catherine’s Room , 2001 Color video polyptych on five LCD flat panel displays mounted on wall, 38x246x5,7 cm 18:39 minutes Performer: Weba Garretson Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Promossa dal Comune di Milano-Cultura, viene prodotta e organizzata la mostra BILL VIOLA da Palazzo Reale e Arthemisia, con la collaborazione di Bill Viola Studio. Una rassegna di opere dall’intero percorso artistico di Viola, offre al pubblico quindici capolavori nelle sale di Palazzo Reale.

BILL VIOLA
1 Bill Viola Catherine’s Room , 2001 Color video polyptych on five LCD flat panel displays mounted on wall, 38x246x5,7 cm 18:39 minutes Performer: Weba Garretson Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio 2 Bill Viola Emergence , 2002 Video installation Color high-definition video rear projection on screen mounted on wall in dark room Projected image size: 213×213 cm 11:40 minutes Performers: Weba Garretson, John Hay, Sarah Steben Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Nato a New York nel 1951 e di origine italo-americana, Bill Viola è internazionalmente riconosciuto come il artista che, attraverso la sperimentazione della videoarte, ha prodotto opere uniche considerate a tutti gli effetti veri e propri capolavori dell’arte contemporanea.
Attraverso lo studio precoce della musica elettronica, le potenzialità della performance art e del cinema sperimentale, da più di 40 anni Viola realizza opere che, attraverso un nuovo linguaggio artistico, affrontano con coerenza la vita, la morte e il viaggio intermedio, per esplorare una comprensione più profonda dell’umanità e della sua relazione con l’ambiente, le influenze delle filosofie orientali e occidentali, l’importanza iconica del mondo naturale e molti altri temi.

BILL VIOLA
Bill Viola Fire Woman , 2005 Video/sound installation Color high-definition video proj ection; four channels of sound with subwoofer (4.1) Projected image size: 5,8×3,25 m 11:12 minutes Performer: Robin Bonaccorsi Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Per Viola l’esperienza del viaggio è stata fondamentale per lo sviluppo del suo lavoro. Prendendo spunto dalle realtà che ha incontrato nei suoi viaggi in giro per il mondo con sua moglie Kira Perov, tra il Anni ’70 e ’80 Viola delinea il suo percorso artistico e giunge alla realizzazione di opere che avvolgono il spettatore con composizioni e suoni, cercando di rappresentare le infinite possibilità della psiche e del spirito umano.

BILL VIOLA
Bill Viola Four Hands , 2001 Black-and-white video polyptych on four LCD flat panels mounted on shelf 22.9×129,5×20,3 cm Continuously running Performers: Blake Viola, Kira Perov, Bill Viola, Lois Stark Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Fondamentali in questi viaggi furono i 18 mesi trascorsi a Firenze dove si incontrò per la prima volta Arte rinascimentale. Nel 1997 durante un progetto di ricerca del Getty ha continuato a esplorare il cristianesimo antico iconografia, con particolare attenzione all’immaginario medievale, rinascimentale e manierista in un continuo dialogano con pale d’altare, polittici e dipinti votivi di artisti antichi. Viola ha quindi proposto un nuovo composizione dell’immagine attraverso la costruzione di elaborate scene teatrali ispirate al western tradizione storica e artistica, cinematografica nel vero senso della parola, con ambientazioni, attori, scenografie, lighting design, fotografia e anche un regista. Fuoco e acqua – elementi simbolici per la transizione dalla vita alla morte, così come da questa vita all’altra; il mondo digitale; un mondo visivo immateriale; un’esistenza dipendente da impulsi di elettricità: tutto fa pensare alla fragilità e fugacità di natura umana.

BILL VIOLA
Bill Viola Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity , 2013 (detail) Video installation Color high-definition video diptych projected on large vertical slabs of black granite leaning on wall, 227x128x5 cm each 18:54 minutes Performers: Luis Accinelli, Penelope Safranek Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

La mostra milanese offre ai visitatori un percorso in cui ritrovarsi a contemplare il profondo
questioni che Bill esplora con immagini al rallentatore in cui luce, colore e suono possono creare momenti di profonda riverenza. Emozioni, meditazioni e passioni possono emergere dai suoi video, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio interiore.

BILL VIOLA
Bill Viola The Quintet of the Silent , 2000 Color video on flat panel display mounted on wall, 72,4×120,7×10,2 cm 16:28 minutes Performers: Chris Grove, David Hernandez, John Malpede, Dan Gerrity, Tom Fitzpatrick Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Questa dimensione emerge, ad esempio, nei suoi video Passions (opere che fanno chiaro riferimento al Italian Renaissance), che al rallentatore catturano ed estendono dettagli di emozioni umane impossibili da comprendere vedere in tempo reale, oppure in Ocean Without a Shore (2007), opera nata a Venezia nella piccola, sconsacrata chiesa di San Gallo, che descrive una metaforica soglia del momento di transizione in cui la vita diventa morte.

Bill Viola Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under a Waterfall) , 2005 Video/sound installation Color high-definition video proj ection; four channels of sound with subwoofer (4.1) Projected image size: 5,8×3,25 m 10:16 minutes Performer: John Hay Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Accanto a questi, c’è anche l’incontro virtuale tra uomo e donna in The Veiling (1995); IL
improvvisa e terrificante alluvione al centro di The Raft (maggio 2004), installazione che ci ricorda il importanza della collaborazione umana per sopravvivere a disastri naturali o crisi impreviste; e i martiri serie (2014), raffigurante la lotta coraggiosa di quattro persone nella morsa dei quattro elementi naturali, man mano che crescono gradualmente in grado di accettare il loro destino inevitabile. E poi c’è il dittico video di proiezioni su lastre di granito nero – Uomo che cerca l’immortalità/Donna che cerca l’eternità (2013) – e opere, appartenenti alla serie Tristan (2005), che raffigurano l’intensità visiva e uditiva di la trasfigurazione del fuoco e dell’acqua, accanto a opere raramente esposte in Italia come Il quintetto dei muti (2000), consentendo così al grande pubblico di godere di una varietà di contenuti esclusivi.

Bill Viola The Greeting , 1995 Video/sound installation Color video projection on large vertical screen mounted on wall in darkened space; amplified stereo sound Projected image size: 2,8×2,4 m 10:22 minutes Performers: Angela Black, Suzanne Peters, Bonnie Snyder Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Accuratamente curata da Kira Perov, moglie dell’artista e direttrice esecutiva di Bill Viola Studio, quarantenne anni di lavoro vengono mostrati attraverso un’accurata selezione di pezzi, definendo un evento unico regalandoci il occasione per riflettere sulla vita, per intraprendere il proprio viaggio interiore e per immergersi in un mondo alternativo completamente diverso da quello che ci siamo lasciati alle spalle all’ingresso. La mostra è accompagnata da un catalogo curato da Valentino Catricalà e Kira Perov, che è inteso non solo come documentazione della mostra, ma vuole diventare vero e proprio materiale di studio per generazioni future. Il catalogo è edito da Skira. Media partner dell’evento è Urban Vision e partner per la mobilità Frecciarossa Treno Ufficiale. La mostra fa parte di Milano Art Week (11 – 16 aprile 2023), l’evento diffuso coordinato dal Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con miart, che mette in rete il principali istituzioni pubbliche e fondazioni private della città attive nell’arte moderna e contemporanea, con a programmazione dedicata di mostre e attività.

BILL VIOLA
Bill Viola
Earth Martyr
, 2014
Color high-definition video on flat panel display
mounted vertically on wall
107,6×62,1×6,8 cm
7:10 minutes
Executive producer: Kira Perov
Performer: Norman Scott
Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

LA MOSTRA
Le opere di Bill Viola in mostra a Palazzo Reale sono disposte in un allestimento unitario, parte di un open dialogo con lo spazio, che viene reinterpretato e ricostruito da una nuova prospettiva, nello stesso modo che le opere video dell’artista invitano a nuove intuizioni e interpretazioni ispirate alle dimensioni spaziali del sito. L’interazione di un passato ricostruito e di un futuro previsto, di spese di tempo, tutto rivela come il lavoro distintivo di Viola sia stato inteso, fin dall’inizio, sia come uno sforzo all’interno dell’immagine (il video
di per sé) e un protendersi (il video come mezzo ibrido aperto al dialogo con lo spazio in cui si trova installato).

Bill Viola The Veiling , 1995 Video/sound installation Two channels of color video pr ojections from opposite sides of a large dark gallery through nine large scrims suspended from ceiling; two channels of amplified mono sound, four speakers Scrim size: 2.4 x 3.3 m each 30:00 minutes Performers: Lora Stone, Gary Murphy Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

A differenza di altri artisti della sua generazione, Bill Viola si era già lasciato alle spalle l’eccesso tecnologico sperimentazione nei primi anni 70, ritornando ai fondamenti della tecnologia video (il monitor e il macchina fotografica), per poi andare oltre il mezzo, allo studio degli elementi naturali che portano ogni immagine in essere, che significa luce, tempo e spazio. Con il lavoro di Viola il video diventa un medium a disposizione dell’arte contemporanea, un nuovo veicolo di cui il linguaggio potrebbe esplorare in profondità l’uomo e il suo rapporto con l’ambiente, così come i suoi legami tra tradizioni orientali e occidentali, più l’importanza iconica degli elementi naturali, insieme a molti altri temi vicini al cuore dell’artista. Tornando a questo momento di trasformazione oggi, vediamo Bill Viola
come figura chiave non solo nella storia della videoarte, ma nella storia dell’arte in generale: un artista attraverso il quale noi può comprendere gli ultimi quarant’anni di cultura visiva. I temi centrali della mostra vengono toccati nella primissima proiezione, Il quintetto del silenzio (2000). Un gruppo di cinque uomini è visto in piedi vicini mentre subiscono un’ondata di intensa emozione che rischia di sopraffarli. I cinque individui sperimentano la crescente energia emotiva in modo indipendente, con poca interazione diretta con i loro compagni. Il rallentatore estremo rende visibile il più piccolo dei dettagli e le sottili sfumature di espressione, e crea uno spazio psicologico soggettivo dove il tempo è sospeso sia per gli artisti che per gli spettatori.

Bill Viola Water Martyr , 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6×62,1×6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: John Hay Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Alla fine degli anni ’80, Bill Viola attraversò un notevole periodo di crisi creativa. Questo è quando ha iniziato a farlo pensare a un nuovo approccio alla composizione delle immagini attraverso la costruzione di vere e proprie, quasi scene cinematografiche ispirate alla tradizione artistica occidentale. Ne risultarono veri e propri film, completi di scenografie, attori, luci, fotografia e ruolo del regista. Il lavoro seminale più noto è stato The Saluto (1995), esposto in mostra e ispirato alla Visitazione del Pontormo (1528-9). Due donne
vestiti con abiti del XVI secolo stanno parlando tra loro, quando vengono interrotti da una terza donna che li saluta e li abbraccia. I movimenti, tutti al rallentatore, avvengono in un’ambientazione suggestiva della pittura del Pontormo, anche se Viola la definisce “industriale”. L’azione, avvenuta nel 45 secondi, è allungato a più di 10 minuti. Kira Perov osserva, nella sua prefazione al catalogo: “Il tempo è malleabile nelle mani di Bill Viola, dove ogni dettaglio di movimento e facciale e l’espressione del corpo è visibile e un momento diventa un’eternità.

Bill Viola Fire Martyr , 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6×62,1×6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: Darrow Igus Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Da quel momento in poi, il lavoro di Bill Viola si identificò sempre più con questo stile, in cui il la formalizzazione delle emozioni, uno dei suoi obiettivi principali, ha svolto un ruolo chiave. Catherine’s Room (2001) è una visione privata della stanza di una donna solitaria che compie una serie di rituali quotidiani dalla mattina alla sera. Le azioni della donna sono semplici e mirate e appaiono simultaneamente in diversi momenti della giornata: mattina, pomeriggio, tramonto, sera e notte. Una piccola finestra nella parete rivela una veduta del mondo esterno dove sono visibili i rami di un albero. In ogni pannello il l’albero è visto in fasi successive del suo ciclo annuale, dai fiori primaverili ai rami spogli. Il mondo fuori dalla finestra rappresenta un altro strato di tempo, trasformando la scena da un record di un giorno nella visione più ampia di una vita legata ai cicli della natura. Nel polittico Four Hands (2001), le mani di un ragazzino, una donna e un uomo di mezza età, e un
si vedono donne anziane mentre compiono lentamente e deliberatamente una serie di gesti prestabiliti. IL i gesti sono influenzati da una varietà di fonti dai mudra buddisti all’inglese del diciassettesimo secolo tavole chirologiche. I modelli simbolici dei movimenti di tre generazioni di mani: figlio, madre e padre, nonna: descrivi una linea temporale che comprende entrambe le azioni parallele degli individui in il momento presente e i movimenti più ampi delle fasi della vita umana.

Bill Viola Air Martyr , 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6×62,1×6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: Sarah Steben Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Emergence (2002) si ispira a un affresco di Masolino da Panicale intitolato Pièta (1424),
originariamente realizzato per la chiesa di San Giovanni Battista a Empoli. Raffigura Cristo che risorge dalla sua tomba, assistito dalla Madonna e da San Giovanni. In Emergence, un giovane si sta alzando in modo simile, ma da a cisterna traboccante d’acqua, acqua che qui rappresenta sia la vita che la morte, contemporaneamente un annegamento e una nascita.
Ocean Without a Shore (2007) parla della presenza dei morti nelle nostre vite. Tre altari su cui gli schermi sono posizionati diventano portali per il passaggio dei morti da e verso il nostro mondo. Presentato come una serie di incontri all’incrocio tra la vita e la morte, la sequenza video documenta a successione di individui che si avvicinano lentamente dall’oscurità e si muovono verso la luce.
Registrate indipendentemente, le immagini di un uomo e di una donna non coesistono mai nello stesso fotogramma video. È solo la luce delle loro immagini che si mescola al tessuto dei veli appesi. Il cono di luce emergente da ogni proiettore è articolato nello spazio dagli strati di materia, rivelando la sua presenza come a forma tridimensionale che si muove attraverso e riempie lo spazio vuoto della stanza con il suo traslucido massa.

Bill Viola Ocean Without a Shore , 2007 Video/sound installation Color high-definition video triptych, two 65-in. flat panel screens, one 103-in. screen mounted vertically on architectural elements on three walls; six loudspeakers (three pairs, stereo sound) Continuously running Performers: Luis Accinelli, Helena Ballent, Melina Bielefelt, Eugenia Care, Ca rlos Cervantes, Liisa Cohen, Addie Daddio, Jay Donahue, Howard Ferguson, Weba Garretson, Tamara Gorski, Darrow Igus, Page Leong, Richard Neil, Oguri, Larry Omaha, Kira Perov, Jean Rhodes, Chuck Roseberry, Lenny Steinburg, Julia Vera, Bill Viola, Blake Viola, Ellis Williams

In The Raft (maggio 2004), un gruppo di persone provenienti da una varietà di background etnici ed economici è improvvisamente colpito da un massiccio assalto d’acqua da un tubo ad alta pressione. Alcuni sono immediatamente rovesciato e altri si preparano contro il diluvio immotivato. L’acqua vola ovunque, vestiti e corpi sono presi a pugni, volti e membra si contorcono nello stress e nell’agonia contro il freddo, duro forza. Poi, all’improvviso come è arrivata, l’acqua si ferma, lasciando dietro di sé una banda di sofferenti, disorientati, e individui maltrattati. Gli elementi naturali ritornano con una vendetta nei suoi video della serie Martyrs (2014), in cui quattro gli individui immobili vengono gradualmente disturbati e infine sopraffatti dai rispettivi elementi che ciascuno rappresenta. L’opera raffigura anche l’accettazione finale della morte. “Martire” deriva dalla parola greca per “testimone”, e l’artista vede questi individui come testimoni valori fondamentali della nostra cultura. Nel mondo di oggi, i mass media ci trasformano tutti in testimoni del sofferenza degli altri. Le passate vite di azione dei martiri possono aiutare a illuminare le nostre vite moderne di inazione. Esemplificano anche la capacità umana di sopportare il dolore, le difficoltà e persino la morte per rimanere fedele ai propri valori, credenze e principi. Queste quattro opere rappresentano idee di azione, forza d’animo, perseveranza, resistenza e sacrificio.

Bill Viola Ocean Without a Shore , 2007 Video/sound installation Color high-definition video triptych, two 65-in. flat panel screens, one 103-in. screen mounted vertically on architectural elements on three walls; six loudspeakers (three pairs, stereo sound) Continuously running Performers: Luis Accinelli, Helena Ballent, Melina Bielefelt, Eugenia Care, Ca rlos Cervantes, Liisa Cohen, Addie Daddio, Jay Donahue, Howard Ferguson, Weba Garretson, Tamara Gorski, Darrow Igus, Page Leong, Richard Neil, Oguri, Larry Omaha, Kira Perov, Jean Rhodes, Chuck Roseberry, Lenny Steinburg, Julia Vera, Bill Viola, Blake Viola, Ellis Williams

In Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity (2013), attraverso due fotogrammi separati, un uomo e donna nudi sembrano emergere dalla pietra e camminare verso di noi. Arrivano cercando direttamente nei nostri occhi con chiarezza e consapevolezza. Lentamente, ognuno accende una piccola luce e inizia un familiare rituale quotidiano, ricercando attentamente il proprio corpo alla ricerca di segni di malattia o corruzione, ricerca della morte. Quando hanno finito, ognuno di loro spegne la propria luce, grato per la vita. Fire Woman (2005) è un’immagine vista con gli occhi della mente di un uomo morente. La sagoma oscurata di a figura femminile si trova davanti a un muro di fiamme. Dopo diversi minuti, si sposta in avanti, apre le braccia, e cade nel suo stesso riflesso. Quando le fiamme della passione e della febbre alla fine avvolgono l’occhio interiore, e la consapevolezza che il corpo del desiderio non sarà mai più incontrato acceca il veggente, la superficie riflettente lo è in frantumi e collassa nella sua forma essenziale: modelli ondulati di pura luce. Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under a Waterfall), 2005, descrive l’ascesa dell’anima nello spazio dopo la morte mentre viene risvegliato e trascinato in una cascata che scorre all’indietro, spingendo il corpo inerte dell’uomo e presto riportandolo in vita. Alla fine, tutto il suo corpo si solleva dalla lastra e viene tirato su con l’acqua impetuosa, scomparendo sopra. wikipedia.org