Rullo di tamburi: dopo oltre tre anni di lavori lo scorso 22 Settembre a Città del Capo sono stati aperti i battenti dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) – arricchito da un carnet di mostre eclettiche e peculiari in occasione dell’opening – e candidato a diventare il punto di riferimento per la cultura della capitale del Sudafrica.
Lo Zeitz Museum of Contemporary Art Africa: da deposito a iconico museo
Era atteso e desiderato ed è stato il risultato di un’operazione di recupero che porta il marchio del prestigioso Heatherwick Studio. Costruito nel 1924 ma chiuso nel 2001, dopo quasi 80 anni di attività come deposito dell’economia agricola locale. La riapertura in qualità di nuovo punto di riferimento per l’arte è stato un enorme salto in avanti, tant’è che gli occhi di tutti erano puntati su di lui. Ripensato per raccogliere, conservare ed esporre le opere degli artisti africani del XXI secolo, lo Zeitz Museum of Contemporary Art Africa svolgerà anche il compito di osservatore attento alle tendenze in via di sviluppo e affermazione nel resto del mondo, ospitando mostre temporanee di rilievo internazionale. Non c’è da stupirsi quindi, se tra un po’ troveremo anche un artista italiano in mostra a sud dell’Equatore.
Il Grain Silo, il complesso architettonico più alto dell’intera Africa sub-sahariana
9.500 metri quadri distribuiti su nove piani per l’edificio più alto dell’intera Africa sub-sahariana: lo skyline di Città del Capo ora vede svettare il Grain Silo con i suoi 57 metri di altezza con affaccio sul Victoria & Alfred Waterfront, una delle mete principali per i visitatori della città. A guardare lo Zeitz Museum of Contemporary Art Africa sembra di osservare una cattedrale – per l’arte – estremamente moderna caratterizzata da enormi tubi cilindrici dal diametro di oltre 5 metri che si ergono fino a sfiorare le nuvole. Un tributo all’originale design industriale della struttura, ma anche un modo per portare l’arte africana a un nuovo piano, di rilevanza mondiale.
Al suo interno invece, saranno 6000 i metri quadrati destinati alle esposizioni, suddivisi tra 100 gallerie. Per non parlare delle diverse sale lettura, di un bookshop, di un’area per la ristorazione, di un lussuoso albergo e di alcuni centri di ricerca come il Costume Institute, il Centres for Photography e il Moving Image.