Il modernariato vince all’asta: è merito del design

È uscito un nuovo approfondimento de Il Sole 24 Ore sul tema del modernariato nelle aste, e porta buone notizie. Secondo il noto quotidiano economico-finanziario italiano, infatti, il design italiano del XX secolo ha sempre più successo in ambito internazionale.

E riguarda, soprattutto, gli artisti italiani del Novecento: questo apprezzamento, nello specifico, indirizza il pubblico verso il modernariato con crescente interesse.

Modernariato: i nomi più ambiti

Tra i nomi di maggiore interesse spiccano, soprattutto, quelli di Gio Ponti e dello storico gruppo B.B.P.R. Formato dagli architetti Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers, il gruppo partì seguendo i temi del razionalismo italiano. Al gruppo si deve, soprattutto, la lotta contro la censura fascista: è questo coraggio che ora viene premiato nelle aste italiane ed estere, soprattutto quelle parigine.

Uno sguardo al fenomeno

Così, ad esempio, grande successo ha avuto Il Ponte Casa d’aste di Milano: il primo incanto della stagione riguarderà i temi della decorazione d’interni, dell’arte moderna e per l’appunto del modernariato. In programma dal 24 al 26 settembre, si è in realtà prolungata fino al 6 ottobre. Il merito è dei lotti in vendita che, dati del Sole 24 ore alla mano, hanno totalizzato 637.848 euro e il 75,08% di lotti venduti.

La parola all’esperto

L’esperto Stefano Poli così ha dichiarato al quotidiano:

“La tornata di modernariato è sempre un appuntamento molto atteso dal pubblico e dagli appassionati, con un venduto pari al 70% e incrementi importanti rispetto alle basi d’asta. La vendita ha confermato come gli arredi del Novecento siano ben più di una moda, ma una vera e propria tendenza del mercato. Queste due tornate hanno registrato un risultato positivo e stabile rispetto al recente semestre e il modernariato, considerato il fratello minore del design, ha riscosso grande apprezzamento con un sempre maggior numero di acquirenti”.

Ricordando che il futuro ha un cuore antico, così chiosa:

“Sono risultati che si raggiungono rivolgendosi a un pubblico variegato che non vuole solo il pezzo unico da collezione o di grande manifattura, ma cerca piuttosto il sapore di un’epoca e di un passato recente per farne un’icona”.

Viene voglia di iscriversi subito alla prossima asta!