Henri Cartier-Bresson: l’America senza segreti

Idolatrata fino al parossismo o disprezzata con le più profonde convinzioni, l’America è stata di fatto sempre accolta con un feroce dualismo: a raccontarne i contrasti così sregolati ci è riuscito Henri Cartier-Bresson, uno dei fotogiornalisti più magnificenti del Novecento.

Lucca, mon amour

Il racconto arriva al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art con la mostra fotografica Henri Cartier-Bresson. In America, con la curatela di Maurizio Vanni. Organizzata in collaborazione con Magnum Photos e la francese Fondation Henri Cartier-Bresson con il supporto di MVIVA, la mostra sarà aperta fino al prossimo 11 Novembre.

Fino all’essenza più vera

Centouno foto in bianco e nero raccontano il lungo sguardo di Bresson sulle contraddizioni statunitensi, colte dalla metà degli Anni Trenta fino alla fine degli Anni Sessanta. Aderenti alla realtà sociale dell’epoca, queste fotografie denudano l’essenza della vita americana, la dissezionano e la restituiscono in una veste più autentica, priva di certi orpelli leziosi tipici della ricca borghesia americana.

Erano infatti gli anni degli sfarzi, dei lustrini e del boom economico dopo la Grande Depressione: la realizzazione più concreta del sogno americano veniva sbattuta in faccia a chi si addentrava, in punta di piedi, nel continente vasto e che, per ovvie ragioni, conteneva whitmaniane moltitudini.

L’umanità duplice di Henri Cartier-Bresson

Ma poiché non esiste luce senza ombra, la tragicità dello sguardo fotografico di Bresson incalza sulle sfaccettature più decadenti di questi magniloquenti anni americani.

Così racconta, infatti, il curatore Maurizio Vanni:

“Cartier-Bresson posa il suo sguardo sulla società dei consumi per eccellenza e sul suo mondo effimero frapponendo la sua arte senza tempo, durevole e solida alla fragilità e fugacità di una comunità che ha smarrito il senso vero dell’esistenza. La rincorsa di un modello di vita utopico, votato all’eccesso, al sogno, alla grandezza, alla rottura delle convenzioni, alla tecnologia risulta essere più vicino alla fiction che alla realtà, che si manifesta così in tutta la sua banalità, disperazione e crudezza”.

La soluzione visiva è di grande impatto emotivo: il focus si sposta dal paesaggio all’elemento umano, colto nell’interazione sociale e pur portatore di una solitudine quasi hopperiana. Questa umanità raccontata da Cartier-Bresson, tuttavia, non è impregnata di antropologia ma è intrisa di dolenza, spontaneità e insicurezza. Il volto più vero, cioè, di un’America sempre più accentratrice.

La mostra ha ottenuto il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Lucca, Opera delle Mura, Camera di Commercio di Lucca, Confindustria Lucca, Confcommercio Province di Lucca e Massa Carrara, Confesercenti Toscana Nord, Confartigianato Imprese Lucca. Con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Gesam Gas+Luce.