Riemerge la Domus Transitoria
Sono durati 10 anni i lavori di restauro della Domus Transitoria sul Palatino, la prima grande reggia di Nerone mai aperta al pubblico che ora si mostra in tutto il suo magnificente sfarzo.
Il lungo decennio è servito non solo per il restauro della prima residenza di Nerone, ma anche per la messa in sicurezza degli ambienti, disposti su circa 800 metri quadrati. Il risultato è una dimora prestigiosa finalmente tutta da scoprire, nonostante i saccheggi perpetrati nei secoli.
Nell’aria si respira profumo di storia
Le fonti narrano di un luogo prestigioso, che prendeva il nome dal fatto che permetteva di transitare dal Palatino all’Esquilino e che era interamente rivestito di marmi verdi, gialli aranciati e grigi arrivati da tutto l’impero per celebrare una delle potenze più sfarzose dell’intera storia romana. Il modello, d’altronde, era quello orientale delle regge tolemaiche, pensate per stupire pubblico e abitanti con la loro estensione: quasi una prova della dimora definitiva di Nerone, l’ancor più celebre Domus Aurea.
Tra marmi e sfarzo, alla scoperta della Domus Transitoria
E adesso è possibile scoprire le delizie nascoste della domus estiva neroniana, grazie a una studiata illuminazione e a proiezioni e visori 3d che ricostruiscono pedissequamente le immense colonne di porfido rosso, gli stucchi imponenti o i giochi d’acqua del ninfeo con forme architettoniche simili a una quinta teatrale. E poi c’è, quasi inaspettatamente, una latrina da 50 posti, forse costruita come servizio al nuovo cantiere della Domus Aurea. Lì intorno pareti che un tempo dovevano possedere decori sfarzosi, strappati trecento anni fa dai Farnese.
I tratti emersi dagli scavi delineano una casa raffinata, suggestiva e imponente, importante come l’uomo e il politico che ne commissionò i lavori. E che per questo fu criticato dai contemporanei, come ricorda lo storico Svetonio: qui si respira la storia, finalmente accessibile a tutti.