Eccoci giunti alla seconda settimana del mitico RACH FESTIVAL, palinsesto celebrativo della figura di Rachmaninov nei 150 anni dalla sua nascita di Sergej Rachmaninov ordito dall’Orchestra Sinfonica di Milano, che prosegue La seconda settimana di Festival si inaugura giovedì 20 aprile alle ore 20.30, e vede protagonista il Terzo Concerto in Re minore op. 30, forse il più conosciuto di Rachmaninov, dopo il successo del film Shine, diretto nel 1996 da Scott Hicks, diventato universalmente conosciuto e riconosciuto dal grande pubblico semplicemente come Rach 3. Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in re minore, op. 30 di Rachmaninov, composto nel 1909, è concerto d’impostazione tardo-romantica che deve una parte della sua fama alla sua grande difficoltà esecutiva, in quanto richiede al solista una solidissima tecnica virtuosistica e molta resistenza; nel complesso uno dei più impegnativi concerti dell’intero repertorio pianistico. Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 è uno dei più amati ed eseguiti concerti del repertorio per pianoforte e orchestra. Rachmaninov era da poco uscito da un grave esaurimento nervoso quando, nell’estate del 1909, si rifugiò nella tenuta della famiglia di sua moglie a Ivanovka, nel sud della Russia, per liberarsi dagli ultimi strascichi del male e per recuperare le forze in vista della sua prima tournée americana, che l’avrebbe impegnato a partire dal mese di novembre di quell’anno. Ritrovò così la serenità e la fiducia in se stesso e si mise al lavoro con grande fervore creativo: il risultato fu il Concerto n. 3 in Re minore per pianoforte e orchestra, op. 30, uno dei suoi lavori più felicemente riusciti. Nonostante le pressioni per eseguirlo in Russia, volle riservarne la prima esecuzione alla sua tournée americana e lo presentò a New York il 28 novembre, con Walter Damrosch sul podio; il 16 gennaio successivo, quando la sua tournée stava per concludersi, ne diede una seconda esecuzione newyorchese, questa volta diretta da Gustav Mahler.

Viene abbinato in questo programma alle interessantissime Enigma-Varations op.36 di Edward Elgar, compositore britannico contemporaneo di Rachmaninov. Alla tastiera, ovviamente, ritroviamo Alexander Romanovsky, grande solista, indiscusso talento degli ottantotto tasti, pianista vincitore a soli diciassette anni del primo premio al Concorso Busoni di Bolzano, ospite regolare dei palcoscenici più prestigiosi al mondo. Un grande musicista che ha particolarmente a cuore la produzione di Rachmaninov, onnipresente nel suo repertorio. Il Terzo Concerto per Romanovsky è stato in realtà il primo, perché ha avvicinato questa pagina a 16 anni, prima del Concorso “Busoni”. “Per me è anche più familiare, lo conosco da così tanto tempo, non mi stanca mai. È un concerto di una tale maestria, di un respiro larghissimo, anche a confronto con il secondo. Un’opera maestosa. Come una cattedrale, un monumento ai concerti di ogni epoca. Allo stesso tempo la cosa più incredibile di questo terzo Concerto è che, nonostante questa maestosità, riesce a essere estremamente intimo. Ci sono tanti momenti in cui il pianista rimane a tu per tu con il pianoforte, con l’orchestra che con cura e attenzione sta in silenzio ad ascoltare”.

Sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Milano, ad accompagnare Romanovsky in questa impresa, il Direttore Emerito dell’Orchestra, Claus Peter Flor.

Il prossimo appuntamento del RACH FESTIVAL è previsto per domenica 23 aprile ore 16: si conclude il Rach Festival con l’ultimo concerto, il Concerto n. 4 in Sol minore op. 40, che ha goduto dei favori del pubblico sin dal suo apparire nel 1927, e al centro del quale si impone un Largo che contiene la citazione di una canzone popolare inglese (“Three blind mice”). Fanno da pendant le Danze sinfoniche op. 45, grandiosa conclusione del catalogo di Rachmaninov datata 1940-1941, composta negli Stati Uniti dove il compositore visse nella seconda parte della sua vita e denominate “Mattino”, “Mezzogiorno” e “Sera”. Non era possibile migliore conclusione di questo Festival, se non con l’esecuzione del lascito artistico di questo immenso compositore. Viva Rachmaninov!

Conferenza introduttiva

Giovedì 20 aprile alle ore 18.30 si terrà una conferenza introduttiva al Foyer della Balconata dell’Auditorium di Milano, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Studium Musicale d’Ateneo. Relatore Enrico Reggiani, intitolata “RACH FESTIVAL – 3 – Rachmaninov, Elgar, il pianismo della resistenza tonale”: Pianismo è “cultura del pianoforte” nella sua accezione compositiva ed esecutiva, con i consueti vincoli sociali, politici, economici, tecnologici, ecc. Quello dei concerti di Rachmaninov copre mezzo secolo: da un primo progetto poi abbandonato (1889) all’ultima revisione del Rach 4 (1941). Rach 3 e Rach 4 regressive o progressive? Anche questi concerti confermano l’esplorazione delle tonalità minori, già attuata nei due precedenti, e fanno di Rachmaninov (con Edward Elgar) un protagonista della “resistenza tonale” allargata. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 Alexander Romanovsky, pianoforte

Descritto da Carlo Maria Giulini come “un pianista di grande talento”, Alexander Romanovsky è un pianista affascinante e sottile con una voce del tutto coinvolgente. Nato in Ucraina nel 1984, all’età di tredici anni si trasferisce in Italia, dove studia all’Accademia Pianistica di Imola con Leonid Margarius che Alexander Romanovsky considera la figura più influente nella sua vita musicale e all’età di diciassette anni, vince il Primo Premio al prestigioso Concorso Busoni a Bolzano. Nel 2009 consegue l’Artist Diploma presso il Royal College of Music di Londra. La sua attività concertistica negli ultimi anni include debutti orchestrali con le orchestre sinfoniche di City of Birmingham, Islanda, Stavanger, Japan Century e Pacific Symphony orchestra; debutti solistici al Auditorio Nacional di Madrid e Casa da Musica di Porto; impegni con la Royal Philharmonic, National Philharmonic of Russia, la Tokyo Metropolitan e la Tokyo Symphony Orchestra e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna; recitals alla Concertgebouw di Amsterdam, al Festival pianistico di Brescia e Bergamo ed alla Tchaikovsky Concert Hall di Mosca; ed estesi tour di concerti in Italia e in Giappone.

Definito dal New York Times “speciale, non solo possiede una tecnica straordinaria e la creatività nei colori e nella fantasia, ma è anche un musicista sensibile e un lucido interprete” Alexander è ospite di molti palchi tra i più prestigiosi al mondo, per citarne alcuni la Sala principale del Concertgebouw di Amsterdam, La Scala a Milano, Teatro Colón di Buenos Aires, la Sala Grande del Conservatorio di Mosca, le sale Suntory e Kioi di Tokyo, il Teatro Municipal a Santiago del Cile, la Sala Santa Cecilia del Parco della musica di Roma. Romanovsky si esibisce regolarmente con le maggiori orchestre in Europa, Asia e nelle Americhe, tra cui le orchestre inglesi Royal Philharmonic, English Chamber, Hallé e Bournemouth Symphony Orchestra, in Italia con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Filarmonica della Scala; con l’orchestra del Teatro Mariinsky e l’Orchestra Nazionale Russa, con la NHK Symphony Orchestra, con la New York Philharmonic al Bravo! Festival Vail e la Chicago Symphony al Ravinia Festival; collabora con direttori quali Vladimir Spivakov, Valery Gergiev, Mikhail Pletnev, Sir Antonio Pappano, Gianandrea Noseda, James Conlon, Krzysztof Urbanski e Diego Matheuz. Nel 2007, è invitato a tenere un concerto al Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, alla presenza di Papa Benedetto XVI in occasione del 110 ° Anniversario della nascita di Papa Paolo VI. Ha pubblicato i Concerti di Glasunov per la Warner e cinque album acclamati dalla critica su Decca – Beethoven: Variazioni Diabelli, Brahms / Schumann, Rachmaninov: Etudes- Tableaux op.39 e Variazioni Corelli, Rachmaninov: Russian Faust e, più recentemente Childhood Memories di autori diversi. Gli anni recenti lo hanno visto estendere la propria attività a sostegno della promozione dei giovani talenti e della musica classica in collaborazione con enti importanti come l’Accademia Musicale Chigiana. Dal 2014 Alexander Romanovsky ricopre la carica di Direttore Artistico del Vladimir Krainev Moscow International Piano Competition. wikipedia.org

Alexander Romanovsky

Claus Peter Flor, direttore

Rispettato in tutto il mondo come direttore d’orchestra con una musicalità istintiva e incisiva, Claus Peter Flor mantiene una prestigiosa carriera internazionale, rinomata in particolare per la sua competenza e per l’interpretazione del repertorio austro-germanico, tra cui Bruckner, Mahler, Strauss, Brahms e Schumann. Il Maestro Flor ha anche una grande affinità con le opere di Shostakovich, così come con il repertorio ceco di Dvorak e Suk, avendo registrato molti dei loro lavori durante il suo mandato come direttore principale della Malaysian Philharmonic.

Nato a Lipsia nel 1953, il Maestro Flor ha iniziato la sua carriera musicale studiando violino a Weimar e Lipsia, prima di dedicarsi alla direzione d’orchestra con Rolf Reuter e successivamente con Rafael Kubelik e Kurt Sanderling. Nel 1984 è stato nominato General Music Director della Konzerthausorchester di Berlino, attivando allo stesso tempo regolari collaborazioni con le altre principali orchestre tedesche: la Gewandhaus di Lipsia e la Staatskapelle di Dresda. Nel 1988 ha debuttato con la Filarmonica di Berlino, dove è poi tornato in altre due occasioni. Nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi presso un gran numero di importanti orchestre, tra cui la Philharmonia Orchestra di Londra, la Dallas Symphony Orchestra, la Tonhalle Orchester Zürich e la Malaysian Philharmonic Orchestra. Prima di ricoprire la carica di Direttore Musicale della Malaysian Philharmonica dal 2008 al 2014, il Maestro Flor ha ricoperto la carica di Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (2003-08) su invito personale del loro Direttore Musicale Riccardo Chailly, dove è stato successivamente nominato Direttore Musicale dalla stagione 2017/2018, con il compito di sviluppare il lavoro dell’orchestra nel repertorio mitteleuropeo. Nella stagione 2018/2019, il Maestro Flor è nominato Direttore Ospite dell’Het Gelders Orkest.

Alexander Romanovsky

Nelle ultime stagioni, ha diretto con successo di pubblico e di critica concerti con la London Symphony Orchestra (la Sinfonia n. 3 di Bruckner) e l’Orchestra Santa Cecilia di Roma in un programma interamente dedicato a Mozart. Tra i recenti e i prossimi impegni di rilievo la collaborazione con la Het Gelders Orkest così come il ritorno alla South Netherlands Philharmonic, alla Dallas Symphony Orchestra, allo Hyogo Performing Arts Centre Orchestra in Giappone e il debutto con la Philharmonic Orchestra di Sofia. La sua grande esperienza in ambito lirico lo ha portato a instaurare una lunga collaborazione con il Théâtre du Capitôle di Tolosa, dirigendo celebri produzioni di Le Prophète di Meyerbeerbeer, Tiefland di d’Albert e Die Walküre di Wagner. Tra le produzioni passate si ricordano Faust di Gounod, Tristan und Isolde di Wagner, Madama Butterfly di Puccini, Die Zauberflöte di Mozart, Hänsel und Gretel di Humperdinck. Per queste produzioni il Maestro Flor ha collaborato con diversi registi, fra i quali Götz Friedrich, Joachim Herz, Harry Kupfer, Nicolas Joël, Mariame Clément e Walter Suttcliffe. Altri impegni lirici includono una produzione di Siegfried di Wagner, diretto da David McVicar, con l’Opéra National du Rhin a Strasburgo, Le Nozze di Figaro e Die Meistersinger alla Monnaie di Bruxelles, quest’ultimo anche in tournée a Tokyo, Die Zauberflöte di Mozart per la Houston Grand Opera, Euryanthe di Weber per la Netherlands Opera con la Royal Concertgebouw Orchestra, e La Bohème per la Dallas Opera. Ha anche diretto una pletora di altri titoli con la Staatsoper di Berlino, la Deutsche Oper e i teatri lirici di Monaco, Dresda, Amburgo e Colonia. Il Maestro Flor ha una discografia ampia e diversificata, che include una serie di registrazioni di Mendelssohn con la Bamberg Symphony, recentemente ristampata dalla Sony/BMG. Il suo rapporto di lunga data con l’Orchestra Sinfonica di Milano ha anche portato l’orchestra a diventare la prima orchestra italiana a registrare tutte le Sinfonie di Mahler come produzioni concertistiche dal vivo per Idagio. Il Maestro Flor ha registrato anche l’Asrael Symphony di Suk (2009) e le Sinfonie n.7 e 8 di Dvorak (2012) con la Malaysian Philharmonic per l’etichetta BIS.