Fino al 18 giugno, a Roma va in scena lo stile surreale e spesso caricaturale di David LaChapelle. A ospitare le opere del regista e fotografo statunitense la Galleria Mucciaccia. 

Curata da LaChapelle Studio e Galleria Mucciaccia e promossa da United States Embassy to Italy la mostra ripercorre attraverso trentaquattro opere tutta la produzione del grande artista americano, a partire dagli anni Ottanta, quando si allontana dal mondo dei rotocalchi e della pubblicità per avvicinarsi all’arte, fino alle opere più recenti.

Fino al 18 giugno, a Roma va in scena lo stile surreale e spesso caricaturale di David LaChapelle

David LaChapelle à rebours

Atmosfere hawaiane, paesaggi inaspettati, figure mitologiche e suggestioni oniriche, popolano le opere di David LaChapelle, presenti in numerose e importanti collezioni pubbliche e private internazionali, ed esposte in vari musei, tra i quali il Musée D’Orsay di Parigi, il Brooklyn Museum di New York e il Museum of contemporary Art di Taipei.

In un viaggio a ritroso nel tempo, i visitatori potranno ammirare i lavori più recenti per poi arrivare ai primi. Dagli ultimi New WorldLost and Found e Behold, suggestive foto scattate nel 2017 nell’incontaminata foresta pluviale delle Hawaii, dense di misticismo e spiritualità; a quelli meno recenti, realizzati a Los Angeles, come i due grandi pannelli della serie Aristocracy (2014); della monumentale Showtime at the Apocalypse (2013), il famoso ritratto di Natale della famiglia Kardashian; dei Landscape; delle floreali Earth Laughs in Flowers e di Rape of Africa (2009); un’opera provocatoria contro la violenza subita dal continente africano, che dà il titolo all’omonimo progetto presentato nel 2008.

Fino al 18 giugno, a Roma va in scena lo stile surreale e spesso caricaturale di David LaChapelleDel 2007, l’anno di svolta della produzione di Lachapelle, è la serie The deluge e After the deluge, ispirato dalla visione della Cappella Sistina. Il riferimento al capolavoro michelangiolesco si mescola a quello di marchi della società dei consumi, generando una visione apocalittica con un finale dove oggetti, opere d’arte e persone appaiono sommerse dall’acqua, come in CathedralStatue e Awakened.

Le serie di fotografie

Concludono l’esposizione la serie di fotografie realizzate tra il 1984 e il 2009 che guardano al mondo dello spettacolo e delle star di Hollywood, come i tre ritratti di Michael Jackson che ne celebrano la beatificazione mediatica, quello hollywoodiano di Faye Dunaway in Day of the Locust (1996), Dynamic Nude e l’unica fotografia in bianco e nero scattata a New York: Good News for Modern Man del 1984.