Sguardi penetranti, sguardi che seguono – letteralmente – i visitatori nel loro percorso alla scoperta del più grande ritrattista del Quattrocento. Una sintesi della mostra “Antonello da Messina” accolta nelle sale di Palazzo Reale a Milano fino al 2 giugno 2019 per omaggiare l’artista che, pur avendo lasciato una traccia indelebile nella storia della pittura italiana, ancora oggi poco si conosce, ma soprattutto poche straordinarie opere sono sopravvissute al passare del tempo.

Sguardo sulla tela, sguardo sul mondo

Nascita a Messina (nel 1430), ma la visione di Antonello da Messina sulla pittura sconfina e si allarga fino a comprendere e fondere le principali novità del panorama artistico a lui contemporaneo. La luce, l’atmosfera e l’attenzione al dettaglio della pittura fiamminga trova per la prima volta il perfetto equilibrio con la monumentalità e la spazialità razionale della scuola italiana. Non solo: Antonello un dettaglio in più, la profondità psicologica, così spiccatamente evidente nei suoi celebri ritratti.

Antonello da Messina, il ritrattista

E proprio sui ritratti si concentra la mostra milanese, che accoglie diciannove dei trentacinque capolavori a lui attestati con certezza e provenienti da grandi istituzioni italiane e internazionali come National Gallery di Londra, Uffizi e Philadelphia Museum of Art. Le tele, inoltre, dialogano con lo spazio circostante grazie all’installazione di schermi LED a grandi dimensioni che analizzato i dettagli più sagaci degli sguardi ritratti dal messinese.

Dalla National Gallery di Londra è arrivato a Milano il San Girolamo nello studio (1474-1475) in cui si armonizzano ispirazioni classiche e dettagli fiamminghi; il Ritratto di giovane (1474) dal Philadelphia Museum of Art, l’incantevole Madonna col Bambino (1475 circa) dalla National Gallery di Washington, Ritratto di giovane uomo (1478) dal Museo statale di Berlino.

San Girolamo nello studio

Presente anche il celeberrimo Ritratto d’uomo (1465-1476) dall’enigmatico sorriso proveniente dalla Fondazione Culturale Mandralisca di Cefalù, utilizzato originariamente come sportello di un mobiletto da farmacia, oggetto di vari restauri e conosciuto nella tradizione locale come “ignoto marinaio”.

A Palazzo Reale di Milano la mostra che rende omaggio ad Antonello da Messina

L’attimo dell’Annunciazione

Chiude la mostra “Antonello da Messina”, un’intera sala dedicata all’Annunciata di Palermo (1475 circa), autentica icona, sintesi dell’arte dell’artista, con lo sguardo e il gesto della Vergine rivolti alla presenza misteriosa che si è manifestata, uno dei più alti capolavori del Quattrocento italiano in grado di sollecitare in ogni spettatore emozioni e sentimenti.

Maria è colta nell’attimo in cui l’interlocutore le è davanti, e la sua mano destra sembra volerlo infrenare.

Una mostra dunque affascinante e davvero unica, dove apprezzare la fine introspezione psicologia dei volti degli uomini e delle donne profondamente italiani dipinti dal grande artista e la maestria tecnica fatta di misture e infinite stesure dei colori che Antonello da Messina prese dai contemporanei fiamminghi e rielaborò, mescolandola alle influenze venete, nella sua maniera mediterranea, inconfondibile e di assoluta bellezza.