Cannonau – l’antico vino sardo dall’intenso aroma

Fino al 2002, si riteneva che il vitigno Cannonau – forse il più coltivato in Sardegna – avesse origini spagnole e si fosse diffuso durante la dominazione dell’isola.

In quella data, negli scavi archeologici in un sito nuragico, sono stati rinvenuti semi a lui ascrivibili, risalenti a più di 3.000 anni fa, segno dell’origine autoctona della pianta.

È un vitigno a bacca nera, coltivato un po’ ovunque sull’isola, con una maggior concentrazione di viti nella fascia centrale. Il prodotto della vinificazione ha 2 declinazioni principali – il rosso e il rosato – ma viene prodotto anche nelle versioni liquoroso e passito.

Il vino è piuttosto versatile, viene affinato e invecchia bene, passando qualche mese in barrique di rovere e riposando, per almeno 1 anno, in bottiglia.

Le caratteristiche

Il vino Cannonau veste un colore rosso rubino luminoso, che, con l’invecchiamento assume toni arancio o granato, piuttosto intensi.

Frequentemente descritto come profumato e aromatico, all’olfatto offre note fruttate (mirto, prugne e frutti di bosco) e floreali (rose e viole – più vive nei rosati), con sentori di spezie (pepe) e richiami di menta o resina.

All’assaggio, rivela un gusto pieno e sapido, caldo, armonico e morbido (soprattutto nei passiti), piacevolmente tannico e persistente, con un retrogusto floreale, venato di mandorla e (nei liquorosi) lievemente balsamico.

Il servizio

La bottiglia di Cannonau va stappata almeno 1 o 2 ore prima della degustazione e il vino va versato in calici di ampie dimensioni – per valorizzare la diffusione del profumo – oppure in calici a stelo lungo (in versione passito o liquoroso).

La temperatura di consumo consigliata dai produttori si attesta tra i 15° e i 18° Celsius, secondo l’invecchiamento, da abbassare a 10°-12° per i passiti e i liquorosi.

Gli abbinamenti

I più canonici abbinamenti del Cannonau sono le carni alla griglia, gli arrosti e la selvaggina – per i rossi – e gli antipasti , i primi (talora i risotti) e le carni bianche – per i rosati.

La declinazione passito si accosta bene ai formaggi stagionati e saporiti – come il pecorino sardo – e ai dessert a base di frutta (le crostate) o di cioccolato. Il liquoroso accompagna, con buoni risultati, la piccola pasticceria secca.

Tutte le versioni di questo vino, antico e forte come la sua terra, si prestano a piacevoli meditazioni.

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