Michelozzo di Bartolommeo, (1396, Firenze – 1472), noto anche come Michelozzo, Michelozzi o Michelozzo di Barlomeo, è stato un architetto e scultore, legato soprattutto alla famiglia dei Medici, che ha contribuito in maniera rilevante allo sviluppo dell’architettura rinascimentale fiorentina.

Allievo del celebre scultore Lorenzo Ghiberti, nella cui bottega acquisì una particolare maestria nella fusione del bronzo. Con questo grande maestro nel 1420 partrecipò alla realizzazione di “San Matteo” per la chiesa di Or San Michele a Firenze.

Lorenzo Ghiberti, San Matteo

A partire dal 1427 Michelozzo stabilì un sodalizio con Donatello con il quale lavorò fino al fino al 1438. Insieme realizzarono diverse tombe di impostazione architettonico-scultorea e il pulpito della cattedrale di Prato (1428). Collaborò inoltre con Luca della Robbia nella realizzazione della porta bronzea della sagrestia del Duomo di Firenze, aderendo a un classicismo sobrio e lievemente accademizzante.

La carriera Michelozzo di Bartolommeo è strettamente ai Medici, sui principali committenti. Lo scultore seguì Cosimo de’ Medici in esilio a Venezia nel 1433 e, dopo il trionfale ritorno di Cosimo al potere a Firenze nel 1434, la su carriera come architetto ebbe una svolta, con diverse importanti commissioni. Nel 1436 iniziò la completa ricostruzione del monastero in rovina di San Marco a Firenze.

Michelozzo di Bartolommeo
Convento di San Marco

L’elegante biblioteca che costruì per il monastero, con la sua raffinata scansione ritmica e cromatica, divenne il modello per le successive biblioteche in tutta l’Italia del XV secolo. Nel 1444-45 diresse la ricostruzione del complesso di edifici della chiesa della Santissima Annunziata, sempre a Firenze. Michelozzo succedette temporaneamente a Filippo Brunelleschi come architetto della cattedrale di Firenze alla morte di quest’ultimo nel 1446.

Santissima Annunziata Firenze.
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Il palazzo di Cosimo de’ Medici 

Giardino segreto di Palazzo Medici Riccardi

Le principali innovazioni di Michelozzo sono legate alla progettazione del palazzo fiorentino rinascimentale. Il piano di base prevedeva una struttura a blocchi, di solito alta tre piani, con una corte centrale aperta. All’esterno i tre piani erano separati da corsi di corde orizzontali, e il bugnato della pietra era diverso in ogni piano. L’edificio era sormontato da un audace cornicione sporgente. Queste caratteristiche sono espresse in tutta la loro forza nel palazzo che costruì a Firenze per Cosimo de’ Medici (ora chiamato Palazzo Medici-Riccardi), uno dei migliori esempi di architettura del primo Rinascimento. Il suo volume è rigoroso, squadrato, modulato all’esterno attraverso il mutare del rivestimento da bugnato rustico a bugnato piatto fino alla muratura liscia dell’ultimo piano. L’interno è alleggerito da un cortile porticato.  

Le Ville Medicee di Michelozzo di Bartolommeo

Villa medicea di Careggi

Michelozzo progettò tre ville per i Medici sulle colline fiorentine: Tebbio (1427-36); Cafaggiolo (1450); Careggi (1435-40). Queste realizzazioni si configurano come delle reinterpretazioni del castello medievale, con volumi geometrici organizzati a blocchi alleggeriti da finestre e loggiati.

Villa medicea di Cafaggiolo

L’architetto coniuga, in una sintesi originale, reminiscenze del composto gotico fiorentino com elementi classici: uso di membrature e decorazioni ispirate all’antichità. Nei suoi ultimi anni Michelozzo lavorò come ingegnere a Ragusa (ora Dubrovnik, Croazia) e sull’isola greca di Chios.

Marco Miglio